E se andasse proprio così?
Domenica mattina. Il sole bussa alla mia finestra già da un pò, ma di alzarmi non mi va proprio. Mi giro e mi rigiro nel letto pensando: ma non c'è l'ora solare? E allora l'orologio segna un'ora sbagliata...E poi in casa nessun rumore segno evidente che mi sto sbagliando e che ancora i miei dormono. Invece la verità, come sempre, è un'altra. Sono le undici e i miei sono andati a pranzo fuori.
Mi alzo un pò svogliatamente. Arrivo in cucina e sorpresa. Sul tavolo preparato per la colazione ci sono: Corriere dello sport in bella mostra e cornetto con la crema. Cominciamo bene. Faccio colazione e alle undici e mezza sono già in tenuta sportiva. Stamane si corre! Cuffiette con musica ad hoc e via. Le strade sono stranamente deserte. Poca gente, poche macchine. L'aria è tiepida e la brezza che sbatte sulla faccia è gradevolissima. Mentre corro una signora esce in balcone a stendere i panni. Una mamma segue il figlioletto sul triciclo. Un anziano mi guarda un pò invidioso arrancando col suo bastone. E' domenica mattina. Tutto scorre lento. Anche quelle poche macchine che incrocio sembrano quasi scusarsi.
Comincia la salita e parte dentro le cuffie "Layla" di Eric Clapton. L'intro mi mette una carica esagerata e attacco subito le prime pendenze con impeto. La mente si sgombra dai pensieri settimanali e tutto sembra rinascere. I pensieri tornano d'incanto a volare alto come la nuvola bianchissima che si scorge all'orizzonte.
Siamo a metà salita. L'effetto della musica si è un pò affievolito, ma ancora reggo bene. Mi concentro un attimo per pensare al percorso da fare. Ma si, facciamo quello lungo. Tanto sono solo a casa e quindi nessuno mi aspetta per pranzare.
Partono le prime note dei Dire Straits e siamo a metà. Arriva il difficile: tenere lo stesso ritmo e rientrare alla base. Passo per la piazza principale. Poche persone anche li. Ci sono 2 o 3 bambini sulle giostre dei giardinetti e un capanello di persone che chiaccherano amabilmente davanti al cancello della chiesa.
E ancora lungo la via principale. Un randagio attraversa la strada e l'idea che nasce nella testa vedendolo è quella di un vecchio pugile suonato che barcolla per arrivare al suo angolo. Deve averne viste tante e sicuramente migliori di quelle che vede oggi.
Incredibilmente le gambe continuano a mulinare. Sembra quasi che non vogliano smettere più ( ma naturalmente tutto ciò è solo un'impressione...in realtà il quadricipide mi sta chiedendo pietà da circa 10 minuti).
L'ultimo sforzo. L'ultima salita prima del cancello di casa. E per fortuna parte "Into the groove" della sora Ciccone (per i profani: Madonna) .
Davanti alla rotonda di casa mia mi sento come Fantozzi in quella drammatica corsa ciclistica. Mi appare di tutto: dalla Madonna (quella vera, inimitabile) a San Simon Pietro (a proposito grazie per gli auguri di onomastico al mio amore, mia suocera e ad Anna...l'unica della Compagnia che si è ricordata!!!).
Riesco a salire le scale di casa. Entro e nessuna voce rompe la bellezza di quel momento. Nessuno ti chiede cosa vuoi per pranzo e nessuno che ti urla che hai fatto tardi e adesso devi farti la doccia e chissà quando mangiamo...
Mamma mia, CHE PALLE!
Mi spoglio lanciando ogni cosa alla rinfusa. Apro l'acqua della doccia. O mio Dio (vocativo...) ma c'è qualcosa di più bello della doccia quando sei sudato dopo un'ora di esercizio fisico?
Dopo essermela gustata fino in fondo, mi asciugo, mi rivesto e cerco di sistemare il bagno. L'una e trenta. Metto su l'acqua della pasta. un sughetto veloce e via. Accendo lo stereo e infilo il cd di "Dark side of the moon". Mentre ascolto il cd e aspetto di salare l'acqua penso: ma te rendi conto quanto è bello vivere da solo? Ma quasi quasi. No?
L'acqua bolle. Butto la pasta. Intanto sono il padrone. Affetto il pane, apro le finestre della camera mia, quelle della camera dei miei, riassetto il letto. Le note di "Time" riempono la casa.
Scolo la pasta. La mischio col sugo. La servo nel piatto, "sventaglio" un pò di parmiggiano sopra e penso che questo è il Paradiso.
Mangio e mentre continuo a pensare come fare per rendere tutto ciò permanente (naturalmente scartando immediatamente l'ipotesi di "far fuori" mia madre e mio padre...) ecco che le note di "Money" arrivano dirette e sarcastiche a ricordarmi il perchè tutto ciò non sarà, nel breve, uno stato permanente...
Mi siedo davanti alla TV aspettando l'inizio della partita. Le chiavi di casa nella serratura della porta. Sono tornati. Di già??? Ecco i barbari...arrivano per distruggere l'Impero Romano. Ed infatti il loro capo si appropria subito del telecomando e il loro primo ufficiale parte subito con l'interrogatorio.
E quando sconfitto rientro nella mia stanza mi chiedo: e se andasse proprio così? No, forse potrebbe andare meglio...facendo tutto quello che ho fatto, assaporando la libertà di quelle poche ore, ma tutto in compagnia della mia dolce metà sarebbe meglio...