venerdì 19 settembre 2008

...continua...

Almeno l'Azienda sta correndo ai ripari...

http://magazine.excite.it/news/12155/Carrefour-telefona-alla-madre-del-bimbo-umiliato-

lunedì 15 settembre 2008

Nessuno tocchi i bambini:una storia vera...purtroppo!

Di seguito la lettera inviata alla Carrefour da una mamma di un bambino autistico umiliato e deriso da persone "normali" (mah...):

Alla CA. Gentile Direzione Carrefour di Assago

Mi chiamo Barbara e sono la mamma orgogliosa di un bambino autistico di quattro anni.

Nel Vostro sito, leggo della Vostra missione e soprattutto del Vostro impegno nel sociale.
“La nostra capacità di integrarci con il territorio in cui siamo presenti, di comunicare con le istituzioni locali e di sostenere progetti sociali e associazioni umanitarie si riscontra attraverso azioni concrete:

• Finanziamento della ricerca contro alcune malattie del XXI secolo
• Sostegno alla giornata nazionale indetta dal Banco Alimentare per la raccolta di generi alimentari
• Sostegno di iniziative umanitarie di vario tipo”

Lasciatemi dire che oggi nel punto vendita di Assago avete sfiorato la discriminazione punibile per legge.

Era previsto un evento che mio figlio aspettava con ansia: il tour delle auto a grandezza reale del film Cars.

Vestito di tutto punto con la sua maglietta di Cars, comprata DA VOI, oggi l’ho portato, emozionatissimo, ad Assago. Vista la posizione di Saetta, ci siamo avvicinati per fare una foto. Click, click, click, bimbo sorridente a lato della macchina. Avevate previsto un fotografo, sui sessant’anni, sembrava un rassicurante nonno con una digitale da 2000 euro, collegata a un pc dove un quarantacinquenne calvo digitalizzava un volantino carinissimo con le foto dei bimbi di fronte a Saetta, stampate all’interno della griglia di un finto giornale d’auto. Una copertina, insomma, che i bimbi chiedevano a gran voce e avrebbero poi incorniciato in una delle costose cornici in vendita nel Vostro reparto bricolage. Chiaramente, il mio biondino, che purtroppo per la sua malattia non parla (ancora), mi ha fatto capire a gesti che gli sarebbe piaciuto. Per quale ragione non farlo? Semplice, lo avrei capito dopo poco.

Attendo il turno di mio figlio, con estrema pazienza, e senza disturbare nessuno. Ci saranno stati una ventina di bambini, non di più. Non cento, una ventina.

Arriva il turno del mio piccolo, e non appena varca la transenna, resta il tempo di ben DUE SECONDI girato verso il suo idolo a grandezza naturale, invece di fissare l’obiettivo del fotografo. Mi abbasso, senza dar fastidio alcuno, scivolo sotto la corda e da davanti, chiedo a mio figlio di girarsi. Il fotografo comincia ad urlare “Muoviti! Non siamo mica tutti qui ad aspettare te” Mio figlio si gira, ma non abbastanza secondo il “professionista”. Gli chiedo “Per favore, anche se non è proprio dritto, gli faccia lo stesso la foto…” “Ma io non ho mica tempo da perdere sa? Lo porti via! Vattene! Avanti un altro, vattene!” Un bambino a lato urla “Oh, mi sa che quello è scemo” e il vostro Omino del Computer, ridendo “Eh, si! Vattene biondino, non puoi star qui a vita!” Mio figlio, che non è SCEMO, non parla ma capisce tutto, sentendosi urlare dal fotografo, da quello che digitalizzava le immagini e dalla claque che questi due individui hanno sollevato ed aizzato, si mette a piangere, deriso ancora dal fotografo che lo fa scendere dal piedistallo di fortuna che avete improvvisato davanti alla macchina, facendolo pure inciampare. A nulla valgono le imbarazzate scuse della guardia giurata,che poco prima aveva tranquillamente familiarizzato con mio figlio. L’umiliazione che è stata data dai Vostri incaricati, che avrebbero dovuto lavorare con i bambini, a un piccolo di quattro anni che ha la sfortuna di avere una sindrome che poco gli fa avere contatto visivo con il resto del mondo e non lo fa parlare, è stata una cosa lacerante. In lacrime, con il torace scosso dai singhiozzi, umiliato, deriso, leso nella propria dignità di bambino non neurotipico. Una signorina, con la Vostra tshirt, mi si è avvicinata per chiedermi cosa fosse successo. Alla mia spiegazione, dopo averle detto che il piccolo aveva una sindrome autistica, mi ha detto “Ma se non è normale non lo deve portare in mezzo alla gente“.

Son stata talmente male da non riuscire a reagire, ho dovuto uscire all’aria aperta, con il bambino piangente, per prendere fiato dopo tanta umiliazione.

Ho pianto. Dal dolore.

Questo è l’articolo 2 comma 4 della legge 67 del 1 Marzo 2006, a tutela dei soggetti portatori di handicap:

-Sono, altresì, considerati come discriminazioni le molestie ovvero quei comportamenti indesiderati, posti in essere per motivi connessi alla disabilità, che violano la dignità e la libertà di una persona con disabilità, ovvero creano un clima di intimidazione, di umiliazione e di ostilità nei suoi confronti.

Vorrei sapere come intendete agire, se con una scrollata di spalle come i Vostri dipendenti, di fronte a un trauma che avete fatto subire ad un bambino che già dalla vita è messo ogni giorno a dura prova.

Manderò questa mail in copia alla segreteria dell’onorevole Carfagna, e alla redazione di Striscia la Notizia, oltre a pubblicarla sul mio sito personale.

Tacere non ha senso, e ancora minor senso hanno le umiliazione che io e mio figlio abbiamo subito oggi.

Sotto il link del blog dove potete vedere l'articolo originale:
http://blackcat.bloggy.biz/archive/3280.html


Che mondo di merda! Facciamo davvero qualcosa noi per primi per cambiarlo!

mercoledì 10 settembre 2008

Il Bunker

Nell'era di internet, dei videogiochi, della Playstation, dei cartoni animati che NON sono più quelli di una volta, dei telefonini, dei video su youtube e tanto, tanto altro, mi sono accorto che alla fine, forse, non è poi cambiato granchè.
Sono cresciuto quasi dentro una campana di vetro. Fino all'età di 13 anni era VIETATO uscire dal mio condominio.
Come me anche tutti gli altri bambini dovevano attenersi alla stessa regola. E forse anche per questo, una volta usciti, abbiamo ripetutamente sbattuto il muso con quella realtà, che molti chiamano semplicemente LA STRADA, a cui non eravamo abituati.
Dove abito io c'è un grande giardino che abbraccia le tre palazzine del comprensorio. Lì, fra quelle lingue di verde e di asfalto, bianche ringhiere ci separavano dalla strada. Lì abbiamo giocato a tennis, calcio, moscacieca, biglie, nascondino, lo schiaffo del soldato, salta cavallo. Una volta abbiamo anche "simulato" un'olimpiade. Abbiamo costruito varie capanne dove rifugiarci quando il sole picchiava troppo forte sulle nostre teste. Siamo saliti sugli alberi di gelsi per raccogliere i frutti più maturi. E ci siamo incantati troppe volte a guardare il sole tramontare verso il mare. Ammaliati da quei colori così vivi.
Si, insomma, cercavamo di arrangiarci con quello che avevamo. Eppure la cosa che ci aveva sempre intrigato era una costruzione militare che dista 5 metri dalla ringhiera del giardino. Si, un bunker risalente la seconda guerra mondiale che domina la campagna che lambisce la ferrovia Roma-Lido. Per noi era semplicemente il bunker.
Allora rappresentava tutto ciò che ci era nascosto. L'ignoto al di fuori del giardino. Forse un mezzo per entrare nel mondo dei grandi.
Il bunker era sempre frequentato da ragazzi molto più grandi di noi. Era un ritrovo. Li vedevamo fumare, ridere, sfottersi, bestemmiare, sputare, drogarsi, fare l'amore.
E così quando fummo finalmente liberi di conoscere tutto ciò che c'era fuori, il primo luogo che visitammo fu proprio il bunker.
Non un granchè deve dire. Eppure entrarci, leggere le immacabili scritte, fiutare l'odore di quel posto ci dava i brividi. Forse una sensazione che sento ancora oggi al ricordo.
Gli anni passano e gli interessi cambiano. E siccome non c'è stato ricambio generazionale nè nella zona dove abito, nè nel condominio di casa, il giardino, la strada e il bunker sono rimasti deserti per molti anni.
Deserti...disertati dai quei rompicoglioni che sono i ragazzi dagli 8 ai 15-16 anni.
Da un pò di tempo però la tendenza si è invertita. E tutto, come se fosse passata la stagione invernale, ha cominciato a popolarsi di nuovo. Come se d'improvviso la primavera fosse scoppiata.
La scorsa domenica ero intento nei miei allenamenti (corsa, sbarra, salto con la corda...)quando da fuori il giardino sento delle voci. Lì per lì non ci faccio caso e continuo l'allenamento. Poi d'improvviso le voci sono diventate sempre più forti e allora avvicinatomi alla ringhiera...eccoli lì. Un gruppeto di una quindicina di ragazzetti/bambini che fumavano, parlavano, scherzavano, ridevano, perculavano, sputavano e facevano i gradassi davanti alle poche ragazze che si erano unite alla compagnia.
Certo, noi non avevamo tutti quei vestiti firmati, non avevamo i jeans sotto il culo, non avevamo i capelli piastrati e non avevamo l'ultimo modello di telefonino...ma sempre affascinati da quel luogo eravamo. E quel luogo, per noi come per loro, ha sempre incarnato quella voglia di libertà che da che mondo è mondo morde le chiappe a chi si appresta a diventare adulto. Senza fretta, però!

