sabato 29 agosto 2009

....tutto il resto è rumore bianco!

... E tutto quello che devi fare è metteti le cuffie... sdraiarti x terra ed ascoltare il cd della tua vita... traccia dopo traccia.. nessuna è andata persa...tutte sono state vissute... e tutte, in un modo o nell'altro, servono ad andare avanti... non pentirti, non giudicarti, sei quello che sei e non c'è niente di meglio al mondo.. pause, rewind, play.. e ancora... e ancora... non spegnere mai il tuo campionatore, continua a registrare e a mettere insieme i suoni per riempire il caos che hai dentro... e se scenderà una lacrima quando l'ascolti... bhe, non avere paura: è come la lacrima di un fan che ascolta la sua canzone preferita...

sabato 15 agosto 2009

Il buongiorno si vede dal mattino

Il quattordici Agosto per tutti i dipendenti Technip è da contratto un giorno di ferie. Era già una decina di giorni che tra noi si parlava di cosa avremmo fatto, dove saremmo andati e soprattutto quanto ci saremmo riposati. Io avevo fatto il mio bel progettino: giovedi sera tranquillo, venerdi di trasloco da hotel a casa e sabato e domenica di sano e puro riposo sistemando casa e facendo un pò il turista per Danzica.
In realtà non è che le cose siano andate esattamente come avevo progettato.
Ma facciamo un passo indietro. Avvenuta la conferma dalle alte sfere del cantiere che, in buona sostanza, venerdi 14 possiamo fare come più ci aggrada, guardo curioso il sorrisetto ironico stampato sulla faccia del mio supervisore. No, no, amico mio, ho da fare un trasloco, ti prego non ti inventare nulla! Dai no Simo, veniamo così ci smazziamo un pò di carta, in tutta tranquillità facciamo un giro in campo, ma soprattutto vediamo di mettere un punto a queste benedette quantità della colonna C3!
E così dopo un lungo: vengo, non vengo, decido che si, che diavolo, i miei programmi possono essere leggermente modificati.
Venerdi mattina mi alzo più tumefatto del solito. A stento riconosco la mia faccia nello specchio. D'altronde so pure le 6 del mattino...
Il tempo non è un granchè: nere nubi all'orizzonte non promettono nulla di buono ed un vento freddo spira da nord nord-est. Quando mi metto in macchina la città dorme ancora e la torcia dell'impianto che si vede in lontanza continua a sputare alte fiamme facendola assomigliare ad un faro che mi guida verso il mio attracco.
Il percorso a piedi che dal gate dell'impianto mi porta agli uffici è battuto da un vento che alza nuvole di polvere che fanno diventare difficile la respirazione.
Neanche il tempo di sistemare il pc e di indossare la "tenuta completa" (tuta, scarpe, casco, occhiali, guanti e cintura di protezione) che comincia un violentissimo temporale. Pino entra in stanza e fa: "Guagliò, brutte nuove: devi andare sul compressore K2 e poi sulla colonna C3..." ed io:" Vabbè moh che smette..." e lui:" A D E S S O!" scandendo lettera per lettera.
Quindi oltre a tutto l'armamentario aggiungeteci anche l'impermeabile (giallo, ma che più giallo non si può).
Vestito come un palombaro mi avvicino al K2: 600 metri a piedi ed ho bagnate anche le mutande. Se il buongiorno si vede dal mattino allora si salvi chi può. Faccio le mie cose diligentemente. Controllo e verifico quello che già sapevo: nel trasporto ci avevano fatto fuori 3 manometri e due termometri sul compressore...normale amministrazione.
Il vento continua a soffiare incessantemente, ma almeno ora che sono in cima alla colonna non piove più. Anzi, un timido sole fa capolino tra le nuvole.
