Quando ti chiedi cos'è l'amore,
immagina due mani ardenti
che si incontrano,
due sguardi perduti l'uno nell'altro,
due cuori che tremano
di fronte all'immensità di un sentimento,
e poche parole
per rendere eterno un istante.
~ Alan Douar ~
lunedì 28 febbraio 2011
giovedì 3 febbraio 2011
...tra leggenda e realtà...
La Follia decise di invitare i suoi amici a prendere un caffè da lei. Dopo il caffè, la Follia propose: 'Si gioca a nascondino?'. 'Nascondino? Che cos'è?' - domandò la Curiosità. 'Nascondino è un gioco. Io conto fino a cento e voi vi nascondete. Quando avrò terminato di contare, cercherò e il primo che troverò sarà il prossimo a contare'. Accettarono tutti ad eccezione della Paura e della Pigrizia. '1,2,3. - la Follia cominciò a contare. La Fretta si nascose per prima, dove le capitò. La Timidezza, timida come sempre, si nascose in un gruppo d'alberi. La Gioia corse in mezzo al giardino. La Tristezza cominciò a piangere, perché non trovava un angolo adatto per nascondersi. L' Invidia si unì al Trionfo e si nascose accanto a lui dietro un sasso. La Follia continuava a contare mentre i suoi amici si nascondevano. La Disperazione era disperata vedendo che la Follia era gia a novantanove. 'CENTO! - gridò la Follia - Comincerò a cercare.' La prima ad essere trovata fu la Curiosità, poiché non aveva potuto impedirsi di uscire per vedere chi sarebbe stato il primo ad essere scoperto. Guardando da una parte, la Follia vide il Dubbio sopra un recinto che non sapeva da quale lato si sarebbe meglio nascosto. E così di seguito scoprì la Gioia, la Tristezza, la Timidezza. Quando tutti erano riuniti, la Curiosità domandò: 'Dov'è l'Amore?'. Nessuno l'aveva visto. La Follia cominciò a cercarlo. Cercò in cima ad una montagna, nei fiumi sotto le rocce. Ma non trovò l'Amore. Cercando da tutte le parti, la Follia vide un rosaio, prese un pezzo di legno e cominciò cercare tra i rami, allorché ad un tratto sentì un grido. Era l'Amore, che gridava perché una spina gli aveva forato un occhio. La Follia non sapeva che cosa fare. Si scusò, implorò l'Amore per avere il suo perdono e arrivò fino a promettergli di seguirlo per sempre. L'Amore accettò le scuse. Oggi, l' Amore è cieco e la Follia lo accompagna sempre.
martedì 25 gennaio 2011
Impara ad essere come un bambino
Una volta, tanto tempo fa, quando ero al terzo anno di kung-fu, imparai una grande lezione. Il kung fu non è una normale arte marziale. Il kung fu è una filosofia di vita. Si impara la disciplina, la tattica di combattimento, le manovre di difesa e quelle di attacco, ma anche come stare al mondo.
Non mi vergogno a dirlo...ero bravino. Non l'allievo migliore, ma tra i primissimi. Dopo un allenamento particolarmente duro in cui mi ero distinto per aver fatto parecchie evoluzioni, vengo avvicinato dal maestro che mi dice:"La prossima lezione per te sarà con i bambini piccoli alle 5 e mezza". Rimango di sasso. Non ci potevo credere. Ero stato declassato e l'avrebbero saputo tutti. Si sa come ragionano i ragazzi. L'apparenza prima di tutto.
Chiesi spiegazioni, ma il maestro mi fece fare silenzio e mi disse: "Se non vieni alla lezione dei bambini puoi considerarti fuori. Non venire più!" e se ne andò.
Il venerdi successivo andai. Puntuale come un orologio svizzero. I bambini facevano un gran baccano e il maestro (non l'avevo mai visto così sorridente) dispensava sorrisi e abbracci per tutti. Io cominciai i miei esercizi di riscaldamento e al primo fischio del maestro anche i bambini cominciarono a riscaldarsi. Uno dopo l'altro li vedevo eseguire varie evoluzioni. Chi una ruota, chi un rotolamento con calcio, chi una Kip (che altro non è che un movimento con cui si va schiena a terra e ci si alza senza mani).
