lunedì 11 febbraio 2008

Venti mioni Mafà...


Signor Presidente, e dove vuole che sia cominciato tutto? A Tor di valle, è regolare!

Beh magari non era proprio Tor di valle (era a Lungotevere Dante, nella sede dell'Università), ma se non ricordo male fu proprio recitando una delle tante scene di questo film memorabile che io e Fabio, The Fox, ci siamo conosciuti.
Come definirlo? Potrei dire che lui ama definirsi tecnico-ippico (!!!) perchè lui "ha corso, c'ha i ritagli", e che passa le nottate sur CAVALLO, ma invece de "faje male er culo.... je fa male la capoccia". Potrei anche dire che con le donne sfodera spesso il suo "soriso maggico", ma sotto sotto "NON ARMA, insomma MUFFA". Anvedi questi. Ma allora siete ignoranti, non avete studiato! Dopo che cambia lavoro je viè er complesso. D'Edipo? E',è, è...ao io nun lo so de chi è sto complesso, so solo che dopo che da le dimissioni ci vogliono almeno 4-5 mesi perchè gli torni un sorriso sul viso...potrei dirvi un sacco di altre cose, ma "Strigni strigni è solo 'ndisgraziato!"
Il suo problema e' a monte... al Monte dei Pegni pero'! E per fortuna non è mai capitato sotto le grinfie di "Tornado, il vento che uccide". ("Per dormì nun me devo mette i tappi alle orecchie: me li dovrebbi da mette ar naso!").

Come dicevamo, tutto ha inizio alla Terza Università di Roma, ovvero il luogo di ritrovo di centinaia di fanatici nullafacenti, pronti a giocare a carte, mangiare panini dallo "Zozzone", fare casino e non studiare mai.
E in questa bolgia infernale personaggio di spicco è sempre stato Fabietto. Uno che quando lo guardavi non potevi che gridargli "Gelatiii!, Noccioline!, Poppe-cornne!". Uno che tra il lusco e il brusco è riuscito sempre ad ottenere il massimo col minimo sforzo. Cioè passare gli esami studiando l'indispensabile. Facendo tre, quattro....dieci(?) cambi d'ordinamento, scegliendo alla fine "l'indirizzo falliti"...e torniamo quindi alla definizione di cui sopra: strigni, strigni è solo 'ndisgraziato! Ma naturalmente scherzo!
Come si fa a non volergli bene? Uno che alla festa di compleanno di un suo amico chiede, non ad un invitato qualsiasi, ma proprio al festeggiato, di "fargli conoscere quell'interessantissima e affascinantissima ragazza" (ma avrà detto proprio così?) e che come risposta riceve un: "Guarda che quella è mi madre!", uno che riesce sempre a fare la domanda sbagliata nel momento sbagliato alla persona sbagliata, uno che due secondi dopo essersi laureato, in giacca e cravatta, prende me e Lorenzo e ci fa: "Vi offro un panino dallo Zozzone...me ce dovete portà così...in giacca e cravatta... a sfregio!", è un personaggio troppo fuori dalle righe per catalogarlo e lasciarlo nel dimenticatoio.
Ma Fabio non è solo risate e battute. Mi legano a lui i sacrifici dell'università, piccole gioie, immancabili dolori, esperienze di vita simili e poi due anni di passione nello stesso ufficio. Lì, dove finalmente conosci e apprendi per intero cosa significa lavoro, sacrificio, gavetta, lì dove impari per la prima volta il significato e il valore dei soldi, la battuta e il conforto di un amico sono stati per entrambi l'ancora alla quale aggrapparsi. Perchè chi non vive le stesse esperienze non può capire. Può cercare di consolarti, ma non può capire.
Insomma per un pò ci siamo sentiti ripetere che eravamo forti, che dovevamo aspettare il nostro momento, che le cose sarebbero cambiate, ma noi in quei frangenti ci sentivamo sempre come quel cavallo, Mon Amour, "che è sempre un cavallo de categoria...si, categoria invalidi!" , oppure quell'altro, Soldatino, "quello più rincojonito d'Europa".
Ultimamente sono preoccupato. Si, perchè Fox non è più lui. Un pò forse se le cerca. Un pò non gli dice neanche molto bene. Ma sto notando che, sempre più spesso, prende questa seconda ragione come scusa per non reagire. E' come se dicesse: le cose vanno male, io le tento tutte, ma il destino si incaponisce contro di me. Ed invece di fermarsi a riflettere, cercando di vedere le cose con occhi obiettivi e critici, tenta di cogliere ogni cosa che gli si presenta davanti, come se fosse appena tornato da un lungo peregrinare nel deserto e la fame e la sete gli facessero mangiare e bere qualsiasi cosa gli venga offerto. E puntualmente rimane deluso dal sapore. Alle volte, come scrivevo due post, sapere che la perfezione non esiste può essere un gran vantaggio. Ho come l'impressione che lui voglia vivere solo eccitazioni da prima volta e che davanti alle prime difficoltà, proprio per la mancanza di ragionamento a monte, si sbricioli in mille pezzi. Naturalmente queste sono solo mie sensazioni. Ma siccome ho avuto carta bianca continuo nei miei ragionamenti a voce alta. Anche perchè non so se avrei il coraggio di farglieli faccia a faccia. Ma non per paura, per pudore. E allora così è più facile.
Per me lui dovrebbe fermarsi. Ma non fermarsi in maniera statica. No. Per fermarsi intendo lasciare accadere le cose così, naturalmente. Guardarle, soppesarle, pensare. Pensare soprattutto a quali obiettivi raggiungere. Capirli e perseguirli. Certo mi rendo conto che è più facile a dirsi che a farsi. Non voglio in nessun modo ergermi a Gran Maestro...anche perchè potrei farlo solo nel girone dei cretini con tutti gli errori che giornalmente commetto. Questo vuole solo essere un punto di vista diverso per "permettergli" di vedere come la vedo io da fuori. E magari trovare la chiave che sblocchi questa situazione di stallo in cui si è infilato.
In alcuni frangenti ho cercato anche di metterlo in guardia. Forse ho scelto il modo sbagliato.
Continuo a ripetere: Jerry McGuire...tu sai!
Non importa ciò che tu hai fatto fino ad ora. Se le cose vanno male è adesso che devi sacrificarti e rinunciare. Ma se fosse possibile per qualcosa in cui credi veramente. Si può vincere e si può perdere. Non ha importanza. L'importante è che la partita la giochi senza paura e soprattutto mettendo tutto te stesso. Così almeno non avrai rimpianti. Non credo che in tutta sincerità tu lo abbia sempre fatto fino ad ora. Ma forse sto diventando troppo pesante.
E allora aspetto una telefonata, una mail in cui, per l'ennesima volta mi sentirò dire:" Venti mioni, Mafà....me servono venti mioni...." a cui io risponderò:" Ho capito...hai combinato un altro dei tuoi soliti casini..." e tu: " Eeesatto!". Perchè in fondo ci piaci così: CASINARO!

