lunedì 28 marzo 2011

Le cose che lasciamo dietro di noi,prima o poi ci raggiungono

Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà
non è mica san Lorenzo
non ci sono stelle matte
su 'sta piccola città
non ci sono desideri da non dire come tempo fa
il destino ha la sua puntualità
hai lottato come un uomo con la brutta compagnia
che non eri mica stanco
che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via
hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l'agonia
per le scelte che stava facendo dio
non ci sono più i petardi
e nemmeno il diario vitt
le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose

sono tutte via da qui
non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà"
non c'è neanche più la tua curiosità
dove sono le ragazze che sceglievano fra noi
e dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore
e forse lo era più che mai
non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi non c'è più l'hi-fi
non ci sono più tutti quanti i tuoi guai
quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai

quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto
non dovresti crescer mai
se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi


Lettera a G - Luciano Ligabue


Una bambina, niente di più. Lì in piedi nell'angolo della stanza buia. La porta chiusa, il cuore che batteva forte. Ho acceso lo stereo. Musica soft, d'atmosfera, si sarebbe detto una volta. Feci due passi verso di te. Potevo addirittura sentire i battiti del tuo cuore. Ti abbracciai. Forte e stretta a me. La tua faccia contro il mio petto. Sedici anni io, quattordici tu. In quel periodo un'eternità. Sentivo le tue mani appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena. E con le mie ti tenevo stretta, stretta. Poi all'improvviso hai staccato la testa da me e con gli occhi, nella penombra, hai cercato il mio sguardo. Un bacio. Lungo, dolce, romantico. Le mie mani che passavano lentamente dall'alto al basso del tuo viso in una lunga e interminabile carezza.

Dopo quella volta solo occhiate tra noi. Ma io pensavo ad altro e tu lo stesso. Ma sono sicuro che quel pomeriggio non l'avevi scordato. Quante ne ho combinate. Ero un tornado e non me ne accorgevo. E quante lacrime hai versato prima di dimenticarmi? Quante volte scendevo da casa e ti trovavo lì sotto che facevi finta di niente? Eppure dopo quel pomeriggio mai più una parola fra noi. Forse l'amore che provavi per quel ragazzo più grande dopo un pò si è anche trasformato in odio. Forse ce l'avevi con me. E forse era anche giusto così.
La mattina che te ne sei andata via per sempre ho percorso quella strada prima di te. Tutti e due diretti all'università. Io ero a metà del mio percorso di studi. Tu avevi appena cominciato. Ed è stato solo tornando a casa che ho appreso la notizia. Quante se ne sono dette. Si è sentita male, un colpo di sonno, un sorpasso azzardato, andava troppo forte...che importanza ha? Nessuna...
Ti giuro che quando passo davanti a quel fottuto guard-rail della via del Mare non penso mai se andavi troppo forte, se ti sei sentita male, se hai azzardato un sorpasso troppo rischioso. No, non me ne frega nulla. Penso solo che te ne sei andata troppo presto. E' strano come tutto sembri assurdo. Alle volte pensiamo di avere tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Quante volte ci siamo ripetuti la frase:"Un giorno..." oppure "prima o poi"....e perchè non subito? perchè non ora? Questo il mio rimpianto più grande. Non averti detto più nulla. Non sarebbe cambiato nulla riguardo noi due, no...avremmo sicuramente incontrato altre persone, saremmo andati in direzioni diverse, ma... non ci sarebbe stato questo sospeso tra noi.
E così eccoci finalmente al titolo di questo post:le cose che lasciamo dietro di noi, prima o poi, ci raggiungono! Per anni non ho pensato più a te. Passavo su quella maledetta strada e non pensavo. Facevo finta di niente. Eppure stasera eccoti qui.
In tutti questi anni più di una volta ho incrociato gli occhi di tuo fratello. Mi sentivo a disagio. Lui sapeva. Ti aveva vista piangere. E per questo forse a genio non gli sono mai andato. Va bene così. E' normale. Lo capisco.

Tu che adesso conosci il cielo, tu che puoi vederci e che da lassù passi da una stella all'altra, ora conosci l'uomo che c'è in me. E sai che se male ti ho fatto, l'ho fatto senza volere...che forse ti avrei voluto dire tante cose, magari incrociarti ancora sotto casa mia e fare due passi insieme raccontandoti tutto quello che ho fatto per arrivare dove sono ora.
Ma stasera non mi importa neanche questo. Stasera voglio solo dirti grazie del meraviglioso ricordo che porto dentro.
Non è oggi che io e te "abbiamo fatto pace". No, tu lo sai bene. Un paio di mesi fa ti sei "manifestata", discreta come sempre. E il mio cuore ha recuperato un pò dei suoi battiti. Una scena come tante altre. Io che parcheggio e scendo dalla macchina. Entro in un bar. Un ragazzo che mi scruta. Ma stavolta non con la faccia dell'odio. No. Tuo fratello era lì con un bel sorriso. Una stretta di mano, due chiacchere. Spicciole si, ma tanto tanto significative. Per me.
Non voglio più parlare. Tutto il resto che ho da dirti lo puoi leggere nel mio cuore. E voglio finire questo.....no, è sbagliato....non voglio finire. Voglio salutarti riprendendo il verso finale della canzone iniziale:

"se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi"

Ciao. E dovunque sei adesso, fai davvero buon viaggio.