mercoledì 24 aprile 2013
In ricordo di Toto
La crepa sul muro dietro l'altare maggiore che, dalla statua del Salvatore, si allungava in alto verso il piccolo rosone raffigurante lo Spirito Santo è stata coperta. Tante le differenze che mi vengono in mente, ma l'atmosfera familiare è rimasta la stessa. Era da tempo che non entravo più in quella Chiesa. Troppo per qualcuno. Quanti ricordi riaffiorano tutti in una volta. Don Marino. "Tu quoque". La mia infanzia, la mia adolescenza. I momenti belli, le gite, le pasquette, i Natali, le torride giornate d'estate, il coro. Ma anche quelli brutti. E ce ne sono stati. Amici che se ne sono andati via troppo presto e genitori che ci hanno lasciato facendoci crescere di colpo.
Sempre insieme. Eravamo una quindicina di persone in tutto. E di queste, uno zoccolo duro naturalmente. Io, Francesca, Elena. Forse, senza peccare troppo di modestia, possiamo dire che noi tre insieme siamo stati il filo conduttore di tutte le "formazioni" succedutesi nel tempo. Sempre insieme. Quante lacrime e quanti sorrisi ci siamo scambiati. Amici, ma....Amici veri.
L'ho sempre detto che non serve vedersi tutti i giorni, non serve sentirsi tutte le sere. Non serve. Quando hai voglia di "aprirti" con una persona basta mezz'ora. E quella persona sa tutto di te. E' una questione di vibrazione. Come quando tiro una corda della mia chitarra per accordarla. Solo quando raggiungo il "tiro" giusto avrò la giusta vibrazione e quindi il suono pulito.
Si tratta del nostro atteggiamento verso la persona. Si tratta della voglia di passare sopra a tante cose magari. Si tratta di decidere di non perdere tempo in tante inutili fesserie e godersi le persone. Per quello che sono. Con tutti i loro se e i loro ma.
Purtroppo la cosa che ci stava riunendo l'ennesima volta dopo tanto tempo era di quelle spiacevoli. Molto spiacevoli.
Toto non c'è più.
Toto, così è sempre stato chiamato da tutti, era(in realtà per me è) una persona splendidamente semplice. Nel senso più puro del termine. Quando penso a lui mi viene sempre in mente, chissà perchè, il Vangelo di Matteo 5,3-12 "Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio."
Toto era un puro. Uno che sapeva tutto e sapeva stare al mondo. Uno che vedeva tutto, ma che aveva imparato a non giudicare. Toto era uno che parlava solo se interrogato. Quante volte c'avrà coperto? Mi avrà coperto!? E quante volte abbiamo chiaccherato di calcio prendendoci in giro?
Ironia del destino se n'è andato il weekend che il suo Napoli faceva secca la mia Roma. E la prima cosa che mi è venuta in mente vedendo il feretro è stata che, quel lunedi, sarebbe stato molto felice e che, dovunque si fosse trovato in quel momento, sicuramente stava sorridendo. Mi sono venute in mente anche le battute che mi avrebbe rivolto contro a riguardo.
Ecco, il dolore ha mille volti. Alle volte anche quello di ricordarti di quella cosa "insignificante" che ti lega ad un'altra persona. Fosse anche solo una battuta sul calcio.
A me, naturalmente, legava molto di più. Mi aveva visto crescere. Diventare uomo. Ma, cosa più importante, era il papà di Elena.
C'è chi dice che dopo aver esalato l'ultimo respiro non ci sia più niente, c'è chi dice invece che le anime volano in Paradiso, c'è chi crede alla reincarnazione e chi a mondi paralleli. Io non ho ancora capito in cosa credo. So però quello che non vorrei mai: morire e non essere ricordato da nessuno. Perchè sono molto d'accordo con chi dice che "vivere nel cuore di chi resta non è morire".
Ecco il mio ricordo di te, Toto. Ovunque tu sia, in ogni tempo, ti porterò con me.
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