martedì 15 luglio 2008

Riflessioni notturne

Una coppia di amici si lascia. Si lascia dopo 10 anni. Forse? No, meglio guardare in faccia la realtà! E chiamare le cose con il proprio nome e cognome.
Alle volte "...gli occhi fanno quel che devono, niente meno e niente più, tutto quello che non vedono è perchè non vuoi vederlo tu..." , o forse semplicemente è dura guardarsi in faccia e dirsi che le cose (purtroppo) non sono andate come avremmo voluto. La colpa? Ma perchè quando due si sono amati, rispettati, hanno dato tutto e poi alla fine si sono persi si deve sempre cercare un colpevole? E' la vita! E' crudele, ma è così. Dieci anni dicevo. Tanti. Troppi per far scivolare tutto nel più squallido dei finali. Troppi per non capire che forse è l'ora di guardare in faccia la realtà. Troppi per non capire che la campanella è suonata da tanto tempo e che stiamo aspettando un miracolo che non avverrà...
E gli stati d'animo si mescolano ai ricordi più belli. E allora vorresti ripensarci, vorresti corrergli dietro e dirgli:"Amore, no...non andare via...riproviamo!" ed è lì che sbaglieresti. Lì, che per la prima volta da quando state insieme, mentiresti a te stesso e mentiresti all'altro. Lì che per la prima volta calpesteresti la tua dignità e la sua.
Giorni fa la prova più difficile da superare sembrava essere quella di riprendere in mano le fila della tua vita e di guardare finalmente in faccia la realtà. Oggi che tutto questo è stato fatto sembra niente paragonato al dover affrontare la SOLITUDINE che una rottura comporta. Del dover affrontare "la mancanza delle piccole abitudini" che fino a quel preciso istante ci sembravano così stupide, squallide e insignificanti. E invece tutto ad un tratto (come se un burattinaio crudele avesse tolto il velo che avevamo davanti al cuore e agli occhi un secondo dopo) queste cose ci appaiono per quello che sono sempre state: importanti e belle.
E la nostalgia ci avvolge. Cala il silenzio ed intorno è solo rumore.
Allora vorresti fuggire, partire, fare mille cose, vedere tante persone...e tutto per non rimanere da solo. Per sfuggire alla domanda che ti ronza nella testa e che provi a scacciare con tutte le tue forze inutilmente: "Avrò preso la decisione giusta?"
Io credo che la risposta sia sempre affermativa. In ogni caso.
Credo che se stiamo cercando la favola è giusto lottare per averla. E' giusto non accontentarsi. E allora è anche giusto lasciare perchè non si è più convinti.
Nella fiaba Cenerentola non va mai dal principe (o viceversa) a chiedergli una pausa di riflessione perchè non è più sicura...
"Non si può cercare un negozio di antiquariato in via del Corso...non si può cercare l'ombra in un deserto...o scoprire che è difficle incontrarsi in mare aperto...prima di partire si dovrebbe esser sicuri: di che cosa si vorrà cercare, dei bisogni VERI!"

Se poi dopo aver lottato si è caduti sconfitti: "Niente paura...ci pensa la vita mi han detto così!"...basta solo aver il coraggio di viverla.

lunedì 30 giugno 2008

Un mezzo pomeriggio al mare

Una mezza giornata in compagnia di David è sempre fonte d'ispirazione. Soprattutto se tutto è condito da sole, mare, grattachecche e panze.
Dando uno schiaffo morale a Davide, che non credeva possibile che il bradipo che è insito in David potesse risvegliarsi e venire a prendermi per portarmi al mare subito dopo pranzo, alle due e cinque di un assolatissimo pomeriggio di inizio estate squilla il mio cellulare. La voce stranamente squillante di David mi dice che "...io sono pronto, esco di casa tra 10 minuti...calcola il tempo di arrivare...!". Preciso come un'orologio svizzero il nostro eroe mi carica sul suo fiammante (grigio) cinquino e schiaccia l'acceleratore raggiungendo subito velocità inaudite (65 Km/h) per raggiungere il lido. Dopo circa mezz'ora arriviamo sul lungo mare. Ci dirigiamo in direzione dei Cancelli. E trovare un posto diventa da subito un'impresa proibitiva. Sembriamo Fantozzi e Filini in una delle loro stravaganti gite...
Tutta Roma sembra essersi trasferita ad Ostia. E io comincio a temere per la salute mentale di David. Si sa, lui non è propriamente quello che si dice "un tipo tranquillo" (nel traffico) e il perdurare della situazione mi faceva pensare al peggio. Il fatto poi che cercasse di parcheggiare in ogni piccolo perturgio (anche spudoratamente improbabile) rendeva tutto molto più preoccupante.
Eppure con mio sommo gaudio il nostro eroe riesce a mantenere un atteggiamento propositivo e tranquillo e anzi, per dirla tutta, sono io che sbrocco ad una tizia che si era attaccata al clacson...mentre Dave cercava per l'ennesima volta di infilare il bolide in uno spazio in cui non sarebbe entrato un motorino: ortogonale alla strada!
Incredibilmente arriviamo fino all'ingresso della notissima località "Villaggio Tognazzi" e lì riusciamo a parcheggiare.
Belli come due scolaretti il primo giorno di scuola, camminiamo lungo il ciglio della strada in fila indiana per cercare di non essere investiti puntando l'ingresso di una spiaggia libera attrezzata in quel di Capocotta.
Fortunamente l'oasi non era quella naturista...
Giungiamo finalmente sul bagnasciuga e lì ci si presenta davanti la seguente scena: ressa chilometrica al bar, spazio dj con musica tribal house sparata sulla spiaggia da circa 8 casse in stile concerto di Vasco Rossi all'olimpico, 2 idioti che suonavano dei bonghi sopra la musica e neanche uno spazietto libero dove infilarci.
Ah dimenticavo lo scemo del bar che col microfono selezionava e perculava la gente in fila...
Riusciamo a distanziare tutto il caos e a sistemare i due "TELI" (va bene Dadino???), ci sdraiamo e cominciamo a prendere il sole. Il pomeriggio era splendido e la brezza marina alleggeriva il caldo asfissiante di quelle ore.
E così tra una conversazione sui massimi sistemi, una perculatio su qualche uomo bello, tonico e con discreta panzetta, il nostro eroe si imbatte nell'unico grattacheccaro napoletano di Ostia e dintorni. Azz...2 grattachecche m'hann dat!
Soddisfazione delle soddisfazioni: c'era anche della gente più bianca di noi...e non è un'esagerazione!
Unico neo? Mi sono messo la crema solare con protezione 16: secondo voi mi sono colorato?

martedì 20 maggio 2008

Un giorno di ordinaria follia

San Babila, uomo nudo nella fontana. Strano episodio intorno alle 15 di lunedì pomeriggio: è rimasto in piedi per una ventina di minuti, completamente nudo, dentro la fontana di piazza San Babila, nel punto dove dove si alzano i getti d'acqua che poi ricadono nella vasca. Poi l'hanno convinto a uscire e l'hanno portato via con l'ambulanza. Non è ancora stato identificato il protagonista dello strano siparietto che, tra le 15.20 e le 15.40 circa di lunedì pomeriggio, ha attirato l'attenzione di decine di persone che si trovavano a passare per il centro di Milano. Molti hanno ripreso la scena con i telefonini.

Leggendo la notizia su molti siti internet mi sono immediatamente preoccupato: vuoi vedere che Stefaminkio (di nome, ma forse non di fatto) ne ha combinata un'altra delle sue? Vuoi vedere che quella Santa Donna di Catalina deve sopportare anche questa nuova mattanadell'intrepido eroe?
Continuando a leggere scopro che:
"Lo show improvvisato dell'uomo nudo è durato una ventina di minuti, tra l'ilarità generale. Poi un operaio che stava lavorando per la metropolitana è riuscito a convincere l'emulo di Anita Ekberg a emergere dal suo bagno rinfrescante. L'uomo è stato portato fuori dalla fontana tra gli applausi di chi si era fermato a guardare la scena, sotto lo sguardo degli uomini della Guardia di Finanza e degli operatori del 118. L'improvvisato spogliarellista, che appariva in stato confusionale, è stato subito portato all'interno di un'ambulanza che stazionava in piazza San Babila."
Direi subito due cose: l'ilarità generale potrebbe anche convincermi ulteriormente delle mie preoccupazioni, così come lo stato confusionale ( è mai stato in grado di intendere e di volere?), ma ve lo immaginate voi Minkio con la parrucca bionda (stile Anitona della Dolce Vita) mentre camminando verso il centro della fontana chiama con voce greve: "Marcelo....Come in!"...................................................mamma mia che scena brutta!


