Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicità.
martedì 30 novembre 2010
lunedì 22 novembre 2010
Pensare troppo
Forse alcune persone pensano troppo. Forse alcune persone non pensano affatto. La via di mezzo sarebbe l'ideale, ma si sa la virtù e la saggezza sono tesori difficili da trovare. Provo ad essere un uomo "evoluto". Provo, cammino, inciampo, cado, mi rialzo, mi pulisco un pò e riparto. Spesso mi faccio rabbia. Mi domando: ma che cavolo vuoi? Cosa pretendi di più dalla vita? Guardati attorno e rifletti...spesso non riesco a darmi una risposta convincente. La perfezione non esiste, ma non è quella che cerco. Io cerco la mia perfezione. La perfezione nella nostra imperfezione. Quel grottesco paradosso che ci fa star bene anche quando sbraitiamo che le cose non sono come vogliamo noi, ma che, in fondo al tuo cuore, sai di aver scelto anche quello. Che guardi dentro di te e trovi una serenità mai vissuta prima. Quella serenità che ti fa dimenticare lo stress, i mal di pancia, gli impegni, la fame, la sete...quella serenità che ti spinge a fare cose che mai avevi pensato di poter e saper fare.
E' l'ora di affrontare i miei fantasmi. La campanella che segna la fine della ricreazione ha suonato. Gli altri sono entrati in classe e io sono ancora fuori. Perso forse in situazioni ed errori già commessi. La vita ci ripropone sempre le stesse situazioni. Solo quando finalmente abbiamo il coraggio di affrontarle, guardandole dritte in faccia, urlandogli contro: No, stavolta no...stavolta E' la volta che ti batterò per sempre, solo quando avremo superato il tutto, solo allora potremo ripartire e voltare pagine. Vincere o perdere con i propri fantasmi? Non ha importanza, come sempre. L'importante è non restare bloccati dalla paura.
La paura di sbagliare, di fare la scelta errata, la paura di conservare "lo status quo". Questo è il vero peccato. Perchè quando una persona sente una cosa dentro, una cosa travolgente, una cascata di emozioni, non importa dove sei arrivato e cosa hai fatto fino a quel momento. Importa solo che la Vita ci sta parlando. Sta a noi decidere di ascoltarla oppure no. Potete chiamarlo, Dio, Allah, Buddha, Jahvè, destino, fato, essere panteisti o agnostici...noi non siamo soli.
Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando non vedi una via di uscita e ti incarti in mille ragionamenti. La soluzione è sempre davanti ai tuoi occhi. Ed è li semplice e chiara, anche se inizialmente può sembrare la più assurda e improbabile.
Dicevo: c'è chi pensa troppo e chi non lo fa per niente.......dicevo.
E' l'ora di affrontare i miei fantasmi. La campanella che segna la fine della ricreazione ha suonato. Gli altri sono entrati in classe e io sono ancora fuori. Perso forse in situazioni ed errori già commessi. La vita ci ripropone sempre le stesse situazioni. Solo quando finalmente abbiamo il coraggio di affrontarle, guardandole dritte in faccia, urlandogli contro: No, stavolta no...stavolta E' la volta che ti batterò per sempre, solo quando avremo superato il tutto, solo allora potremo ripartire e voltare pagine. Vincere o perdere con i propri fantasmi? Non ha importanza, come sempre. L'importante è non restare bloccati dalla paura.
La paura di sbagliare, di fare la scelta errata, la paura di conservare "lo status quo". Questo è il vero peccato. Perchè quando una persona sente una cosa dentro, una cosa travolgente, una cascata di emozioni, non importa dove sei arrivato e cosa hai fatto fino a quel momento. Importa solo che la Vita ci sta parlando. Sta a noi decidere di ascoltarla oppure no. Potete chiamarlo, Dio, Allah, Buddha, Jahvè, destino, fato, essere panteisti o agnostici...noi non siamo soli.
Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando non vedi una via di uscita e ti incarti in mille ragionamenti. La soluzione è sempre davanti ai tuoi occhi. Ed è li semplice e chiara, anche se inizialmente può sembrare la più assurda e improbabile.
Dicevo: c'è chi pensa troppo e chi non lo fa per niente.......dicevo.
sabato 30 ottobre 2010
sei unica
Vorrei scriver per te
un disco intero
non è una cosa detta a caso
è quel che sento davvero
ma le prime parole che mi vengon da dire
sono soltanto queste
tu mi fai impazzire
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
perché così tu sei
sei unica...così
Sei qualcosa che io
non mi riesco a spiegare
ma ogni volta che vado via
da te devo tornare
per restare soli occhi negli occhi
e non dire niente a tutto il resto della gente
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
per non lasciarti mai
Vorrei nasconderti tra le mie ali
per non farti cadere giù
per non farti trovare a terra
tra le cose che con te non c'entrano
ma che per colpa mia ti sfiorano e ti feriscono
vorrei proteggerti dalla parte sbagliata del mondo
ma tutto quello che posso fare,
ogni volta che cado
è rialzarmi tenendoti in braccio
e riprendere il volo
Poi sposti i capelli e fai una smorfia strana
che capisce soltanto chi ti ama come me
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
perchè così tu sei
sei unica...sei unica
un disco intero
non è una cosa detta a caso
è quel che sento davvero
ma le prime parole che mi vengon da dire
sono soltanto queste
tu mi fai impazzire
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
perché così tu sei
sei unica...così
Sei qualcosa che io
non mi riesco a spiegare
ma ogni volta che vado via
da te devo tornare
per restare soli occhi negli occhi
e non dire niente a tutto il resto della gente
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
per non lasciarti mai
Vorrei nasconderti tra le mie ali
per non farti cadere giù
per non farti trovare a terra
tra le cose che con te non c'entrano
ma che per colpa mia ti sfiorano e ti feriscono
vorrei proteggerti dalla parte sbagliata del mondo
ma tutto quello che posso fare,
ogni volta che cado
è rialzarmi tenendoti in braccio
e riprendere il volo
Poi sposti i capelli e fai una smorfia strana
che capisce soltanto chi ti ama come me
Dai dai dimmi che mi ami
mentre fai l'amore che vale di più
son sincero quando al mondo intero
dico se non esistessi tu
ti dovrei inventare
ma ti farei così
perchè così tu sei
sei unica...sei unica
Quello che dai
Avevi già tutto lì
nelle tue mani
era giusto così
lì per te
solo che non vedevi
Non è facile perchè tu lo sai
hai sciupato tutto quello che hai
ma ora devi alzarti fallo per te
e volare ancora in alto tu puoi
C'è la tua vita che ancora ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro TUTTO quel che dai
E non mi dire non puoi
io lo so che puoi farlo
DIMOSTRARTI che ci sarà una strada nuova
Avrai di più di questa malinconia
se tu sei consapevole che (consapevole)
una mano può indicarti la via
col coraggio più sincero che c'è
Ma è la tua vita è lì che ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
E' come un treno da prendere in fretta ma puoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro TUTTO quel che dai
E la tua vita è lì che ti aspetta
che batte (IN non c'è nella canzone) ogni istante dal centro del petto perchè
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Il sole scalda, ci illumina
il dolore se ne va
come il buio che
ora evapora nel giorno che verrà
E la tua vita è lì che ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Oh no
è quello che dai
Oh no
quello che dai
Ma la tua vita è lì che ti aspetta
che batte (IN non c'è) ogni istante dal centro del petto perchè (è quello che dai)
E' come un treno da prendere in fretta ma puoi (quello che dai)
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
nelle tue mani
