lunedì 16 maggio 2011

Brothers in arms

Now the sun's gone to hell
And the moon's riding high
Let me bid you farewell
Every man has to die
But it's written in the starlight
And every line on your palm
We're fools to make war
On our brothers in arms

sabato 14 maggio 2011

Nero

Nero come la notte
Mistico come la Luna
Parlami di magia
Presto volerò con te

martedì 3 maggio 2011

Alla zia pina

“La Serenità ha cambiato domicilio….non abita più qui da molto tempo”
“E saprebbe dirmi dove si trova adesso?”
“Non saprei. Ma puoi chiedere al Minotauro, il portiere dello stabile”
“E lei, scusi, chi è?”
“Io sono Chimera…io sono l’Istinto primordiale, irrazionale e devastante”



“Mi scusi, sa dove si trova la Serenità?”
“Non c’è…se n’è andata tanto tempo fa”
“E sa dove si trova?”
“Questo non lo devi chiedere a me. Solo Kronos può aiutarti”
“Kronos? E chi è?”
“Kronos è il Signore del tempo. E’ lui, solo lui può difenderti da Chimera….”
“Mmm…mi sa tanto di labirinto mentale”
“Esatto, figlio mio, e non c’è modo di uscire…”
“C’è sempre un modo. Esiste sempre un filo da seguire. Per ognuno di noi diverso. Così mi ha detto!”
“Chi?”
“Arianna…”
“Non me la nominare….”

La Serenità è qualcosa di speciale. Più della Gloria, più della Felicità. Più di tutto il resto. Perchè? Per due motivi: dipende solo da te e una volta trovata non ti abbandona più!

martedì 19 aprile 2011

Bocca di Rosa

Sgombriamo subito il campo dai dubbi. Non ho mai pagato una donna per venire con me, non sono mai stato con una prostituta e non lo farò mai. Ma questo non significa che io abbia nei confronti della prostituzione una posizione bacchettona. Fondamentalmente non ho mai considerato la cosa. Ma questo non mi ha impedito di vedere tutta la faccenda da un punto di vista che spesso si trascura. Sono e restano delle donne. Molte disperate. Ma pur sempre donne, con una loro dignità. Personalmente rispetto molto di più alcune di loro che non altre donne cosidette "per bene".
Detto questo, cominciamo.