Controllo che tutti gli attacchi dei livelli siano a posto e scendo. Ok, si può rientrare alla base! Sono a metà strada tra l'impianto e i nostri uffici quando una folata di vento più intensa e forte delle altre apre di colpo un paio di porte dei container alla mia destra. In uno di questi c'era un operaio polacco che stava facendo i suoi bisogni. Mi giro di scatto appena sento la porta sbattere, lui mi guarda con l'aria interdetta...e con tutte le vergogne di fuori viene a chiudere la porta. Sono solo le nove di mattina...
La giornata prosegue lenta ed il tempo sembra non trascorrere mai. E' il 14 Agosto, ma a Danzica abbiamo appena 13 gradi. Alle due del pomeriggio decido che basta, non se ne può proprio più e mi rimetto in moto per tornarmene a casa. Ho ancora il trasloco da fare e poi su 60 persone siamo in 5...
Tornato in hotel mi cambio e vado a fare un minimo di spesa. Così, mentre il tempo continuava a fare il ballerino e alternava attimi di sole a rovesci bibblici, mi incollavo le 6 buste della spesa in più viaggetti per 4 piani a piedi. Ho voluto l'attichetto in centro?
In uno di questi "andataeritorno" sul portone di casa c'era una vecchietta. Curva, molto anziana. Si appoggiava ad un bastone. I pochi capelli in testa erano bianchissimi, le mani rugose. Mi avvicino per entrare e lei girandosi mi guarda con aria interrogativa. Saluto in polacco con il mio sorriso più cortese ed innocente sperando che questo la convinca a lasciarmi passare, ma lei si posiziona esattamente davanti l'entrata e comincia a pormi delle domande (immagino) in polacco (sicuro!). Sorry madame, I don't speak polish...ma la signora ce l'ha proprio con me! Mano a mano che parla mi sembra sempre di più la strega cattiva di biancaneve. Manca solo che mi offra una mela avvelenata. Ad un certo punto capisco qualcosa come Russo?Inglese? Tedesco? ed io rinfrancato rispondo: sono italiano!
La domanda è: perchè non mi faccio mai i cavoli miei? La vecchietta va su tutte le furie. Alza ripetutamente, con fare minaccioso, il bastone, come se me lo volesse dare sulla testa e (credo) spara epiteti in polacco contro di me e contro l'Italia.
Dopo circa dieci minuti così bloccato (due buste della spesa più il portatile a tracollo) la pioggia arriva in mio soccorso. Entro nel portone, saluto cordialmente e comincio a salire le scale.
Ora ricapitolando: quaranta minuti di pioggia in campo la mattina con annesso spettacolo dell'operaio polacco, 15 minuti di insulti da vecchia polacca, George Clooney avrebbe detto: What else?
Sistemo tutto con curo e mi metto sul divano a vedere un film al pc: devo aspettare le 19 perchè l'azienda telefonica locale mi manderà un tecnico che farà l'allaccio ad internet. Anzi, l'appuntamento è tra le 19 e le 21. Comodo no? Alle otto e mezzo sento citofonare: era lui. Mi si presenta un tipo bassino, un pò smunto, con due baffi importanti e la fiatella tipica di queste parti. Lui non parla inglese, io non parlo il polacco. Ah beh, cominciamo benissimo! Lavora un pò sulla presa dentro casa poi mi guarda, si rialza, va verso il tavolino e prende una sedia. La alza e penso: ci siamo...ora me la spacca in testa! Invece vuole soltanto che gli apra la porta di casa ( e ci sono arrivato dopo dieci minuti buoni!!!)
Non so dove va e cosa faccia. Dopo pochi minuti rientra e con l'aria sconsolata mi passa il suo telefonino. Un operatore dall'altra parte mi spiega in inglese che non è possibile fare l'installazione perchè qualcuno del palazzo, abusivamente, si è impossessato della mia utenza! Sono dispiaciuti e torneranno martedi allo stesso orario per sistemare la questione. Allora so io...

Il resto del terribile weekend di paura alla prossima puntata...