era giusto così
lì per te
solo che non vedevi
Non è facile perchè tu lo sai
hai sciupato tutto quello che hai
ma ora devi alzarti fallo per te
e volare ancora in alto tu puoi
C'è la tua vita che ancora ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro TUTTO quel che dai
E non mi dire non puoi
io lo so che puoi farlo
DIMOSTRARTI che ci sarà una strada nuova
Avrai di più di questa malinconia
se tu sei consapevole che (consapevole)
una mano può indicarti la via
col coraggio più sincero che c'è
Ma è la tua vita è lì che ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
E' come un treno da prendere in fretta ma puoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro TUTTO quel che dai
E la tua vita è lì che ti aspetta
che batte (IN non c'è nella canzone) ogni istante dal centro del petto perchè
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Il sole scalda, ci illumina
il dolore se ne va
come il buio che
ora evapora nel giorno che verrà
E la tua vita è lì che ti aspetta
che batte anche quando ti sembra imperfetta, vedrai
C'è sempre un treno da prendere in fretta se vuoi
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Oh no
è quello che dai
Oh no
quello che dai
Ma la tua vita è lì che ti aspetta
che batte (IN non c'è) ogni istante dal centro del petto perchè (è quello che dai)
E' come un treno da prendere in fretta ma puoi (quello che dai)
apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
Apri il tuo cuore e avrai sempre indietro tutto quel che dai
lunedì 6 settembre 2010
Il circo
“oggi è una giornata strana. e chi mi conosce bene sa perchè. ma non chiedetemi di esserne felice. anzi, non chiedetemi niente. niente, come il tutto che invece ho digerito e taciuto in questi ultimi due anni. e che continuerò a tacere, perchè sono diversa e non amo i riflettori. perchè non occorrono le urla nè le feste nè il circo per essere felice. o per dimostrarlo. non occorre facebook per negare il passato o annunciare il futuro. perchè poi diviene tutto forzatura. e quando si è testimone di certe forzature, forse bisognerebbe cercare di guardare e leggere oltre. ed invece eccoli lì, tutti testimoni inconsapevoli (neanche tanto) del circo. ma non mi interessa neanche più. io ho guardato e letto dentro di me tante di quelle volte, mi sono distrutta e ricostruita che ho perso il conto. ma non ho perso nel confronto con me stessa. e non perdo più quando mi guardo allo specchio. perchè oggi la mia felicità è chéri. perchè oggi la mia felicità è sapere di avere fatto io una scelta due anni fa e di non avere bisogno di un circo per dimostrare il contrario. perchè oggi la mia felicità è sentirmi leggera e di non sapere cosa significa competere per la felicità. perchè io non voglio essere o sembrare più felice di altri. io voglio semplicemente essere felice. e un circo non può regalare un sogno, perchè anche i sogni vanno costruiti. insieme al mio chéri."
Spero che mi perdonerai per aver “rubato” queste righe dalla tua pagina facebook, ma era da quando le ho lette che avevo una gran voglia di scriverci su. Commentandole direttamente su “faccialibro” ti dissi che: “Scegliere in prima persona o subire una decisione....non è questo l'importante credo. Credo invece che in tutte e due le situazioni sia importante il dopo. Il come si reagisce e come si affrontano le cose. E qui torno al tuo ragionamento e dico che TU DECISAMENTE non hai bisogno del circo. Perchè sei migliore? Di chi? di cosa? No, non per quello ma perchè hai capito che non c'è bisogno di sbandierare, perchè hai capito che tra essere e apparire è sempre meglio essere, perchè sei consapevole che se anche avessi subito una decisione ti saresti comportata con lo stesso pudore con cui difendi le tue gioie oggi.....
Il circo dura una settimana, ma poi in città ritorna la normalità.....tu invece sei riuscita a creare IL TOP nella normalità e questo non finirà mai.”