Ci sono notti strane. Ci sono notti in cui è difficile fare finta di niente. Notti in cui il sonno tarda ad arrivare e i pensieri vagano tra una stella e l'altra, tra una costellazione e l'altra,cercando disperatamente un approdo sulla luna, e la testa non vuol saperne di spegnersi anche solo per qualche ora. Allora ti giri e ti rigiri nel letto. Cerchi in tutti i modi di dormire, ti appelli a Morfeo, ma come sempre quando cerchi qualcosa, questa sfugge dalle tue mani. Ed è in una di queste notti che, preso da un raptus di follia, mi sono alzato, vestito e sono uscito alla ricerca di "qualcosa" che avevo perso. Erano le tre e venti e la città dormiva. Il suono del motore della macchina sembrava quasi disturbare Roma. Tutto era ovattato, scuro e silenzioso. Le ombre lunghe gettate sull'asfalto dai lampioni mi accompagnavano verso una meta che non conoscevo e mi bisbigliavano di una situazione che conoscevo ormai a memoria. La mia agitazione interna cozzava con la quiete della Città millenaria. San Pietro illuminato e vuoto era ancora più rassicurante e suggestivo, eppure dinnanzi a quella maestosità mi sentivo a disagio. Un senso di vuoto dentro che non riuscivo proprio a mandar via. Le quattro e cinquanta. E ancora girovagavo. Dentro e fuori di me. Un viaggio mentale e fisico nella Città più bella del mondo. Ora ho fame. Mi fermai in un bar aperto di notte. Una coppia di agenti che fumavano distrattamente sulla porta d'entrata, un barista spettinato e assonnato e quattro, cinque puttane dentro. Prendo un cornetto e un cappuccino, pensai. Mentre aspettavo ancora il cappucino, una delle giovani donne uscì dal gruppo e mi si avvicinò con fare "aggressivo". Senza utilizzare giri di parole mi invitò ad "andare" con lei. Guardandola con la coda dell'occhio, scossi la testa.
"Cos'è, non ce la fai?"
"Non è quello, ce la farei pure....." le risposi gentilmente, abbozzando un sorriso.
"Non hai i soldi?"
"No, i soldi ce li avrei pure...."
"E allora non ti piaccio?"
Mi girai del tutto verso di lei e la guardai negli occhi.
"No, non è che non mi piaci.....è che non pago una donna per venire con me."
Mi rimisi con il corpo parallelo al bancone e continuai a mangiare il mio cornetto. Con la coda dell'occhio però cercavo di capire la situazione. Era rimasta lì, ferma, e il suo sguardo era improvvisamente cambiato. Tra le risate generali pensai di aver sbagliato risposta e mi preparai ad una valanga di insulti. La giovane donna si girò e tornò a parlare con le sue "amiche". Finii di mangiare, bevvi il mio cappuccino e mi diressi alla cassa. Pagai ed uscii. Tutto a quest'ora del mattino è rallentato pensai, e le persone hanno il tempo di assaporare le cose, i loro pensieri, le loro paure, le loro voglie. Fuori dal bar respirai profondamente ad occhi chiusi e pensai che in questa notte sbagliata non ho avevo ancora trovato la cosa che cercavo.
Una mano all'improvviso mi toccò la spalla.
"Ehi, tu....."
Riaprii gli occhi "Problemi?"
"Nessuno....Ma cos'hai?"
"Niente, dai....te l'ho detto, non pago le donne."
"No, no, l'ho capito. Lo leggo nei tuoi occhi chi sei e soprattutto cosa sei. Io non voglio romperti ma...non ti andrebbe di chiaccherare un pò?"
Pensai un attimo. Aveva una faccetta sincera e dolce. Era una vera meraviglia.
"E perchè no?"
E all'improvviso mi ritrovai a rivelare ad una perfetta sconosciuta tutti i miei segreti. A rivelarle tutti i perchè a cui non riuscivo ancora a dare una risposta valida, mentre con lo sguardo guardavamo il fiume scorrere verso il mare.
Non pensavo di essere stato divertente, ma mi fermai un istante a guardarla. Rideva. Rideva di gusto. Una risata vera, spontanea....forse una risata che non faceva da tanto tempo. Sembrava addirittura felice. Alla fine del mio racconto e delle sue risa, ci perdemmo in un silenzio leggero. Non so dire quanto restammo lì. Mentre si accendeva una nuova sigaretta si girò verso di me e con una voce sottile e la faccia seria mi disse:"Grazie mille...grazie della serata e delle risa. Sei una persona eccezionale....la prima da quando sto in Italia che mi ha dimostrato un pò di umanità. Io non so come andrà a finire, sia per me che per te, ma ricordati sempre di chi sei e non cambiare mai. Io non ho seguito i miei sogni, ed eccomi qui....tu invece devi solo aspettare. Sei una gran persona, fidati, ogni donna sarebbe fortunata ad averti accanto."
Ci siamo salutati senza dire più nulla. Uno sguardo lungo e pieno di significati.
La vedevo allontanarsi mentre da est un nuovo sole sorgeva. Tutto come sempre: gli uccelli cominciavano a volare sopra il Tevere, la città che si risvegliava lentamente, il traffico che aumentava pian piano e tutto intorno a me che non sapeva dei miei guai o dei guai di una giovane donna dell'est che per vivere doveva ogni sera "donare" il suo corpo a gente che non avrebbe mai guardato neanche di traverso. Gente che magari la domenica va in chiesa o che, rientrando da una "seratina", bacia la moglie e coccola i figli. Gente perbene. Nessuno sa. Nessuno deve sapere. Tutto girava "normalmente".
Ma non devo giudicare nessuno. Non sono, appunto, uno che guarda la vita degli altri o che la giudica. Faccio fatica a vedere la mia. Solo non riesco a far finta che la verità non esista. Ed allora ecco quello che stavo cercando. Era lì, davanti a me e per trovarlo mi è servita una "puttana". Una puttana che più di altre persone sa la differenza tra la menzogna e la verità. Una donna che finge per mestiere, ma che ogni giorno deve fare i conti con quello che ha dentro. Siamo stati insieme poche ore eppure siamo riusciti a dare all'altro ciò che stava cercando. Umanità a te, verità a me.
Non faccio sempre la cosa giusta. Spesso mi manca il coraggio. Però non smetto di lottare per ciò che voglio. E spero tanto che quella notte ti sia sentita ancora parte dell'umanità. Ti sia sentita bene a parlare con un uomo che non voleva niente da te. E che tu non hai guardato come uno dei tanti clienti che la sera accontenti.
Quella sera mi hai insegnato che esistono tante verità. Ognuna valida. Ognuna vera. Ma che alla fine esiste La Verità. Quella con cui dobbiamo fare i conti tutti i giorni. Quella che non puoi negare. Quella che puoi guardare in faccia solo se hai il coraggio delle tue azioni e dei tuoi sogni. Quella dove non esistono compromessi. E' quella che sto cercando. Un giorno forse la troverò alla fine dell'arcobaleno.