mercoledì 6 febbraio 2008

Elogio della (mia) follia

















"Di me giudicheranno gli altri; eppure se la presunzione non mi
accieca
completamente, ho fatto sì l'elogio della Follia, ma non certo da
folle."
Erasmo da Rotterdam in una lettera a Tommaso Moro.

Erasmo da Rotterdam scrive L'Elogio della follia nel 1509. Verrà pubblicato nel 1515.Protagonista principale: La Follia. La Follia sfila come uno degli dei, figlia di Plutos e della Freschezza e allevata dall'ignoranza e dall'ubriachezza, i cui fedeli compagni includono Philautia (Vanità), Kolakia (Adulazione), Lethe (Dimenticanza), Misoponia (Accidia), Hedone (Piacere), Anoia (Demenza), Tryphe (Licensiosità), Komos (Intemperanza) and Eegretos Hypnos (sonno mortale). Detto questo non è difficile immaginare perchè io mi senta un "Folle".

Sono un folle. Sono un'Idealista. L'ultimo degli Idealisti. Sono un Romantico. Quindi Idealista e Romantico. Sono un'Idealista e Romantico disincantato. Gran brutta razza...razza da evitare. Si, perchè: conoscete ancora qualcuno che si accalora per un'idea? Conoscete ancora qualcuno che non riesce a passare sopra i suoi principi tanto da diventare tedioso e insistente? Se la risposta è si allora vi prego di farmelo conoscere perchè potremmo aprire un circolo riservato. Riservato a chi come noi ha questa sventura.
Sono eccessivo, lo so. Non posso farci nulla. Ma sicuramente non sono falso. Sono sconsiderato. Ma nessuno potrà mai dire che non sa cosa penso di lui.
Ma la cosa più assurda sapete qual è? E' che tutto sommato, nonostante questa mia "follia" mi abbia portato (in questo mondo cinico e razionale dove ognuno guarda il proprio orticello) più noie che vantaggi, più sconfitte che vittorie, più bocconi amari che gioie, io sono soddisfatto di ciò che sono. E non cambierei la "mia follia" con tutta la vostra razionalità.
Se dovessi mai sentire qualcuno dire: "Simone è una persona simpatica" e poi non aggiunge altro, allora saprei che quella persona non mi conosce affatto. E se quella persona è uno di voi che legge...beh la cosa mi farebbe molto male. Chi mi conosce...anzi, chi mi Conosce mi ama o mi odia. Non mi importa che faccia una o l'altra cosa. La cosa che più mi sta a cuore è che quella persona in un modo o nell'altro si è presa il disturbo di perdere un pò del suo tempo per grattare la superficie e vedere chi c'è sotto la maschera(citazione pirandelliana) da pagliaccio che indosso ogni giorno. No, non perchè ho paura del mondo, ma perchè forse non ho ancora trovato il modo di pareggiare i conti con me stesso.
Io cerco di farlo sempre. Alle volte riesco a capire le persone. Altre no. Non devo convincere nessuno della bontà delle mie idee. Non cerco consensi fini a se stessi. E non cerco vendette. Non ragiono sulla base di preconcetti, ma mi aiuto con le esperienze passate perchè credo che la Storia sia magister vitae.
E' più comodo credere che un "folle" sia tale piuttosto che ragionare sulle sue parole. E' più comodo dire: questo problema non è un mio problema che affrontare la cosa, è più facile nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi piuttosto che guardare in faccia una persona e dirle perchè (secondo noi) ha sbagliato.
Sono convinto che quando mi vedrete indifferente alle vicende del mondo, o più semplicemente alle nostre, allora sarà il momento che vi dovrete preoccupare davvero; perchè quello sarà il giorno in cui la ragione avrà avuto il sopravvento sulla mia follia.
P.S. Nella foto Follia guida il carro di Amore.
P.P.S. Ancora ringraziamenti particolari: a Sara perchè è una "semifolle" e mi asseconda in tutto e per tutto (Ti Amo), a Davide perchè ancora sopporta la mia follia e a David perchè anche se non "folleggia" riesce sempre a capirmi.
P.P.P.S. Ad Anna un grande abbraccio e l'augurio che settimane come questa non debbano più venire. Ci siamo capiti ;-). Stai calma...e non ti ci abituare.