Fortuna che l'articolo metteva in evidenza che lo strano tipo era (forse) di origini arabe....


http://www.corriere.it/vivimilano/cronache/articoli/2008/05_Maggio/19/uomo_nudo_fontana.shtml

lunedì 12 maggio 2008

Il mare, gli amici e la birra!

Quando David mi ha fatto uno squilletto sul cellulare per farmi capire che era appena giunto sotto casa mia, io ero su una scala e stavo disperatamente cercando di tirare su una tapparella del salone che proprio non ne voleva sapere di venire su! Si, lo so che state pensando e comunque voglio dirvi che siete pignoli e bastardi: ero su una scala perchè avevo aperto il casettone sopra la finestra e la stavo tirando su cercando di sbrogliare il casino fatto da mia madre la sera precedente.
Comunque, riprendendo il filo del discorso, due pensieri, sentito lo squillo, mi attanagliavano la mente. Primo: la figuraccia che avremmo fatto io e David al mare (era il primo sole per entrambi) bianchi come due mozzarelle di bufala. Secondo: la sorpresa aprendo lo zaino che mia madre si era impegnata a prepararmi dato che il lavoro della serranda ha pensato bene di farlo fare a me e non a mio padre che sarebbe ritornato a casa da lì a un'ora.
In ritardissimo scendo di corsa e salgo sul cinquino "sport" di Dave...che quando lo chiamo così chissà perchè mi vengono sempre in mente i Bee Hive... mah!
L'appuntamento l'avevamo preso una settimana prima, ma solo il sabato mattina (durante una lezione del master aziendale che il nostro eroe sta seguendo) mi aveva mandato un sms per dirmi se ero ancora intenzionato ad andare.
Devo dire che il clima al mare era ottimale, non troppo caldo, poca gente, ma soprattutto, quello che ha più confortato Dave e me è stato trovare persone in condizioni ancora peggiori le nostre. Un signore era talmente bianco che quasi si mimetizzava sulla sedia su cui stava, un ragazzo vicino a noi con la fidanzata aveva la pancia sblusata sul costume, insomma tutte cose che "gratificano" chi, come me e Dave, cerca di mantenere un aspetto decente.
Insomma facevamo la nostra porca figura...
Il pomeriggio è trascorso sereno, finalmente riposati e rilassati. Unico neo? Quando siamo arrivati e scelto il punto dove stendere gli asciugamani...sorpresa! Avete presente l'asciugamano con cui vi lavate le mani al bagno? Bene, avete presente quello un pò più grande da doccia? Ok, mia madre era riuscita a mettermi nello zaino un asciugamano dalle dimensioni intermedie...
Dave ha riso un quarto d'ora...non oso immaginare quello che mi dirà il mio collega quando leggerà (a forza) questo post!
Altro da dire sul pomeriggio? Beh si, che sicuramente si replicherà!
La sera, come se tutto questo non fosse ancora abbastanza, ci riuniamo io, Sara, Dave, Silvia e Davide per una birretta a trastevere. Tralascio il fatto che inizialmente l'appuntamento era alle 22:15 in Prati e che il messaggio in cui si spostava l'appuntamento alla stessa ora ma a 25 metri da dove ero inizialmente mi è arrivato alle 22:08 quando ormai ero fermo ad aspettare, ma non posso esimermi dal raccontare un fatto successo al pub!
Eravamo nel mezzo di una conversazione semi-seria quando i due bambini (Dave e Davide), seduti a capo tavola, si sono messi a giocare con un tappo dell'acqua(?) o qualcosa di simile, simulando una porta con due bicchieri. Tutto fino a quel momento era andato benissimo. Avevamo perfino salutato il padrone del pub che avevamo riconosciuto perchè frequentatori (direi assidui) dell'altro suo locale sulla gianicolense. La cameriera, una ragazzotta un pò tarchiata, non era stata celerissima, ma almeno era cordiale e sorrideva. All'improvviso Dave scaglia il tappo e Davide, nella fretta di "parare" il tiro, fa "scivolare" a terra il suo bicchiere di birra...pieno a metà?Pieno a metà...bagnando così scarpe e pantaloni un pò a tutti/e e facendo innervosire non poco la cameriera che da quel momento in avanti non ha più fatto un sorriso neanche sotto pagamento.
Secondo voi quanto ci metteremo a fare l'ennesima figuracia?

martedì 6 maggio 2008

Pensieri alla rinfusa

Ma chi l'ha detto poi che un post debba essere lungo e debba contenere per forza qualcosa? Qualcosa da dire c'è naturalmente, ma sono come tante schegge (impazzite) di riflessioni fatte durante una corsetta di 10Km piuttosto che di una uscita in gruppo per una birretta o semplicemente fatte così perchè alla volte invece di inseguire noi i pensieri, questi vengono a bussare alla nostra mente indipendentemente dalla nostra volontà.
E così cominciamo. Il Sole è passato dall'Ariete al Toro. Stefanino ne ha fatti 30 (TANTI AUGURI di nuovo!), l'Italia ha cambiato governo e Roma ha un nuovo sindaco. Dite che i tre fatti sono in qualche modo legati o si tratta di pura e semplice casualità?
Il polline continua a cadere copioso dagli alberi e i miei inutili tentativi di mantenere pulita la macchina si vanno a fare benedire. Una domanda: ma perchè dai pini scende quella cazzo di polvere giallina che nun se ne va manco se infili la macchina direttamente in lavatrice? E poi: ma che chi costruisce i parcheggi sta ai mezzi con i proprietari di autolavaggi? Non c'è parcheggio senza pini e viceversa!
Io continuo a essere chiamato "polemico", ma possibile che il polemico sono io quando c'è qualcuno che insulta le persone solo perchè ribadiscono più volte concetti lapalissiani o fanno domande scontate tipo "Anche tu qua?Ma che ci fai?" e la risposta è sarcasticamente: nulla passavo di qua per caso perchè dalle 8 la mattina alle 16:30 il pomeriggio non ho niente da fare?
Ogni riferimento a Dave è proprio voluto!
C'è chi dorme (e non piglia pesci), chi va in Messico (due colleghi), chi passa i ponti in famiglia, chi si fa una zuppa di frutti di mare e crostacei, chi lavora, chi fa finta, chi parla al telefono, chi si fa domande e chi tenta di darsi delle risposte.
C'è anche chi ogni tanto trova ancora il tempo e la voglia di uscire insieme ai vecchi amici. Un gelato, una birra, una bottiglia di Moscato d'Asti, ma anche una cena con un cameriere che prenderesti volentieri a calci...tutto pur di avere indietro quelle quattro risate che ti fanno staccare la spina dai pensieri quotidiani e ti rimettono al mondo.
Di palo in frasca: ma Anna non manda più mail? Me l'avete traumatizzata. Devo dire una cosa (un'altra?): il solo fatto di dover andare a vedere la posta perchè il popup mi avverte che è arrivata una nuova mail, aprire la mailbox e scoprire che no, non è una mail aziendale di lavoro, ma "soltanto" l'ennesima catena mi fa passare la giornata e mi fa pensare che "il lavoro nobilita l'uomo, ma non deve renderlo schiavo". Ad Anna quindi un grazie speciale per essere così...
Nel fratempo Totti si è infortunato al ginocchio, il campionato di calcio sta per terminare, tra circa un mese cominceranno gli Europei e tra due e mezzo le Olimpiadi. E il mio pensiero va a tutti quelli a cui non frega nulla dello sport, eppure saranno tutti davanti la tv...e all'aziendalista che è un pò che non scrive mail e non telefona e quindi penso che se la stia passando bene!