Ricordati sempre di chi sei aveva detto...si, non me lo scorderò mai. Non scorderò mai questa folle notte. Stanne certa Bocca di Rosa.

giovedì 14 aprile 2011

Rimpianti

Per qualche tempo ci siamo illusi di poter condividere alcune esperienze insieme… forse molte.
Temo che per molto tempo rimpiangeremo di non averlo potuto o di non averlo saputo fare.


(ringraziamenti alla zia Pina per il "suggerimento" e l'amicizia)

giovedì 7 aprile 2011

Anche tu, anche se, non trovi le parole

Non si puo’ scodare quello che si vede Non si puo’ convincere chi non ti crede
Dal vivo parlo male se la gente non segue nei sogni corro male se qualcuno mi insegue
Se tu fossi veleno io ti berrei Se tu fossi religione io sarei la santa sede
Cerco gente che sa quello che vuole anche tu anche se non trovi le parole


Il momento che aspettavi da una vita arriverà domani come una partita
Giornata finita sarà tutto diverso
Dipende da quanto hai vinto
O quanto hai perso

nessuna replica, poco potere
mentre decidi se ti puoi fidare
il tuo momento ti viene a cercare puoi solo credere
forse saltare
come un elastico senza pensare non c'è più tempo forse fa male

lunedì 28 marzo 2011

Le cose che lasciamo dietro di noi,prima o poi ci raggiungono

Se ti scrivo solo adesso un motivo ci sarà
non è mica san Lorenzo
non ci sono stelle matte
su 'sta piccola città
non ci sono desideri da non dire come tempo fa
il destino ha la sua puntualità
hai lottato come un uomo con la brutta compagnia
che non eri mica stanco
che nessuno mai è pronto quando c'è da andare via
hai pregato bestemmiando per la rabbia per tutta l'agonia
per le scelte che stava facendo dio
non ci sono più i petardi
e nemmeno il diario vitt
le bambine occhiate in chiesa sono tutte quante spose

sono tutte via da qui
non si affaccia più tua madre alla finestra a urlare "tòt a cà"
non c'è neanche più la tua curiosità
dove sono le ragazze che sceglievano fra noi
e dov'è la nave scuola che hai confuso con l'amore
e forse lo era più che mai
non c'è più la pallavolo e i tuoi attrezzi non c'è più l'hi-fi
non ci sono più tutti quanti i tuoi guai
quando hai solo diciott'anni quante cose che non sai

quando hai solo diciott'anni forse invece sai già tutto
non dovresti crescer mai
se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi


Lettera a G - Luciano Ligabue


Una bambina, niente di più. Lì in piedi nell'angolo della stanza buia. La porta chiusa, il cuore che batteva forte. Ho acceso lo stereo. Musica soft, d'atmosfera, si sarebbe detto una volta. Feci due passi verso di te. Potevo addirittura sentire i battiti del tuo cuore. Ti abbracciai. Forte e stretta a me. La tua faccia contro il mio petto. Sedici anni io, quattordici tu. In quel periodo un'eternità. Sentivo le tue mani appoggiarsi delicatamente sulla mia schiena. E con le mie ti tenevo stretta, stretta. Poi all'improvviso hai staccato la testa da me e con gli occhi, nella penombra, hai cercato il mio sguardo. Un bacio. Lungo, dolce, romantico. Le mie mani che passavano lentamente dall'alto al basso del tuo viso in una lunga e interminabile carezza.