Jè ci sono delle cose che iniziano e finiscono, ci sono delle cose che non dovrebbero mai iniziare e altre che non dovrebbero mai finire, ci sono delle cose che iniziano e finiscono perchè è giusto che ci siano in un particolare momento e tante, tante altre opzioni ancora. Faccio fatica a distinguere quali appartengono a una o l’altra categoria. Faccio fatica addirittura a distinguere le categorie e le cose stesse, ma questo perchè non è semplice per uno che “2+2 fa sempre 4” o che “se mi dici che sta cosa è bianca....per Simone è bianca....”. L’amico te lo sei scelto complicato. E allora vado avanti nel ragionamento.
Pensavo per esempio al titolo che hai dato alla nota. Perfetto. Il circo è qualcosa che dovrebbe portare allegria, spensieratezza, gioia e divertimento, eppure fin da quando ero piccolo per me non è mai stato così. I clown tanto amati dai bambini a me facevano tristezza. Una maschera. Una maschera che nasconde un uomo solo. Un uomo che deve far ridere “per forza”. Che deve fare il “buffone” per la gioia degli altri, ma che alla fine della festa, quando si leva il trucco davanti allo specchio, non può far altro che vedere ciò che c’è sotto.
E allora ripensavo alla situazione. Perfetto anche in questo caso, no? Ma a chi ha giovato tutto questo circo? A nessuno. Non a lui, che nonostante tutto non è riuscito a rovinare il tempo che avete passato insieme e che il giorno che toglierà il trucco forse riuscirà a capire “perchè” e non a te, che nonostante un periodo così, sei riuscita a tirare fuori quello che avevi dentro, a riprendere le fila e a cominciare l’avventura più importante della tua vita. Più di una volta mi hai ringraziato per quel periodo. Ma io ho potuto solo fare due cose: starti a sentire e cercare di illuminare “una delle possibili vie”. I passi li hai fatti da sola. I passi uno li fa sempre da solo. Non c’è nessuno che può portare i mattoni per te. Neanche se volesse. Quante volte mi hai sentito dire:” Guarda che solo Uno si è caricato di tutti i mattoni del mondo...e noi non potremmo mai essere a quel livello...”. La cosa che maggiormente mi è piaciuta però, è stato il fatto che non ti sei mai sentita “vincitrice”. Di che? Di cosa? Non è mica un concorso a premi. Non è un reality show. E’ la vita. E la vita è fatta di uomini e donne, di scelte, giuste e sbagliate, di amori, di lotte anche, ma se vinci o perdi non lo si decide se costruisci un circo oppure fai tutto in segreto. Il Cammino è di tutte le persone. Di tutte le persone Comuni. L’importante, credo, è non mentire a se stessi. E’ ammettere le cose e non opporsi al loro fluire. E' non fare le cose perchè "devi" costretto da chissà quale vincolo o da chissà quale etica. L'importante nella vita è fare ciò che si sente nel cuore. L’importante credo è che la mattina quando ti guardi allo specchio senti di stare almeno pari con te stesso. E magari col mondo.
Spero che mi perdonerai per aver “rubato” queste righe dalla tua pagina facebook, ma era da quando le ho lette che avevo una gran voglia di scriverci su. Commentandole direttamente su “faccialibro” ti dissi che: “Scegliere in prima persona o subire una decisione....non è questo l'importante credo. Credo invece che in tutte e due le situazioni sia importante il dopo. Il come si reagisce e come si affrontano le cose. E qui torno al tuo ragionamento e dico che TU DECISAMENTE non hai bisogno del circo. Perchè sei migliore? Di chi? di cosa? No, non per quello ma perchè hai capito che non c'è bisogno di sbandierare, perchè hai capito che tra essere e apparire è sempre meglio essere, perchè sei consapevole che se anche avessi subito una decisione ti saresti comportata con lo stesso pudore con cui difendi le tue gioie oggi.....
Il circo dura una settimana, ma poi in città ritorna la normalità.....tu invece sei riuscita a creare IL TOP nella normalità e questo non finirà mai.”