Ci sarebbero ancora tanti pensieri...forse il prossimo post!

mercoledì 16 aprile 2008

12 Aprile 2008

Sabato 12 Aprile 2008. Usciti dall'agriturismo che ci ospita, saliamo in macchina e cominciamo a inerpicarci su stradine sterrate che ci fanno salire e scendere neanche fossimo sulle montagne russe di Gardaland. La natura intorno a noi ha già messo il suo vestito migliore. I fiori dei campi sono letteralmente esplosi. Giallo, viola, rosso, verde...un trionfo di colori. Paradossalmente anche il vento forte e freddo che taglia il viso e rende vano il lavoro dei parrucchieri e il cielo plumbeo aiutano a rendere i colori più vivi e l'idea di primavera più forte e intensa.
Arriviamo davanti a una casetta bianca in cima ad una collinetta. Scendiamo e raggiungiamo un gruppetto numeroso di persone che attende la sposa davanti la porta di casa. Lo sposo invece è giù con noi. Nervoso e teso cerca di far star buono il figlioletto che corre a destra e a sinistra cercando in tutti i modi di sporcare il suo bellissimo frac! Un vero spettacolo! All'improvviso eccola. Per problemi "di pancia" non avevo avuto modo di vedere Francesca il venerdi precedente e di conseguenza non ero preparato a quella vista. Quella vista così familiare eppure così nuova. Attorniata dai parenti mi defilo per farle respirare l'abbraccio caloroso dei suoi cari, poi all'improvviso il suo viso si sposta verso destra sopra la spalla di quello o quella che la sta abbracciando e i nostri sguardi si incrociano. Un occhietto. Un attimo eterno. Amici per sempre.
Dopo una girandola di saluti e di abbracci ci muoviamo in direzione del paese e soprattutto della chiesetta dove saranno celebrate le nozze. Il paese è molto grazioso. Piccolo, semplice e grazioso. Davanti la chiesa un gruppo di bambini accompagnati dalle loro mamme stanno aspettando la loro maestra. Uno di loro tiene in mano un cartello: "Auguri Maestra Francesca il Buozzi Presente!". Lei scende dalla macchina e li saluta, emozionata, uno per uno.
L'entrata in chiesa è accompagnata, oltre che dalla classica marcia nuziale, anche dal "Dolce Sentire". E vedere questa coppia dirigersi verso l'altare e fra loro il frutto del loro amore è un'emozione grandissima.
La cerimonia comincia e, come nelle più classiche delle tradizioni, alcuni invitati cominciano il loro personalissimo tram tram dentro e fuori la chiesa. Io compreso.
Rientrando poco prima dello scambio delle fedi penso: speriamo che il tempo resista fino alla fine della cerimonia.
Scambio di promesse e fedi. Firma dei verbali da parte dei testimoni. Offertorio. Comunione e Benedezione finale.
Usciamo e mentre aspettiamo l'uscita degli sposi, il vento comincia a soffiare più forte e più freddo. Di colpo si placa e una pioggerellina fina e fastidiosa accompagna l'uscita degli sposi. Espletato il rito del lancio del riso sotto l'acqua, risaliamo in macchina e ci dirigiamo al ristorante.
Aperitivo e antipasto. Soutè di cozze e vongole, insalata di mare, carpaccio di pesce spada e salmone, fritti, polenta, affettati vari. Ravioli ai funghi porcini e tartufo, tagliolini al ragù, controfiletto, maialino arrosto, pezzi di faraona, coniglio e tacchino al forno, sorbetto al limone, dolci vari, torta nuziale e brindisi.
Compagnia piacevole. Ospiti allegri e ruspanti. Amici molto rumorosi. In conclusione una bellissima giornata.
La sera, noi amici di Roma, siamo andati a rompere i cabbasisi a casa degli sposi. Due chiacchere ancora. Il tempo finalmente di chiaccherare da solo con Francesca e di godermela 10 minuti solo per me. A mezzanotte ritorniamo all'agriturismo e nella solitudine della mia camera ripenso a quei cinque minuti di pioggerellina che mi aveva disturbato all'uscita degli sposi. Li per li c'ero rimasto male. Tutti a dire: Sposa bagnata, sposa fortunata, e io a pensare: no, sposa bagnata, sposa sfigata. Poi d'improvviso un pensiero confortante. Forse dal cielo 3 angeli hanno voluto manifestare così la loro presenza e la loro commozione davanti a tanta felicità. Forse quelle goccie di pioggia dapprincipio fastidiose non erano altre che le lacrime di 2 padri che dall'alto piangevano al matrimonio dei loro figli. Forse...A me piace pensare che sia così.

martedì 18 marzo 2008

L'invidia è un'erba...che fa male al fegato

Da Wikipedia:

L'invidia è un sentimento malevolo nei confronti di un'altra persona o gruppo di persone che possiedono qualcosa (concretamente o metaforicamente) che l'invidioso non possiede.

Avete presente Cornacchione nello sketch in cui piangendo dice:"Povero Silvio, ce l'hanno tutti con lui.....", beh cambiate Silvio con Silvia e otterrete quello che ho pensato io quando un David avvelenato mi ha raccontato la seguente storia.
Andiamo con ordine. 12 Gennaio 2008. Un extra comunitario tenta di entrare con la forza nella macchina di Silvia. E già questo potrebbe far capire come l'anno non sia partito proprio con il piede giusto, ma il peggio (naturalmente per Silvia) doveva ancora venire...
10 febbraio 2008. Lorenzo ed io custodiamo un segreto su David che la sera del compleanno di Silvia abbiamo "tentato" in tutti i modi di rivelarle. Davide ha prenotato il locale per la festa solo per pietà verso una ragazza emarginata. Sara e Laura poi non fanno altro che sparlare di lei. Gli altri? Beh, potrei poeticamente (e banalmente) dire che gli altri siamo noi, ma penso che in questo caso sia più appropriato dire che agli altri non fa piacere avere Silvia nel gruppo...
Lei, poverina, si è resa quasi ridicola; tentando in tutti i modi di farsi accettare, ma non c'è niente da fare. Vittima sacrificale di un carnefice di nome David e dei suoi amici aguzzini.
Vi sembra assurdo? Vi sembra una trama degna della fiaba di Cenerentola? O di Beautiful? No, signori miei. Tutto reale. Tutto vero. Forse neanche i più titolati sceneggiatori di Hollywood sarebbero riusciuti a pensare ad una storia tanto assurda. Eppure alle volte, una piccola, insignificante, grigia, anonima, perfida, meschina, misera, arrabbiata, guasta, nociva, ma soprattutto INVIDIOSA riesce a superare questi grandi maestri.
Ho pensato molto a come smontare una ad una le accuse mosse alla Compagnia da questa donnuncola, poi mi sono detto:"Ma se invece di sputarle addosso tutto il nostro schifo, tutta la nostra disistima, tutta la nostra rabbia per aver colpito alle spalle una persona a noi cara, non ci fermassimo a guardarla, immobili, con un sorriso beffardo sulla bocca...uno sguardo ammiccante e un atteggiamento di chi sta per dirle...ce l'avevi quasi fatta...eri quasi riuscita a vivere i tuoi 5 minuti di gloria...e invece te ne torni nella fogna da dove sei venuta...non sarebbe più efficace?"
Ed è questo che voglio fare. Semplicemente mostrare i fatti. Senza peraltro sentirmi in dovere di utilizzare panegirici ricercati per dire a Silvia quanto ormai fa parte integrante della nostra Compagnia. Quanto ormai teniamo alla sua persona (David in primis e naturalmente in modo molto più profondo di quanto possiamo fare noi). Non ce n'è bisogno...offenderei la sua intelligenza!
Ed ecco signori...a voi le foto che testimoniano di una bellissima serata passata tutti insieme (o quasi, i coniugi milanesi assenti giustificati) a festeggiare un'Amica. E le uniche sensazioni che traspirano dalle foto sono: Gioia, Amicizia.

Ultima raccomandazione: la visione delle suddette foto è sconsigliato a chi una vita sua non ce l'ha (oppure se ce l'ha è abbastanza grigia e sola), a chi non è immune dal virus dell'invidia e a chi ha bisogno di infangare gli altri per avere i suoi 15 minuti di gloria personale. Travasi di bile sono probabili...

P.S. Alla festa purtroppo mancava anche la Napoletana.







giovedì 13 marzo 2008

Quella che non sei

Io ti ho vista già, eri in mezzo a tutte le parole che
non sei riuscita a dire mai.
Eri in mezzo a una vita che poteva andare ma
non si sapeva dove...
Ti ho vista fare giochi con lo specchio
e aver fretta di esser grande
e poi voler tornare indietro quando non si può.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai
quella che non sei.

Io ti ho vista già eri in mezzo a tutte le tue scuse
senza saper per cosa.
Eri in mezzo a chi ti dice "scegli": o troia o sposa.
Ti ho vista vergognarti di tua madre
fare a pezzi il tuo cognome
sempre senza disturbare che non si sa mai.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C'è un posto dentro te che tieni spento
è il posto in cui nessuno arriva mai
quella che non sei.

Ti ho vista stare dietro a troppo rimmel
dietro un'altra acconciatura eri dietro una paura
che non lasci mai.

Quella che non sei
quella che non sei non sei
ma io sono qua e se ti basterà
quella che non sei, non sarai
a me basterà.

C'è un posto dentro te in cui fa freddo
è il posto in cui nessuno è entrato mai.
Quella che non...


Quella che non sei, Ligabue, dall'album Buon Compleanno Elvis

lunedì 10 marzo 2008

Per riempire l'attesa di un nuovo post....

Credo nelle rovesciate di Bonimba, e nei riff di Keith Richards.
Credo al doppio suono di campanello del padrone di casa, che
vuole l'affitto ogni primo del mese. Credo che ognuno di noi si
meriterebbe un padre e una madre che siano decenti con lui almeno
finché non si sta in piedi. Credo che un'Inter come quella di Corso,
Mazzola e Suarez non ci sarà mai più, ma non è detto che non ce ne
saranno altre belle in maniera diversa. Credo che non sia tutto qui,
però prima di credere in qualcos'altro bisogna fare i conti con
quello che c'è qua, e allora mi sa che crederò prima o poi in
qualche dio. Credo che se mai avrò una famiglia sarà dura tirare
avanti con trecento mila al mese, però credo anche che se non
leccherò culi come fa il mio caporeparto difficilmente cambieranno
le cose. Credo che c'ho un buco grosso dentro, ma anche che,
il rock n' roll, qualche amichetta, il calcio, qualche
soddisfazione sul lavoro, le stronzate con gli amici ogni tanto
questo buco me lo riempiono. Credo che la voglia di scappare da
un paese con ventimila abitanti vuol dire che hai voglia di scappare
da te stesso, e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Eddie Merckx.
Credo che non è giusto giudicare la vita degli altri, perché
comunque non puoi sapere proprio un cazzo della vita degli altri.