Man mano che il tempo passava prestavo sempre più attenzione alle loro movenze, i loro passi, le loro evoluzioni. E da ognuno imparavo qualcosa. Imparavo un semplice gesto, una posizione migliore....i piedi...i bambini li muovevano senza la paura di sbagliare. Erano liberi e sciolti. Eppoi le loro risa. Coinvolgenti. Il tempo passava e anche loro non avevano più timore di me. Adesso un paio di loro mi afferravano le gambe, ora si facevano saltare......uno ha persino pensato bene di sfidarmi. Soldo di cacio.
Poi ce n'era uno. Uno silenzioso. Un pò in disparte. Lo notai. Mi avvicinai. "Ehi" dissi..."E tu? Non ti alleni con gli altri? Posso allenarmi con te?". Non voleva, ma rimasi li e lo costrinsi a fare qualche esercizio di scioglimento con me. Feci qualche battuta scema (non mi viene difficile), ma lui niente. Continuai e alla fine sfinito mi disse:"Certo che se essere grande significa essere così scemo allora mi rimangio tutto....non voglio essere grande!". cominciai a ridere di gusto. Una risata spontanea, felice, serena. Come non mi capitava da tempo. Alla fine della lezione incrociai il maestro. Non disse nulla tranne: " Ti aspetto lunedi prossimo, sempre alle cinque e mezza!".
Non la presi male stavolta. Tornai a casa contento e sereno. E così andò per una settimana alla fine della quale il maestro mi disse:" Ti ho fatto allenare con i bambini perchè tu potessi ritrovare una cosa fondamentale: la spontaneità! I bambini non sono come noi, non conoscono vergogna, si divertono, giocano e soprattutto sono delle spugne: assorbono tutto e cercano di mettere in pratica le cose che gli dico senza paura! Ecco, in questa settimana e mezza tu hai ritrovato la gioia di allenarti scherzando, hai ritrovato quello che avevi perso: la sensazione di non aver paura ed hai finalmente imparato!"
I bambini sono eccezionali. Semplici e puri. Non hanno bisogno di assecondare le aspettative degli altri perchè su di loro non ci sono aspettative e tutto diventa lineare, irragionevolmente ragionevole. Dovremmo tutti imparare dai bambini. La loro mente non è bloccata da pregiudizi e quindi accetta semplicemente qualsiasi cosa. Bella o brutta. I bambini portano con loro la vera Sapienza.
Non mi vergogno a dirlo...ero bravino. Non l'allievo migliore, ma tra i primissimi. Dopo un allenamento particolarmente duro in cui mi ero distinto per aver fatto parecchie evoluzioni, vengo avvicinato dal maestro che mi dice:"La prossima lezione per te sarà con i bambini piccoli alle 5 e mezza". Rimango di sasso. Non ci potevo credere. Ero stato declassato e l'avrebbero saputo tutti. Si sa come ragionano i ragazzi. L'apparenza prima di tutto.
Chiesi spiegazioni, ma il maestro mi fece fare silenzio e mi disse: "Se non vieni alla lezione dei bambini puoi considerarti fuori. Non venire più!" e se ne andò.
Il venerdi successivo andai. Puntuale come un orologio svizzero. I bambini facevano un gran baccano e il maestro (non l'avevo mai visto così sorridente) dispensava sorrisi e abbracci per tutti. Io cominciai i miei esercizi di riscaldamento e al primo fischio del maestro anche i bambini cominciarono a riscaldarsi. Uno dopo l'altro li vedevo eseguire varie evoluzioni. Chi una ruota, chi un rotolamento con calcio, chi una Kip (che altro non è che un movimento con cui si va schiena a terra e ci si alza senza mani).
Man mano che il tempo passava prestavo sempre più attenzione alle loro movenze, i loro passi, le loro evoluzioni. E da ognuno imparavo qualcosa. Imparavo un semplice gesto, una posizione migliore....i piedi...i bambini li muovevano senza la paura di sbagliare. Erano liberi e sciolti. Eppoi le loro risa. Coinvolgenti. Il tempo passava e anche loro non avevano più timore di me. Adesso un paio di loro mi afferravano le gambe, ora si facevano saltare......uno ha persino pensato bene di sfidarmi. Soldo di cacio.