Jè ci sono delle cose che iniziano e finiscono, ci sono delle cose che non dovrebbero mai iniziare e altre che non dovrebbero mai finire, ci sono delle cose che iniziano e finiscono perchè è giusto che ci siano in un particolare momento e tante, tante altre opzioni ancora. Faccio fatica a distinguere quali appartengono a una o l’altra categoria. Faccio fatica addirittura a distinguere le categorie e le cose stesse, ma questo perchè non è semplice per uno che “2+2 fa sempre 4” o che “se mi dici che sta cosa è bianca....per Simone è bianca....”. L’amico te lo sei scelto complicato. E allora vado avanti nel ragionamento.
Pensavo per esempio al titolo che hai dato alla nota. Perfetto. Il circo è qualcosa che dovrebbe portare allegria, spensieratezza, gioia e divertimento, eppure fin da quando ero piccolo per me non è mai stato così. I clown tanto amati dai bambini a me facevano tristezza. Una maschera. Una maschera che nasconde un uomo solo. Un uomo che deve far ridere “per forza”. Che deve fare il “buffone” per la gioia degli altri, ma che alla fine della festa, quando si leva il trucco davanti allo specchio, non può far altro che vedere ciò che c’è sotto.
E allora ripensavo alla situazione. Perfetto anche in questo caso, no? Ma a chi ha giovato tutto questo circo? A nessuno. Non a lui, che nonostante tutto non è riuscito a rovinare il tempo che avete passato insieme e che il giorno che toglierà il trucco forse riuscirà a capire “perchè” e non a te, che nonostante un periodo così, sei riuscita a tirare fuori quello che avevi dentro, a riprendere le fila e a cominciare l’avventura più importante della tua vita. Più di una volta mi hai ringraziato per quel periodo. Ma io ho potuto solo fare due cose: starti a sentire e cercare di illuminare “una delle possibili vie”. I passi li hai fatti da sola. I passi uno li fa sempre da solo. Non c’è nessuno che può portare i mattoni per te. Neanche se volesse. Quante volte mi hai sentito dire:” Guarda che solo Uno si è caricato di tutti i mattoni del mondo...e noi non potremmo mai essere a quel livello...”. La cosa che maggiormente mi è piaciuta però, è stato il fatto che non ti sei mai sentita “vincitrice”. Di che? Di cosa? Non è mica un concorso a premi. Non è un reality show. E’ la vita. E la vita è fatta di uomini e donne, di scelte, giuste e sbagliate, di amori, di lotte anche, ma se vinci o perdi non lo si decide se costruisci un circo oppure fai tutto in segreto. Il Cammino è di tutte le persone. Di tutte le persone Comuni. L’importante, credo, è non mentire a se stessi. E’ ammettere le cose e non opporsi al loro fluire. E' non fare le cose perchè "devi" costretto da chissà quale vincolo o da chissà quale etica. L'importante nella vita è fare ciò che si sente nel cuore. L’importante credo è che la mattina quando ti guardi allo specchio senti di stare almeno pari con te stesso. E magari col mondo.
domenica 18 luglio 2010
Chi ha paura muore ogni giorno, chi non ha paura muore una volta sola. - Paolo Borsellino
Il 19 Luglio del 1992 era una domenica caldissima. Me la ricordo bene, quella domenica. E soprattutto quel pomeriggio. Io ero in salotto, sdraiato sul divano a guardare uno dei miei film preferiti in VHS. Mamma era in cucina, la tavola da stiro aperta e pile di panni da stirare, la televisione accesa, come sempre, su qualche filmetto estivo passato da Canale 5 o dalla Rai. Papà era al lavoro e mia sorella in camera a leggere. Ripeto: me lo ricordo bene quel pomeriggio. Un segno indelebile nella mia memoria.