Monologo dal film Radiofreccia.

lunedì 11 febbraio 2008

Venti mioni Mafà...


Signor Presidente, e dove vuole che sia cominciato tutto? A Tor di valle, è regolare!

Beh magari non era proprio Tor di valle (era a Lungotevere Dante, nella sede dell'Università), ma se non ricordo male fu proprio recitando una delle tante scene di questo film memorabile che io e Fabio, The Fox, ci siamo conosciuti.
Come definirlo? Potrei dire che lui ama definirsi tecnico-ippico (!!!) perchè lui "ha corso, c'ha i ritagli", e che passa le nottate sur CAVALLO, ma invece de "faje male er culo.... je fa male la capoccia". Potrei anche dire che con le donne sfodera spesso il suo "soriso maggico", ma sotto sotto "NON ARMA, insomma MUFFA". Anvedi questi. Ma allora siete ignoranti, non avete studiato! Dopo che cambia lavoro je viè er complesso. D'Edipo? E',è, è...ao io nun lo so de chi è sto complesso, so solo che dopo che da le dimissioni ci vogliono almeno 4-5 mesi perchè gli torni un sorriso sul viso...potrei dirvi un sacco di altre cose, ma "Strigni strigni è solo 'ndisgraziato!"
Il suo problema e' a monte... al Monte dei Pegni pero'! E per fortuna non è mai capitato sotto le grinfie di "Tornado, il vento che uccide". ("Per dormì nun me devo mette i tappi alle orecchie: me li dovrebbi da mette ar naso!").

Come dicevamo, tutto ha inizio alla Terza Università di Roma, ovvero il luogo di ritrovo di centinaia di fanatici nullafacenti, pronti a giocare a carte, mangiare panini dallo "Zozzone", fare casino e non studiare mai.
E in questa bolgia infernale personaggio di spicco è sempre stato Fabietto. Uno che quando lo guardavi non potevi che gridargli "Gelatiii!, Noccioline!, Poppe-cornne!". Uno che tra il lusco e il brusco è riuscito sempre ad ottenere il massimo col minimo sforzo. Cioè passare gli esami studiando l'indispensabile. Facendo tre, quattro....dieci(?) cambi d'ordinamento, scegliendo alla fine "l'indirizzo falliti"...e torniamo quindi alla definizione di cui sopra: strigni, strigni è solo 'ndisgraziato! Ma naturalmente scherzo!
Come si fa a non volergli bene? Uno che alla festa di compleanno di un suo amico chiede, non ad un invitato qualsiasi, ma proprio al festeggiato, di "fargli conoscere quell'interessantissima e affascinantissima ragazza" (ma avrà detto proprio così?) e che come risposta riceve un: "Guarda che quella è mi madre!", uno che riesce sempre a fare la domanda sbagliata nel momento sbagliato alla persona sbagliata, uno che due secondi dopo essersi laureato, in giacca e cravatta, prende me e Lorenzo e ci fa: "Vi offro un panino dallo Zozzone...me ce dovete portà così...in giacca e cravatta... a sfregio!", è un personaggio troppo fuori dalle righe per catalogarlo e lasciarlo nel dimenticatoio.
Ma Fabio non è solo risate e battute. Mi legano a lui i sacrifici dell'università, piccole gioie, immancabili dolori, esperienze di vita simili e poi due anni di passione nello stesso ufficio. Lì, dove finalmente conosci e apprendi per intero cosa significa lavoro, sacrificio, gavetta, lì dove impari per la prima volta il significato e il valore dei soldi, la battuta e il conforto di un amico sono stati per entrambi l'ancora alla quale aggrapparsi. Perchè chi non vive le stesse esperienze non può capire. Può cercare di consolarti, ma non può capire.
Insomma per un pò ci siamo sentiti ripetere che eravamo forti, che dovevamo aspettare il nostro momento, che le cose sarebbero cambiate, ma noi in quei frangenti ci sentivamo sempre come quel cavallo, Mon Amour, "che è sempre un cavallo de categoria...si, categoria invalidi!" , oppure quell'altro, Soldatino, "quello più rincojonito d'Europa".
Ultimamente sono preoccupato. Si, perchè Fox non è più lui. Un pò forse se le cerca. Un pò non gli dice neanche molto bene. Ma sto notando che, sempre più spesso, prende questa seconda ragione come scusa per non reagire. E' come se dicesse: le cose vanno male, io le tento tutte, ma il destino si incaponisce contro di me. Ed invece di fermarsi a riflettere, cercando di vedere le cose con occhi obiettivi e critici, tenta di cogliere ogni cosa che gli si presenta davanti, come se fosse appena tornato da un lungo peregrinare nel deserto e la fame e la sete gli facessero mangiare e bere qualsiasi cosa gli venga offerto. E puntualmente rimane deluso dal sapore. Alle volte, come scrivevo due post, sapere che la perfezione non esiste può essere un gran vantaggio. Ho come l'impressione che lui voglia vivere solo eccitazioni da prima volta e che davanti alle prime difficoltà, proprio per la mancanza di ragionamento a monte, si sbricioli in mille pezzi. Naturalmente queste sono solo mie sensazioni. Ma siccome ho avuto carta bianca continuo nei miei ragionamenti a voce alta. Anche perchè non so se avrei il coraggio di farglieli faccia a faccia. Ma non per paura, per pudore. E allora così è più facile.
Per me lui dovrebbe fermarsi. Ma non fermarsi in maniera statica. No. Per fermarsi intendo lasciare accadere le cose così, naturalmente. Guardarle, soppesarle, pensare. Pensare soprattutto a quali obiettivi raggiungere. Capirli e perseguirli. Certo mi rendo conto che è più facile a dirsi che a farsi. Non voglio in nessun modo ergermi a Gran Maestro...anche perchè potrei farlo solo nel girone dei cretini con tutti gli errori che giornalmente commetto. Questo vuole solo essere un punto di vista diverso per "permettergli" di vedere come la vedo io da fuori. E magari trovare la chiave che sblocchi questa situazione di stallo in cui si è infilato.
In alcuni frangenti ho cercato anche di metterlo in guardia. Forse ho scelto il modo sbagliato.
Continuo a ripetere: Jerry McGuire...tu sai!
Non importa ciò che tu hai fatto fino ad ora. Se le cose vanno male è adesso che devi sacrificarti e rinunciare. Ma se fosse possibile per qualcosa in cui credi veramente. Si può vincere e si può perdere. Non ha importanza. L'importante è che la partita la giochi senza paura e soprattutto mettendo tutto te stesso. Così almeno non avrai rimpianti. Non credo che in tutta sincerità tu lo abbia sempre fatto fino ad ora. Ma forse sto diventando troppo pesante.
E allora aspetto una telefonata, una mail in cui, per l'ennesima volta mi sentirò dire:" Venti mioni, Mafà....me servono venti mioni...." a cui io risponderò:" Ho capito...hai combinato un altro dei tuoi soliti casini..." e tu: " Eeesatto!". Perchè in fondo ci piaci così: CASINARO!

mercoledì 6 febbraio 2008

Elogio della (mia) follia

















"Di me giudicheranno gli altri; eppure se la presunzione non mi
accieca
completamente, ho fatto sì l'elogio della Follia, ma non certo da
folle."
Erasmo da Rotterdam in una lettera a Tommaso Moro.

Erasmo da Rotterdam scrive L'Elogio della follia nel 1509. Verrà pubblicato nel 1515.Protagonista principale: La Follia. La Follia sfila come uno degli dei, figlia di Plutos e della Freschezza e allevata dall'ignoranza e dall'ubriachezza, i cui fedeli compagni includono Philautia (Vanità), Kolakia (Adulazione), Lethe (Dimenticanza), Misoponia (Accidia), Hedone (Piacere), Anoia (Demenza), Tryphe (Licensiosità), Komos (Intemperanza) and Eegretos Hypnos (sonno mortale). Detto questo non è difficile immaginare perchè io mi senta un "Folle".

