martedì 30 novembre 2010

Lentamente muore

Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.



Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno

di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore

chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza

per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita

di fuggire ai consigli sensati.



Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge, chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente

chi distrugge l’amor proprio,

chi passa i giorni a lamentarsi

della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande

sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde

quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo di gran lunga maggiore

del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza porterà

al raggiungimento

di una

splendida felicità.

lunedì 22 novembre 2010

Pensare troppo

Forse alcune persone pensano troppo. Forse alcune persone non pensano affatto. La via di mezzo sarebbe l'ideale, ma si sa la virtù e la saggezza sono tesori difficili da trovare. Provo ad essere un uomo "evoluto". Provo, cammino, inciampo, cado, mi rialzo, mi pulisco un pò e riparto. Spesso mi faccio rabbia. Mi domando: ma che cavolo vuoi? Cosa pretendi di più dalla vita? Guardati attorno e rifletti...spesso non riesco a darmi una risposta convincente. La perfezione non esiste, ma non è quella che cerco. Io cerco la mia perfezione. La perfezione nella nostra imperfezione. Quel grottesco paradosso che ci fa star bene anche quando sbraitiamo che le cose non sono come vogliamo noi, ma che, in fondo al tuo cuore, sai di aver scelto anche quello. Che guardi dentro di te e trovi una serenità mai vissuta prima. Quella serenità che ti fa dimenticare lo stress, i mal di pancia, gli impegni, la fame, la sete...quella serenità che ti spinge a fare cose che mai avevi pensato di poter e saper fare.
E' l'ora di affrontare i miei fantasmi. La campanella che segna la fine della ricreazione ha suonato. Gli altri sono entrati in classe e io sono ancora fuori. Perso forse in situazioni ed errori già commessi. La vita ci ripropone sempre le stesse situazioni. Solo quando finalmente abbiamo il coraggio di affrontarle, guardandole dritte in faccia, urlandogli contro: No, stavolta no...stavolta E' la volta che ti batterò per sempre, solo quando avremo superato il tutto, solo allora potremo ripartire e voltare pagine. Vincere o perdere con i propri fantasmi? Non ha importanza, come sempre. L'importante è non restare bloccati dalla paura.
La paura di sbagliare, di fare la scelta errata, la paura di conservare "lo status quo". Questo è il vero peccato. Perchè quando una persona sente una cosa dentro, una cosa travolgente, una cascata di emozioni, non importa dove sei arrivato e cosa hai fatto fino a quel momento. Importa solo che la Vita ci sta parlando. Sta a noi decidere di ascoltarla oppure no. Potete chiamarlo, Dio, Allah, Buddha, Jahvè, destino, fato, essere panteisti o agnostici...noi non siamo soli.
Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando non vedi una via di uscita e ti incarti in mille ragionamenti. La soluzione è sempre davanti ai tuoi occhi. Ed è li semplice e chiara, anche se inizialmente può sembrare la più assurda e improbabile.
Dicevo: c'è chi pensa troppo e chi non lo fa per niente.......dicevo.