Non c'era niente che potesse far immaginare quello che sarebbe scoppiato di lì a poche ore. Ed oggi, passati 18 anni, credo che non sia mai così. La Vita colpisce in un giorno qualunque. Senza avvisare. Senza avvertire. Pioggia, sole, vento, neve, ma anche gioia, tristezza, serenità, agitazione, niente prepara al colpo. Alle volte il giorno perfetto è semplicemente un giorno di pioggia, tetro e uggioso. Altre, invece, la morte arriva in uno splendido giorno di sole.
La sigla dell'edizione straordinaria del telegiornale mi risvegliò dal mio estivo torpore. L'esclamazione di mia madre poi, mi convinse a cambiare canale.
Un'autobomba era stata piazzata davanti al cancello d'ingresso del palazzo della madre del giudice Paolo Emanuele Borsellino. Con lui morirono anche i cinque agenti di scorta: Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta. Una mano vile aveva spezzato le loro vite. Cosa Nostra gliela aveva fatta pagare.
Mi ricordo che una grande sensazione di sconforto e di tristezza mi colse.
Paolo Borsellino era una di quelle figure che mi avevano sempre affascinato. Un pò perchè i miei "maestri" non sono mai stati "personaggi facili" e un pò perchè avrei voluto avere il suo coraggio. Potrei dire tante cose sull' "uomo di Stato", ma sarebbe inutile e forse troppo retorico.
Mi sarebbe piaciuto aver conosciuto l'Uomo per poterne parlare. No, non cadrò nell'errore di parlare di lui. Voglio solo ricordare. Voglio solo non dimenticare un uomo, la sua donna fedele, amica, complice e totalmente presa dal suo uomo da appoggiarlo sempre, i suoi figli, orgogliosi e fieri, e tutte le persone che lo hanno amato. Noi abbiamo un compito: non lasciare che la sua opera, quella del pool antimafia, cada nel dimenticatoio. Non dobbiamo più tenere la testa sotto la sabbia. Prenderci le nostre responsabilità, combattere per le nostre idee e i nostri sogni: sempre e comunque.
L'eredità morale che ci lascia è tutta concentrata qui:
« Io accetto la... ho sempre accettato il... più che il rischio, la... condizione, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre questi pericoli.
Il... la sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi in, come viene ritenuto, in... in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me.
E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare... dalla sensazione che, o financo, vorrei dire, dalla certezza, che tutto questo può costarci caro. »
Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992)
Non c'era niente che potesse far immaginare quello che sarebbe scoppiato di lì a poche ore. Ed oggi, passati 18 anni, credo che non sia mai così. La Vita colpisce in un giorno qualunque. Senza avvisare. Senza avvertire. Pioggia, sole, vento, neve, ma anche gioia, tristezza, serenità, agitazione, niente prepara al colpo. Alle volte il giorno perfetto è semplicemente un giorno di pioggia, tetro e uggioso. Altre, invece, la morte arriva in uno splendido giorno di sole.
La sigla dell'edizione straordinaria del telegiornale mi risvegliò dal mio estivo torpore. L'esclamazione di mia madre poi, mi convinse a cambiare canale.
Un'autobomba era stata piazzata davanti al cancello d'ingresso del palazzo della madre del giudice Paolo Emanuele Borsellino. Con lui morirono anche i cinque agenti di scorta: Emanuela Loi (prima donna della Polizia di Stato caduta in servizio), Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina. L'unico sopravvissuto fu Antonino Vullo, ferito mentre parcheggiava uno dei veicoli della scorta. Una mano vile aveva spezzato le loro vite. Cosa Nostra gliela aveva fatta pagare.
Mi ricordo che una grande sensazione di sconforto e di tristezza mi colse.
Paolo Borsellino era una di quelle figure che mi avevano sempre affascinato. Un pò perchè i miei "maestri" non sono mai stati "personaggi facili" e un pò perchè avrei voluto avere il suo coraggio. Potrei dire tante cose sull' "uomo di Stato", ma sarebbe inutile e forse troppo retorico.