Sono un folle. Sono un'Idealista. L'ultimo degli Idealisti. Sono un Romantico. Quindi Idealista e Romantico. Sono un'Idealista e Romantico disincantato. Gran brutta razza...razza da evitare. Si, perchè: conoscete ancora qualcuno che si accalora per un'idea? Conoscete ancora qualcuno che non riesce a passare sopra i suoi principi tanto da diventare tedioso e insistente? Se la risposta è si allora vi prego di farmelo conoscere perchè potremmo aprire un circolo riservato. Riservato a chi come noi ha questa sventura.
Sono eccessivo, lo so. Non posso farci nulla. Ma sicuramente non sono falso. Sono sconsiderato. Ma nessuno potrà mai dire che non sa cosa penso di lui.
Ma la cosa più assurda sapete qual è? E' che tutto sommato, nonostante questa mia "follia" mi abbia portato (in questo mondo cinico e razionale dove ognuno guarda il proprio orticello) più noie che vantaggi, più sconfitte che vittorie, più bocconi amari che gioie, io sono soddisfatto di ciò che sono. E non cambierei la "mia follia" con tutta la vostra razionalità.
Se dovessi mai sentire qualcuno dire: "Simone è una persona simpatica" e poi non aggiunge altro, allora saprei che quella persona non mi conosce affatto. E se quella persona è uno di voi che legge...beh la cosa mi farebbe molto male. Chi mi conosce...anzi, chi mi Conosce mi ama o mi odia. Non mi importa che faccia una o l'altra cosa. La cosa che più mi sta a cuore è che quella persona in un modo o nell'altro si è presa il disturbo di perdere un pò del suo tempo per grattare la superficie e vedere chi c'è sotto la maschera(citazione pirandelliana) da pagliaccio che indosso ogni giorno. No, non perchè ho paura del mondo, ma perchè forse non ho ancora trovato il modo di pareggiare i conti con me stesso.
Io cerco di farlo sempre. Alle volte riesco a capire le persone. Altre no. Non devo convincere nessuno della bontà delle mie idee. Non cerco consensi fini a se stessi. E non cerco vendette. Non ragiono sulla base di preconcetti, ma mi aiuto con le esperienze passate perchè credo che la Storia sia magister vitae.
E' più comodo credere che un "folle" sia tale piuttosto che ragionare sulle sue parole. E' più comodo dire: questo problema non è un mio problema che affrontare la cosa, è più facile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi piuttosto che guardare in faccia una persona e dirle perchè (secondo noi) ha sbagliato.
Sono convinto che quando mi vedrete indifferente alle vicende del mondo, o più semplicemente alle nostre, allora sarà il momento che vi dovrete preoccupare davvero; perchè quello sarà il giorno in cui la ragione avrà avuto il sopravvento sulla mia follia.
P.S. Nella foto Follia guida il carro di Amore.
P.P.S. Ancora ringraziamenti particolari: a Sara perchè è una "semifolle" e mi asseconda in tutto e per tutto (Ti Amo), a Davide perchè ancora sopporta la mia follia e a David perchè anche se non "folleggia" riesce sempre a capirmi.
P.P.P.S. Ad Anna un grande abbraccio e l'augurio che settimane come questa non debbano più venire. Ci siamo capiti ;-). Stai calma...e non ti ci abituare.

giovedì 31 gennaio 2008

Costruire

Chiudi gli occhi

immagina una gioia

molto probabilmente

penseresti a una partenza



ah si vivesse solo di inizi

di eccitazioni da prima volta

quando tutto ti sorprende e

nulla ti appartiene ancora



penseresti all'odore di un libro nuovo

a quello di vernice fresca

a un regalo da scartare

al giorno prima della festa



al 21 marzo al primo abbraccio

a una matita intera la primavera

alla paura del debutto

al tremore dell'esordio

ma tra la partenza e il traguardo



nel mezzo c'è tutto il resto

e tutto il resto è giorno dopo giorno

e giorno dopo giorno è

silenziosamente costruire



e costruire è potere e sapere

rinunciare alla perfezione



ma il finale è di certo più teatrale

così di ogni storia ricordi solo

la sua conclusione



così come l'ultimo bicchiere l'ultima visione

un tramonto solitario l'inchino e poi il sipario

tra l'attesa e il suo compimento

tra il primo tema e il testamento



nel mezzo c'è tutto il resto

e tutto il resto è giorno dopo giorno

e giorno dopo giorno è

silenziosamente costruire



e costruire è sapere e potere

rinunciare alla perfezione



ti stringo le mani

rimani qui

cadrà la neve

a breve







Niccolò Fabi, Costruire
http://www.youtube.com/watch?v=U-oaiz92E9Q


Probabilmente non sarà un pezzo che segnerà la Storia della Musica...ma a me piace ed è di grande ispirazione.

martedì 22 gennaio 2008

Sondaggi,cene e...tartarughe!

Il popolo del Web si è pronunciato...i conti non tornano come al solito, ma tutto sommato chissenefrega. E nei giorni in cui sembra che il secondo governo Prodi vada a farsi benedire, nei giorni in cui c'è chi auspica elezioni anticipate, governi tecnici e referendum...noi della Compagnia abbiamo scelto: la maggioranza vuole comprare un nuovo PC alla Cate milanese doc. Forse in cuor suo "la nostra promessa sposa" (ricordate "quel ramo del lago di Como...") sperava in una nostra ulteriore spinta per il matrimonio, ma si sa...chi fa da sè fa per tre...o no?



Nel frattempo Robert DeMinkio lavora, compra mobili...e si ritrova la mail piena di "monnezza" (leggere l'ultimo commento del post precedente per capire...)!



Ultimamente ci sono state tante cose da raccontare. Due cene luculliane. Una serata di festeggiamenti in quel di San Lorenzo. E naturalmente scambi di e-mail, battute, aneddoti e macchine euro 4 che dopo un anno di vita sono più vecchie di mio nonno e mia nonna messi assieme.

Ma andiamo per ordine. Primo quesito: ma perchè tutte le volte che si decide di andare a mangiare una pizza poi va a finire che si mangia (nella migliore delle ipotesi) la pizza e una serie di piatti che solo a leggerli nel menù il fegato prende le valigie e ti saluta?

Così è successo la prima volta. Quella sera avevamo deciso che, per una volta, dovevamo avvicinarci dalle parti di Silvia. Solo per una pizza. E magari un tiramisù di Pompi. Io e Sara arriviamo all'appuntamento con L&L e Davide con un quarto d'ora di ritardo. Calcolando che la pizzeria (dopo scoprimmo che era anche ristorante) ci avrebbe tenuto il posto solo fino alle nove e che Dave e Silvia erano in loco per fermare il tavolo e che erano le 8:25 e noi stavamo partendo ora, le parolaccie che Lorenzo e Davide mi inveivano contro non mi parevano così esagerate. Incredibilmente però, riusciamo ad arrivare puntuali al ristorante e, cosa ancora più incredibili riusciamo a parcheggiare in soli 2 minuti (si calcoli che la zona in questione è via Tuscolana...e non devo aggiungere altro!). Entriamo, ci sediamo, ordiniamo... 3 fiori di zucca, 3 filetti di baccalà, 5 supplì, 5 crocchette, due porzioni di olive ascolane e due di mozzarelline, 7 bruschette, e un "tagliere di salumi" con formaggio, salame, mortadella, cinghiale, salciccia, ed ogni ben di Dio! Acqua ( ...a garganella), coca cola (che non gonfia per nulla!), birra...

Io e Davide poi ci superiamo... pizza bufala e mortadella...delicatiSSSSSima! Gli altri tra margherita e 4 stagioni. Si parla, si mangia. La cena è tranquilla e piacevole. Dave poi è il vero mattatore. Da quella sera in avanti infatti, o tace (perchè è preso in giro) o sentenzia (neanche parla...sembra la Cassazione).

Alla fine della cena ci alziamo, paghiamo e corriamo da Pompi dove ci aspettano circa 200 persone. Esagero? No, è vero...erano 300...e tutte in doppia fila poi! Il tiramisù però era spettacolare. Davide avrebbe anche gradito qualche spedizione verso locali notturni, ma ormai tanto c'è abituato: quando esce con i nonni dei Parenti (che saremmo io, Sara, Dave, Silvia...insieme agli ormai celeberrimi L&L) massimo alle due tutti a nanna. In realtà Laura ci spera ancora che la sua dolce metà prima o poi mantenga la promessa e la riporti a ballare, ma si sa: la speranza è l'ultima a morire.

Altro giro, altra corsa. Stavolta però, ai magnifici sette vanno considerati anche Giampo e signora. Sempre perchè decidiamo e prenotiamo, perchè siamo persone previdenti e perchè le cose le decidiamo con largo anticipo, ci ritroviamo alle 8 e un quarto sotto casa di Sara senza una metà, senza una prenotazione, con due Ford Fiesta (che sarebbero, di lì a poco, diventate 3) e con una sola idea fissa in testa: aiutare Silvia nella sua prima settimana di dieta. Cascasse il mondo avremmo mangiato solo la pizza! Alle nove arriviamo al ristorante. Sabato sera, pizzeria/ristorante...senza prenotazione... 9 persone affamate. Il padrone (che mi conosce da una vita) mi fa:"Simò, bello de casa, c'è da aspettà...parecchio!". Ed io:"Gianfrà, tranquillo, solo dimme quanto perchè se so due ore me ne vado a mangià da qualche altra parte". Lui:"Prima delle dieci hai il tavolo!". "Aspetto!".