Poi ce n'era uno. Uno silenzioso. Un pò in disparte. Lo notai. Mi avvicinai. "Ehi" dissi..."E tu? Non ti alleni con gli altri? Posso allenarmi con te?". Non voleva, ma rimasi li e lo costrinsi a fare qualche esercizio di scioglimento con me. Feci qualche battuta scema (non mi viene difficile), ma lui niente. Continuai e alla fine sfinito mi disse:"Certo che se essere grande significa essere così scemo allora mi rimangio tutto....non voglio essere grande!". cominciai a ridere di gusto. Una risata spontanea, felice, serena. Come non mi capitava da tempo. Alla fine della lezione incrociai il maestro. Non disse nulla tranne: " Ti aspetto lunedi prossimo, sempre alle cinque e mezza!".
Non la presi male stavolta. Tornai a casa contento e sereno. E così andò per una settimana alla fine della quale il maestro mi disse:" Ti ho fatto allenare con i bambini perchè tu potessi ritrovare una cosa fondamentale: la spontaneità! I bambini non sono come noi, non conoscono vergogna, si divertono, giocano e soprattutto sono delle spugne: assorbono tutto e cercano di mettere in pratica le cose che gli dico senza paura! Ecco, in questa settimana e mezza tu hai ritrovato la gioia di allenarti scherzando, hai ritrovato quello che avevi perso: la sensazione di non aver paura ed hai finalmente imparato!"
I bambini sono eccezionali. Semplici e puri. Non hanno bisogno di assecondare le aspettative degli altri perchè su di loro non ci sono aspettative e tutto diventa lineare, irragionevolmente ragionevole. Dovremmo tutti imparare dai bambini. La loro mente non è bloccata da pregiudizi e quindi accetta semplicemente qualsiasi cosa. Bella o brutta. I bambini portano con loro la vera Sapienza.
giovedì 16 dicembre 2010
Credo
Credo nell'Amicizia; credo nell'Amore, quello vero, quello che ti porta in posti dove nessun altro arriverà; credo nel sorriso di una Donna; credo nell'Arte; credo nella Musica; credo al suono della chitarra di David Gilmour; credo nei rapporti Veri; credo nella destra e nella sinistra come parti opposte della stessa medaglia; credo nella Via di Mezzo; credo alle stelle che vedo tutte le sere dal mio "balconcino"; credo ai lanci di Di Bartolomei, alle movenze del "Principe" Giannini, ai colpi di testa di Gabriel Omar Batitusta, alle finte di Cafù e ai doppi passi di Candela; credo al Capitano...mio Capitano; credo alle persone serie (ce ne sono poche, ma esistono); credo alla Verità; credo alla Bontà; credo alla voglia di cambiare le cose; credo al "non arrendersi"; credo alla voglia di aiutare senza nulla in cambio; credo che non si può sempre perdere; credo in Dio; credo nei Miracoli (intesi come soprannaturale e come naturale); credo nella Follia; credo nelle Passioni.
Credo in tante altre cose.
Credo....
...ma forse son rimasto il solo. Credo.
Credo in tante altre cose.
Credo....
...ma forse son rimasto il solo. Credo.
venerdì 3 dicembre 2010
Questo sarà il primo e ultimo post non scritto da me (e di conseguenza anche il più bello). A me è piaciuto molto. Perciò lo pubblico.
Fatene quel che volete; se Vi piace e trovate un posto, pubblicatelo, se non vi piace, potete buttarlo... Insomma, vedete Voi. Io Vi autorizzo in ogni caso.
Ho tolto il parabrezza....
Ho indossato il paraschiena... gli occhiali da moto, il casco ed i mezzi guanti....
Ho messo in moto, ho sbloccato le sospensioni, tolto il freno a mano.
Si parte da Piazza Sempione; un gioiellino, un quadrato incongruo, in mezzo ai palazzoni...
Acceleriamo, si parte...
Via Nomentana... Villa Paganini, l'Ambasciata di Libia, Villa Torlonia, la Casina delle CIvette...
Già, ma Voi, che ne potete sapere...
Non si corre, non si supera scavalcando le macchine, non si passa sulla riga di mezzeria, non ho fretta, non abbiamo fretta, possiamo metterci tutto il tempo che vogliamo....
Porta Pia, sembra che il Bersagliere di bronzo si volti verso di noi e ci saluti, ma non può essere, lui sta li, immobile nella sua pelle marrone, da più di cent'anni... un'apparizione incongrua, un bersagliere che non corre...
Corso d'Italia; "cosa sono quelle mura, scusi?"... "Quelle? Quelle sono le Mura Aureliane, la cinta di Roma..."... "Ma come... sono spezzate per farci le strade, tagliate per farci dei varchi...."... "Che le devo dire, signora?"....