Dopo quella volta solo occhiate tra noi. Ma io pensavo ad altro e tu lo stesso. Ma sono sicuro che quel pomeriggio non l'avevi scordato. Quante ne ho combinate. Ero un tornado e non me ne accorgevo. E quante lacrime hai versato prima di dimenticarmi? Quante volte scendevo da casa e ti trovavo lì sotto che facevi finta di niente? Eppure dopo quel pomeriggio mai più una parola fra noi. Forse l'amore che provavi per quel ragazzo più grande dopo un pò si è anche trasformato in odio. Forse ce l'avevi con me. E forse era anche giusto così.
La mattina che te ne sei andata via per sempre ho percorso quella strada prima di te. Tutti e due diretti all'università. Io ero a metà del mio percorso di studi. Tu avevi appena cominciato. Ed è stato solo tornando a casa che ho appreso la notizia. Quante se ne sono dette. Si è sentita male, un colpo di sonno, un sorpasso azzardato, andava troppo forte...che importanza ha? Nessuna...
Ti giuro che quando passo davanti a quel fottuto guard-rail della via del Mare non penso mai se andavi troppo forte, se ti sei sentita male, se hai azzardato un sorpasso troppo rischioso. No, non me ne frega nulla. Penso solo che te ne sei andata troppo presto. E' strano come tutto sembri assurdo. Alle volte pensiamo di avere tutto il tempo del mondo a nostra disposizione. Quante volte ci siamo ripetuti la frase:"Un giorno..." oppure "prima o poi"....e perchè non subito? perchè non ora? Questo il mio rimpianto più grande. Non averti detto più nulla. Non sarebbe cambiato nulla riguardo noi due, no...avremmo sicuramente incontrato altre persone, saremmo andati in direzioni diverse, ma... non ci sarebbe stato questo sospeso tra noi.
E così eccoci finalmente al titolo di questo post:le cose che lasciamo dietro di noi, prima o poi, ci raggiungono! Per anni non ho pensato più a te. Passavo su quella maledetta strada e non pensavo. Facevo finta di niente. Eppure stasera eccoti qui.
In tutti questi anni più di una volta ho incrociato gli occhi di tuo fratello. Mi sentivo a disagio. Lui sapeva. Ti aveva vista piangere. E per questo forse a genio non gli sono mai andato. Va bene così. E' normale. Lo capisco.

Tu che adesso conosci il cielo, tu che puoi vederci e che da lassù passi da una stella all'altra, ora conosci l'uomo che c'è in me. E sai che se male ti ho fatto, l'ho fatto senza volere...che forse ti avrei voluto dire tante cose, magari incrociarti ancora sotto casa mia e fare due passi insieme raccontandoti tutto quello che ho fatto per arrivare dove sono ora.
Ma stasera non mi importa neanche questo. Stasera voglio solo dirti grazie del meraviglioso ricordo che porto dentro.
Non è oggi che io e te "abbiamo fatto pace". No, tu lo sai bene. Un paio di mesi fa ti sei "manifestata", discreta come sempre. E il mio cuore ha recuperato un pò dei suoi battiti. Una scena come tante altre. Io che parcheggio e scendo dalla macchina. Entro in un bar. Un ragazzo che mi scruta. Ma stavolta non con la faccia dell'odio. No. Tuo fratello era lì con un bel sorriso. Una stretta di mano, due chiacchere. Spicciole si, ma tanto tanto significative. Per me.
Non voglio più parlare. Tutto il resto che ho da dirti lo puoi leggere nel mio cuore. E voglio finire questo.....no, è sbagliato....non voglio finire. Voglio salutarti riprendendo il verso finale della canzone iniziale:

"se ti scrivo solo adesso è che sono io così
è che arrivo spesso tardi
quando sono già ricordi che hanno preso casa qui
non è vero ciò che ho detto: qua c'è tutto a dire che ci sei
fai buon viaggio e poi poi riposa se puoi"

Ciao. E dovunque sei adesso, fai davvero buon viaggio.