Devo dire che è stato di parola: alle dieci eravamo già seduti al tavolo. Solo che non ho mai detto, mai raccontato e mai scritto, che Noi della Compagnia siamo gente di parola. 4 gnocchi pachino e spigola, uno gnocco allo scoglio e uno ai 4 formaggi, 3 arrosti misti di pesce comprensivi di: una spigola a testa, un calamaro gratinato, una mazzancolla e qualche "pulpettiello" arrosto più patate al forno. Antipasti misti: bruschetta, supplì e crocchette, patata al forno. Acqua e vino. 3 millefoglie e una cialda al gelato. Grappa e limoncello.Per noi. Silvia: una margherita! Certo che alle volte il Signore è proprio ingiusto: oltre a dover sopportare Dave, ora deve sopportare anche gli amici...dove sarà la giustizia Divina?

All'uscita dal ristorante si decide anche della festa di Alessia. Sabato 19. Tutti a San Lorenzo. Pub caotico, ma con un cameriere che, parafrasando i Profilax, era il più frocio de Los Angeles. birretta, quattro chiacchere, un pò di risate. E dato che dopo tempo immemore eravamo stati bravissimi e non eravamo stati a cena fuori ci siamo premiati. Cornetteria e tanti dolci...e Silvia sempre più contenta!

Due o tre riflessioni per concludere. La prima: ma secondo voi con tutto quello che magno me devo stupì che poi stò una settimana a casa col mal di pancia? La seconda: ma Caterina si è portata su il sole? E no perchè ci racconta di gite sui navigli, di montagne innevate e di giornate terse. Quindi delle due l'una: o sta eseguendo il suo mantra personale per autoconvincersi o c'hanno sempre raccontato tante Minchiate su Milano e dintorni...


Terza: Dave sei un fenomeno... e tu sai perchè!






P.S. PG se ci sei batti un colpo!




P.P.S. Fabio ed Anna: siete spariti!!!!!!!!!!!Che fine avete fatto?




P.P.S. Daviduccio...tiette pronto che appena recupero andiamo a cena insieme ...e tu sai che vuol dire! Nel frattempo non mi odiare...ma lo sapevi che prima o poi l'avrei fatto, no?

martedì 15 gennaio 2008

Salva una Caterina anche tu...

Ci sono state quelle anti-Berlusconi. Ci sono state quelle contro la pena di morte. Quelle per la salvaguardia dell'ambiente e delle creature che lo popolano. Ci sono state quelle per le quote rosa e quelle per l'aborto. Quelle per il divorzio. Quelle per salvare le foche monache.
E' arrivato il momento di fare qualcosa di importante per noi della Compagnia. E' importante che tutti noi, visto il nostro spiccato senso civico, prendiamo una posizione. Vi invito quindi a partecipare alla petizione:



SALVATE CATERINA! AIUTIAMOLA!!



Avete fatto caso come da quando è ritornata su a Milano dal suo terribile uomo (Robert de Minkio) nessuna mail, nessun commento ai post, nessun commento sul forum...
Aiutiamola ragazzi. Gli amici si vedono nel momento del bisogno.

Per questo dico ( e spero che vi uniate a me): Minkio lascia il PC anche a Cate!



giovedì 10 gennaio 2008

...Però io so stata tanto male....

La mia atavica sfiducia verso l'altro in generale mi porta sempre a diffidare. Quando ho cominciato a spargere la voce dell'apertura del blog la risposta più gettonata è stata: "Fico, lo metterò tra i miei preferiti!". Non avevo molti dubbi che ciò accadesse, d'altronde si perdono dai 3 ai 5 secondi per fare un'operazione del genere. La cosa che, invece, mai avrei sperato era vedere come le persone entrano in questo piccolo spazio, leggono e addirittura scrivono un commento! Certo, c'è ancora tanta gente (vero "Bella Napoli"??!) che deve essere pregata, ma se tutto sommato fino all'altro giorno ero soddisfatto, oggi sono addirittura esterrefatto. Una sorpresa ad esempio è venuta da Sonia che ha commentato più di un post, ma anche tutti voi della Compagnia siete stati una piacevole sorpresa. No, mai avrei pensato ad un abbandono da parte vostra, ma neanche tutta questa partecipazione.
Ieri sera però, più precisamente alle 18:01, c'è stata un'altra bellissima e graditissima sorpresa. Toh, un commento di una persona che non fa parte della Compagnia (anche se lo meriterebbe!).
Parafrasando Montalbano... Mettetivi comodi perchè voglio contarvi una storia.

La ragazza in questione (facciamo così, per ora manteniamo l'anonimato) è una di quelle figure che hanno segnato il corso della mia esistenza. Un pò perchè (ma soprattutto: chissà perchè) l'ho sempre stimata, un pò perchè anche con lei siamo cresciuti insieme e un pò perchè come me sembra avere un caratteraccio ed invece...ce l'ha!No scherzo...è carinissima.
Come in quasi tutte le storie di amicizia che riguardano il sottoscritto, cominciamo il nostro rapporto litigando e standoci anche un pò sui maroni. Piano, piano però le qualità (ma ce ne sono?) dell'uno e dell'altro vengono fuori. Forse il segreto della nostra amicizia è che non ci piacciono le stesse persone? (Sono sicuro che questa a qualcuno la devo spiegare, vabbè...). O forse perchè gli opposti si cercano sempre come il polo positivo e negativo di un magnete? O forse perchè alla fine non si è poi così diversi?
Per questioni di cuore rivolgersi a lei. Dopo la mia prima vera brutta batosta, avevamo circa 20 anni, l'amichetta mia viene a prendermi a casa con la sua uno bianca. Meta: tristissimo pub a Casal Brunori (lo so che non sapete neanche dove minchia sia, però non è colpa mia se non conoscete Roma) buono però per serate "sfogo" come quella che mi (ci) attendeva.
Arriviamo al pub e, secondo me, la signorina (...ci tiene!) si era già pentita di avermi invitato ad uscire. Alzi la mano chi non conosce quanto posso essere pesante quando ho il morale sotto i tacchi. Quindi potete immaginare tutti.
Comunque, ordiniamo da bere (una guinness per lei, una chiara doppio malto per me...ancora me lo ricordo) e qualche stuzzichino (i soliti pistacchi e olive). Comincio la tiritera e incosciamente penso:"Ma guarda che amica che ho...mi sta a sentire, mi capisce, mi sopporta, non mi lascia mai solo!". La inondo di parole, di tantissimi come, di una moltitudine di perchè, di forti come ha potuto. Ad un certo punto la domanda cruciale:"Tu che ne pensi?" e lei, con lo sguardo di chi si è appena svegliato da un sonnellino pomeridiano, con la tranquillità di chi non ha carichi pendenti con la propria coscienza, con la sottile ironia di chi il problema non lo vede proprio, mi fà:"Peccato che questo pub non sia conosciuto perchè la birra è ottima!".
Il mondo che mi crolla...attimi di suspance (mamma mia 'sto corso d'inglese)...e poi una ricca risata! Oppure di quella pasquetta...vabbè lasciam perdere. Che è meglio.
Come descriverla? Avete presente il dizionario Garzanti italiano-inglese inglese-italiano?
Diciamo che quando penso a lei non so se devo rifermi alla parte italiana o a quella british. E non perchè voglia fare la dandy a tutti i costi, no, è solo perchè ha una mamma inglese e un papà italiano. A seconda delle circostanze preferisce adottare una parte o l'altra. Volete farla andare in bestia? Confondete il Galles con l'Inghilterra, ditegli che gli irlandesi sono il popolo anglosassone che amate di più o che il Grande Pyson è per lei quello che il Big Ben è per i londinesi. A scelta una delle tre...fate voi! Volete che diventi un'assassina? Toccatele la famiglia...in qualsiasi modo. Oppure trasformatevi da turisti tedeschi/francesi/spagnoli a Roma, rivolgetele una domanda in inglese e poi, dopo aver ascoltato la risposta, criticatela per il suo scarso inglese! Tifosissima della Roma, gelosissima del fratello (più piccolo). Insieme al ragazzo (tra l'altro anche lui un mio grande amico) compagna di ottime mangiate. Al ristorante, a casa, in agriturismo, in pizzeria, al lago, al mare, in montagna e in collina, con il sole, con la notte, con la nebbia, con il freddo, con il caldo, con la neve...no con quella ce manca, insomma dovunque, con qualsiasi situazione psicologica e ambientale, noi quando ci vediamo dobbiamo mangiare. Non è stato sempre così, ma la tendenza ha avuto una notevole accelerazione man mano che passava il tempo. Sapevo che leggeva il blog. Non ero sicuro della frequenza con la quale lo faceva, ma sapevo che di tanto in tanto veniva a sbirciare tra queste pagine. Ieri, alle 18:01 appunto, sorpresa delle sorprese. E come al solito non è riuscita a non prendermi per il culo (doppia negazione afferma!). Come ai bei vecchi tempi in cui non facevamo altro per tutto il giorno (certo che studiare mai, che finaccia). Ci sarebbe, parlando di lei, la voglia di citare versi, conclamare fatti ma la cosa che più ci terrà uniti sarà (come tra l'altro scrive lei nel commento) che è stata tanto male! Da ben tre anni, infatti, è questo il tormentone dell'estate (e non solo) che in ogni occasione salta fuori...e che ci fa sempre sbellicare dalle risate.
E non è che prima le cose erano tanto diverse. Infatti il minimo comun denominatore delle nostre infinite (quanto belle) chiaccherate è sempre stato: si vabbè, le cose so due...poi va a sapè qual'è quella giusta!