Mi sarebbe piaciuto aver conosciuto l'Uomo per poterne parlare. No, non cadrò nell'errore di parlare di lui. Voglio solo ricordare. Voglio solo non dimenticare un uomo, la sua donna fedele, amica, complice e totalmente presa dal suo uomo da appoggiarlo sempre, i suoi figli, orgogliosi e fieri, e tutte le persone che lo hanno amato. Noi abbiamo un compito: non lasciare che la sua opera, quella del pool antimafia, cada nel dimenticatoio. Non dobbiamo più tenere la testa sotto la sabbia. Prenderci le nostre responsabilità, combattere per le nostre idee e i nostri sogni: sempre e comunque.
L'eredità morale che ci lascia è tutta concentrata qui:
« Io accetto la... ho sempre accettato il... più che il rischio, la... condizione, quali sono le conseguenze del lavoro che faccio, del luogo dove lo faccio e, vorrei dire, anche di come lo faccio. Lo accetto perché ho scelto, ad un certo punto della mia vita, di farlo e potrei dire che sapevo fin dall'inizio che dovevo correre questi pericoli.
Il... la sensazione di essere un sopravvissuto e di trovarmi in, come viene ritenuto, in... in estremo pericolo, è una sensazione che non si disgiunge dal fatto che io credo ancora profondamente nel lavoro che faccio, so che è necessario che lo faccia, so che è necessario che lo facciano tanti altri assieme a me.
E so anche che tutti noi abbiamo il dovere morale di continuarlo a fare senza lasciarci condizionare... dalla sensazione che, o financo, vorrei dire, dalla certezza, che tutto questo può costarci caro. »
Paolo Borsellino (Palermo, 19 gennaio 1940 – Palermo, 19 luglio 1992)
giovedì 10 giugno 2010
Roma che dorme
"Me sveglio 'na matina, de bon'ora,
so' solo m'arzo e me strofino l'occhi,
m'affaccio alla finestra e 'n'aria fina,
me soffia 'n faccia e me vo fa vedéeee
Roma che dorme
e io sto sveglio e nun me sta a sentì.
Ma amore mio, si stassi qui, sarebbe 'no spettacolooo
ma solo io lo sto a guardà
e solo io nun ce so stà.
Me manchi e Roma dorme
dorme e nun s’accorge
che spreca 'sto miracolo pe' me.
C’é er fresco ruffianello che ce strigneva insieme,
come che ce volesse fa bacià,
'ste cupole e 'sti tetti
che stanno stretti stretti
me parono noi due de tanto tempo fa.
Roma tu dormi
e io sto sveglio e nun me stai a sentì.
Ma amore mio si stassi qui, sarebbe 'no spettacolooo
ma solo io lo sto a guardà
e solo io nun ce so stà.
Amore mio che sto aspettà,
tu ‘ntanto nu’ ritorni,
pe' questo Roma nun se vo' sveglià"
so' solo m'arzo e me strofino l'occhi,
m'affaccio alla finestra e 'n'aria fina,
me soffia 'n faccia e me vo fa vedéeee
Roma che dorme
e io sto sveglio e nun me sta a sentì.
Ma amore mio, si stassi qui, sarebbe 'no spettacolooo
ma solo io lo sto a guardà
e solo io nun ce so stà.
Me manchi e Roma dorme
dorme e nun s’accorge
che spreca 'sto miracolo pe' me.
C’é er fresco ruffianello che ce strigneva insieme,
come che ce volesse fa bacià,
'ste cupole e 'sti tetti
che stanno stretti stretti
me parono noi due de tanto tempo fa.
Roma tu dormi
e io sto sveglio e nun me stai a sentì.
Ma amore mio si stassi qui, sarebbe 'no spettacolooo
ma solo io lo sto a guardà
e solo io nun ce so stà.
Amore mio che sto aspettà,
tu ‘ntanto nu’ ritorni,
pe' questo Roma nun se vo' sveglià"
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