Acacie Selvatiche grandi ed alte che sembrano querce, Piazza Fiume, la RInascente, Via Salaria...
C'è traffico... ma che importa... io sto in sella al mio scooter, intorno a me ci sono gli amici... mi sento come se portassi un Angelo, dietro di me... magari sto dando un passaggio all'Arcangelo di Castel Sant'Angelo... speriamo tenga la spada nel fodero...
Porta Pinciana, Villa Borghese... Pini Alti come giganti... Pini alti come Gru su una gamba sola, una gamba sottile sottile che sembra perdersi nel cielo, e poi, improvvisa... una chioma... la testa di un rasta...
Giù per il muro torto, sempre andando piano... prendersi il gusto di sentire le ruote che rotolano sull'asfalto, assecondare le curve piegandosi dolcemente....
Piazzale Flaminio... siete mai riusciti a passarci, senza almeno guardare, anche solo per una sguardo veloce, Piazza del Popolo?
Che il Popolo non c'entra niente... la Piazza si chiama così perchè anticamente lì c'era un bosco di Popli... il nome che la gente dava ai Pioppi... e ce n'era uno gigantesco... il Poplo... ecco, perchè si chiama piazza del Popolo
Adesso di gigantesco c’è l’obelisco... “è vero che le due chiese sono identiche?”... Oddio! Chi ha parlato? L’Angelo? Ah no... è una voce nella mia testa... il ricordo di me bambino che passeggia con il suo enorme papà, che lo tiene per mano, e gli fa domande domande domande....
No... mi risponde papà... è come il gioco della Settimana Enigmistica “Aguzzate la Vista”... Tra le due chiese ci sono delle differenze, riuscite ad indovinare quali? Tra 7 anni e 47 anni... in 40 anni non sono riuscito a trovarle....
Lungotevere Arnaldo da Brescia, lo Scalo De Pinedo, il Barcone ristorante.... È rosso... che inchiodata...
Enorme, il Ministero della Marina... anche qui, si può passare, senza guardare in alto, quelle Ancore che non esiste una barca così grande da poterle usare?
Via, si gira... Piazzale delle Belle Arti, Valle Giulia....
Vedi, Angelo? Qui ci vengono degli Angeli come te... però loro si sporcano ogni sera... vendono il loro culo in cambio di un panino o poco più....
Si, Angelo, proprio qui, di fronte al Museo Etrusco... Pare che anche per gli Estruschi non fosse un problema, fare certe cose... ma certo, non lo facevano per una birra... A proposito, Angelo... qui un mio Amico di gioventù una sera c’è venuto, ha raccolto un Angelo... sai, voleva offrirgli una Pizza, una birra... ed in cambio, voleva credere di poter essere un Angelo anche lui...
Solo dopo tre giorni l’ha ritrovato la figlia... la testa era sotto al letto, spaccata da due colpi di accetta...
Perchè a Roma ci sono anche Angeli assassini, sai?
Piazza De Thorvaldsen, La Facoltà di Architettura, La GNAM...
Mi sembra ancora di veder volare i lacrimogeni, di sentire la puzza acre e le sirene acute, che violentano le orecchie... Mi sembra di leggere le parole di Pasolini “tra Voi, figli di Papà, ed i poliziotti, io scelgo questi, che sono la vera espressione del popolo...”
Avevo 7 anni... era il 1968...
L’ingresso di Villa Borghese... eccolo, di fronte a me... ogni volta, troppo poche volte, mi sembra di attraversare i cancelli del Cielo...
Largo Pablo Picasso... e via, adesso accelero... voglio sbigarmi, tra poco chiudono i cancelli...
La puzza mi colpisce forte, i rumori sono nell’aria...
Appena in tempo... le tartarughe, le carpe, gli Ara, i penna gialla, è nata la giraffina, e i versi dei leoni, gli ululati dei lupi, i bramiti dei cervi... è questa l’ora che lo zoo si sveglia... sta diventando sera...
Signori, prego, accomodatevi, dobbiamo chiudere i cancelli...
Va bene... quel che volevo l’ho avuto... io non voglio vedere animali prigionieri... ma voglio sentire la puzza del loro sterco, sentire le loro voci... questo National Geographic non me lo dona...
Lasciamo qui gli scooter? Si dai, chi li tocca?
I cingalesi stanno lavando il furgone dei panini.