Naturalmente ci sono tante cose che mi legano a lei. E nessuna deve in qualche modo uscir fuori. Sono nostre. E come in ogni rapporto speciale, è giusto conservarle in un angolo speciale del cuore...



P.S. Ma poi te sei ripresa, vero Jennifer?

P.P.S. Ma quando te sposi Er Pyson me inviti, si?

lunedì 7 gennaio 2008

Una telefonata

Tornando a casa dopo una lunga giornata di lavoro e una dura sessione in palestra noto sul viso di madre un leggero sorriso. No, non era un sorriso ma qualcosa di più. Avete presente la faccia di un bambino che ha appena commesso una marachella? O quella di quando ha mangiato un pò di cioccolata di nascosto?
Non gli do soddisfazione. Entro e faccio finta di niente. Anche perchè penso: se è qualcosa che mi vuol dire non tarderà a farsi viva. E infatti puntuale come il cannone del gianicolo a mezzogiorno eccola che bussa alla porta di camera mia.
Ti devo dire una cosa...maddai?! Oggi pomeriggio ha telefonato Francesca. Mia sorella non poteva essere (mi avrebbe chiamato direttamente), non rimaneva che "quella" Francesca. Maddai? faccio io tra l'emozionato e il preoccupato. Si, fa mia madre, mi ha lasciato il suo numero di telefono.Puoi telefonare a qualsiasi ora.

Mangio una fettina parlando con Sara. Racconto l'antefatto e le dico che gli avrei fatto sapere più tardi. Mamma mia...quanto sarà che non sento Francesca? Ehhhh di più. Eppure lei è sempre stata presente. No, non con voi della Compagnia no. Ma in come sono io.
Voi dite che ho un caratteraccio? Beh avrei voluto vedervi al posto di Francesca.

Siamo cresciuti insieme. Quando l'ho conosciuta io avevo 12 anni. Lei qualcuno in più (non tanti è...eppoi di una signora non si dice MAI l'età!). Ero la mascotte del gruppo. Il più piccolo. Quello da difendere e da perculare. Quello da proteggere e da coccolare. Ed infatti, insieme ad un'altra ragazza di nome Elena, Francesca è stata contemporaneamente la mia migliore amica, una seconda mamma, una sorella maggiore. La prima vacanza da solo? A Gardaland insieme a lei, Elena e Cristian. La prima sigaretta? Insieme a lei. La prima litigata seria? Con lei.
Penso che le parole:" Quando passo io tu mi devi dare tanto di cappello!" oltre a risuonare ancora per via Sant'Arcangelo sono ancora nelle sue orecchie fuse con le risate che dopo ci siamo fatti insieme. E la patente, la macchina, il sabato sera a viale trastevere ad inseguire una peugeot 205...
Quanto le piaceva stuzzicarmi! In tutti i modi. E io quanto mi incazzavo. Eppure guai a chi mi toccava Francesca. Guai a chi mi toccava Elena. Loro potevano permettersi di dirmi cose che nessuno (neanche le mie ragazze di allora) poteva. E io magari a loro.Ma in quella cucina nell'appartamento al terzo piano quanti pianti, quanti risate, quante confidenze, quanti pettegolezzi, quanti vaffa e quanti auguri ci siamo fatti?
Poi la vita, come spesso accade (ma è proprio la vita? o siamo noi che ad un certo punto molliamo un pò la presa?), ci ha portato piano piano a vederci meno. Ci volevamo meno bene? No assolutamente. L'Amicizia, quella con la A maiuscola, non ha mica bisogno di vedersi tutti i giorni. E neanche di sentirsi. Solo percorsi di vita paralleli. Io sempre più preso dall'università. Lei sempre più presa con un ragazzo che è riuscito a rubarle il cuore.
E così eccomi davanti al cellulare. Il numero l'ho già composto. Solo che tutto questo e tanto, tanto altro, mi gira nel cervello. Ma ce l'ho il coraggio di schiacciare l'invio? Si, ce l'ho. Squilla. 1, 2 poi all'improvviso un "Pronto?"...e la sua voce. No, non l'ha cambiata. Sono cambiate tante cose da quando eravamo due adolescenti che crescevano insieme, ma la voce, quel particolare timbro è sempre lì a ricordarci le cose buone della nostra esistenza.
E ci rimettiamo a parlare. Novità. Quanto tempo. Ti sei laureato. Chiedo sempre di te. Cristiano ha tre anni. E poi è un raccontare e ricordare che è giusto resti nella mia mente. Come credo sia rimasto nella sua.

Il 12 Aprile si sposa. Ha ripensato a me. Che onore. E allora questo post è per lei. Per dirle non solo che sarò lì qualsiasi cosa succeda, ma per dirle anche che se oggi sono come sono, e sono quel che sono, con i miei pregi e con i miei difetti, è anche grazie ad una persona che per ben 13 anni ha camminato con me fianco fianco...

domenica 6 gennaio 2008

Riassunto e inizio

Ero in debito. Vi avevo promesso post e post sulla festa di Davide, sul rientro dei coniugi DENDRIA a Roma, sul Natale, sul Capodanno e naturalmente sulla mia festa di compleanno...cerchiamo oggi di mettere tutto a post con un post che, preso in seria considerazione il suggerimento/critica/pensiero/riflessione...o parabola... del Robert De Niro della Padania, vuole essere un riassunto/spunto per i vostri commenti.



Cominciamo quindi con la festa del nostro "amico delle donne" Davide. Aveva deciso di festeggiare il suo compleanno con la sua cuginetta mischiando così i due gruppi di amici. La sala presa per l'evento era abbastanza grande. Tavolini, illuminazione, tavolo con consolle da DJ (very professional), caminetto acceso come riscaldamento e cibo e bevande (alcoliche e non) a volontà.

Bella musica, bella gente e l'incursione, direttamente da Milàn del lumbàrd più romano della Padania. Certo, vederlo da solo senza Cate fa sempre un certo effetto. Anche perchè da solo 'ndo và? Ma dopo mesi di totale assenteismo da blog, forum, msn, telefoni etc vederlo in carne e ossa ci ha fatto piacere.

Davide si è cimentato (come ai bei vecchi tempi) alla consolle riscuotendo anche un certo successo. Il problema viene quando se mette in testa de fa l'alternativo e allora comincia a piazzare musica imballabile e la pista si svuota impietosamente...

Ah dimenticavo. E' proprio in concomitanza con questa occasione che Anna "Bella Napoli" ha inaugurato il viaggio "tocca e fuggi". Nel senso che viene nella Capitale per quelle 4-5-6 ore e poi con molta naturalezza (come se prendesse la metro da Termini a Cavour) riprende il treno e se ne rivà....Certo è che se non sono matti non ce li vogliamo. O no?

Il periodo pre-natalizio è stato molto tranquillo. Tutti non vedevano l'ora di arrivare al 21 dicembre. Quella data significava infatti almeno una decina di giorni di ferie.
26-27-28-29 sono state tutte giornate dedicate alla ricerca di come festeggiare il Capodanno. Una cosa sola è certa a questo mondo: la morte. Da quest'anno sono diventate due: la seconda è che il gruppo della Compagnia decide i festeggiamenti per Capodanno il 29 dicembre anche se ne comincia a parlare un paio di mesi prima!
Si opta per la residenza romana del Robert De Niro padano. Cate, come al solito splendida, è riuscita a deliziarci con: lasagna al ragù, lasagna al pesto, polpettine al sugo, cotechino e lenticchie, mousse al cioccolato e crema....non mi ricordo ma era buonissima! La serata ha visto anche 2 incredibili rientri nel gruppo. Due figliol prodighi tornati all'ovile: Giampo (con signora) e PG (senza signora).
Unico assente (giustificato): Fabio The Fox. Fuochi artificiali, trenini e karaoke hanno scandito il ritmo della serata fino a che... problemi di stomaco (del figlio di un vicino) alle 4 del mattino ci hanno bruscamente riportato alla realtà!

Il primo vegeto...come il resto del gruppo. Il due compio gli anni: 32 primavere. E so sempre er ghepardo de na volta!

Festeggio con tutti il 4. Birretta a trastevere. Regali centratissimi da parte di tutti: i-Pod da parte della compagnia. CD di Ligabue da parte di sorema! E un' Eneide, stampata nel 1814, che da inizio alla mia collezione personale di rare edizioni e libri antichi, da parte di Sara.
E l'uomo campa...MEGLIO!


P.S. Un ringraziamento a parte ad Anna "Bella Napoli" che con uno dei suoi viaggi tocca e fuggi è stata presente ai miei festeggiamenti.

P.S.S. Stè so stato abbastanza sintetico?