Ci affacciamo sulla valletta dei Cani? Si... guarda... che meraviglia... s’io fossi cane, scapperei per viver qui...
Via dell’uccelliera, Parco dei Daini, la Meridiana, Viale dei Mascheroni, Viale dei Sarcofaghi, eccola, lì, bianca, grande, fredda e regale... Villa Borghese... si, Villa Borghese, quello intorno è il parco che la circondava... una famigliola, abbastanza ricca da avere un parco immenso dentro la città, ed un giardino alle spalle... il Parco dei Daini...
“Regà, lo sapete che qui dentro ce stà la statua de ‘na mignotta? L’ha fatta er Canova, la stuatua de Paolina Borghese, era la sorella de Napoleone, che l’aveva sposata ppe forza cor principe Camillo Borghese... però se dice che ‘sto principe ce l’aveva piccolo piccolo, e nun l’accontentava mai, allora Lei stava sempre a fasse scopà da tutti, nobbili e plebbei, ufficiali e sordati... e Napoleone se ‘ncazzava, ma je voleva troppo bene e la perdonava sempre...
Puro perchè alla fine era sempre l’unica che je rimaneva sempre vicina...
Pensa, che quanno a Napoleone je nacque er fijo, che lui lo voleva tanto, che aveva puro cacciato de casa quell’artra mignotta creola de Giuseppina, perchè nun je dava er fijo, Lei je fece na festa alle Tuilieries, che sarebbe stato er palazzo ìmperiale de Parigi..., se appresentò de fronte a tutti cò le zinne de fori... perchè era ‘na festa in maschera”
“a Nasò, ma quante ne sai?”
Tante ne so... Amici miei ignoranti...
Torniamo indietro, piano...
Dai, si risale in scooter...
Ecco... Siamo già di nuovo al Tevere, attraversiamolo... Viale Mazzini, vedi? Quello è il cavallo... prima il bersagliere, adesso il cavallo... anche il cavallo della Rai, immobile in un nitrito angosciato e muto...
Finalmente, piazzale Clodio... VIAAAAAAAAA...... appena in tempo, giallo, rosso, saliamo su, dai, la Panoramica... come? Ah, si, Viale Dei Cavalieri di Vittorio Veneto... come? Ah, scusa... Viale Falcone e Borsellino... ma che vizio... non andava bene, Via La Panoramica?
Su su su su su, subito a destra, secchi, Monte Mario, lo zodiaco.... !
Eccola...
Quante volte l’avrò vista? No.. no... l’Amo, io LA AMO... eccola, questa gran mignotta di Roma... eccola... sdraiata nuda e sporca, di fronte a me... eppure, così, sporca, puzzolente, violentata... io mi sdraierei su di Lei, io non la violenterei, io ci farei L’AMORE... e dovessi morire mentre le sto dentro... morirei felice...
Qui vedo esattamente la stessa prospettiva della terrazza di casa mia..., domani invito due amici a mangiare a casa mia, in terrazza....
A sinistra... il reatino, il Terminillo... giro la testa e lo sguardo, come se accarezzassi da sinistra a destra, i monti prenestini, Monte Gennaro, Monte Celio, Guidonia, Tivoli... poi, lontani, i Simbruini... in fondo alla vallata... e poi i castelli romani, Rocca Priora, Montecompatri, MontePorzio, Frascati... se c’era vento, giù giù in fondo, a destra... vedevi il mare che rifletteva nel cielo la sua schiuma...
Sotto, Ponte Milvio, la Farnesina, L’olimpico, le piscine, l’aula bunker, la curva fangosa del Tevere, di là del Tevere, Villa Ada, l’auditorium, lo stadio Flaminio, la Moschea, ecco, ecco, uh... il Colosseo, il Vittoriano...
Ma guarda, pure qui si sta riempiendo di lucchetti... di scritte... ah no, c’è anche una coppia che ha attaccato l’ode di Dante a Beatrice... però! Basta non guardare per terra nel vialetto, tra merde e bottiglie, cartacce e sporco... ma perchè, perchè, cazzo, perchè? Ragazzini troppo rumorosi si avvicinano, le ragazze peggio nei maschi nel loro esibizionismo, nella volgarità... iniziano a graffiare la balaustra con le chiavi per scrivere le loro banalità stupide inutili da libro di Moccia...
Torniamo giù?
Si, dai... Via Trionfale... ecco Villa Miani... lo sapete che Totti qui ci ha fatto la festa del matrimonio? 400 invitati? Boh, ma ce ne frega qualcosa? A me no...
Ecco, via Cipro, Piazzale degli Eroi, L’Olimpica, per meglio dire... si passa sotto il trenino che entra al Vaticano, eccolo lassù, Stato nella Città, con le sue mura imponenti, con i suoi riti chiusi, protetti e segreti....
Il Viadotto, la curva, da ragazzo si contavano le foto ed i mazzi di fiori per i motociclisti che qui venivano a fare le gare di accelerazione, senza casco, i Suzuki z80 e i Kawasaki... ogni tanto qualcuno non si fermava in tempo...
Ecco, siamo in mezzo a Villa Pamphili... certo, oggi, in un giorno, in poche ore, Villa Borghese, Villa Ada da lontano, Villa Pamphili...
Scoiattoli, Nutrie, Volpi... Marmott... no, le marmotte no, e che caspita, mica stiamo in montagna, qui... a che gli serve uno zoo, a Roma? Non gli bastano tutti ‘st’animali?
Si scende veloci giù per circonvallazione Gianicolense, via, via, davanti al San Camillo, poi a destra, Ponte Bianco... Via Oderisi da Gubbio...
Angelo, lo vedi quel Bar? Io sono cresciuto tra lì e lì... lo sai quando ero ragazzo io, chi ci stava a quel bar, nel gruppo accanto a noi? Quelli della Banda della Magliana... Carminati, Er negro... e tutti gli altri...
Mangiamo? Si dai? Dove? Alla Città del Gusto?....
In fondo a quella strada c’è la casa di mia zia... adesso sta sul letto, non sta bene....
“Ecco, Ponte Marconi, le mignotte ed i trans... regà, annamo a vedè la scola media? Si, ecchela... aspettate regà, devo guardà la finestra de mi padre... “
Angelo, la vedi quella finestra, quer terrazzo lissù? Ecco, lì dentro ce dorme mi padre... è vecchio, Angelo, è tanto vecchio... senti, io posso solo provacce, a daje ‘na mano... me ce dai ‘na mano puro tu? Come? Ah... nun poi fa gnente... ho capito, Angelo mio.. è destino... quanno sarà sarà... vabbè, armeno metti ‘na parola bona cor principale... che sia più tardi possibbile....
Annamo? Andiamo.
Via Ostiense, I mercati generali, Ozpetek, Accorsi e Margherita Buy, le Fate Ignoranti, il Gasometro, cos’è Papà? Un circo vuoto e senza telo...
Saturno Contro.
La Piramide... Ubriachi, questi Amici miei... lo sapete che cos’è la Piramide... no? E ti pareva... è la tomba di un macellaio dell’antica Roma, che barattò con l’imperatore ed i senato il diritto di avere un mausoleo dentro Roma, in cambio di fornire gratis di carne l’esercito... ma Voi lo sapete che i romani erano come gli Americani, oggi? Dovevano stare sempre in guerra... non era un fatto politico, era una cosa economica...
Ma quante ne sai, Nasò? Più di Voi sicuramente, ignorantoni...
Andiamo... Viale Aventino, San Saba, il giardino degli Aranci, la Fao... che lusso... certo, pure a quartieri, oggi, mica male... dal nomentano ai Parioli, a Prati, a Trionfale, a Monteverde... ed adesso, addirittura, l’Aventino...
Mannaggia ai SanPietrini....
Via via via via...
A sinistra il Circo Massimo, a destra il Palatino, vorrei avere due teste e quattro occhi, ma quante volte li hai visti? Non importa, non basta mai... che è lassù? Come, che è... è il monumento a Mazzini, che NON sta a Viale Mazzini... ma a Piazzale Ugo La Malfa... e che c’entra, una piazza a La Malfa a Roma? Niente, c’entra... pure perchè quella, prima... era Piazza Romolo e Remo... e loro si, che una piazza a Roma se la meritavano...
Via dei Cerchi, via Dell’Ara Massima... via via via... dai, Angelo, promesso... la prossima volta, monte Caprino e Via di San Teodoro te li faccio vedere... stai tranquillo Angelo, ti proteggo io, come da chi? Dagli stessi Angeli che stanno a Valle Giulia, a Monte Caprino ci stanno da 2000 anni...
Il Tempio di Vesta; qui c’era ‘nfoco, che doveva da sta sempre acceso... e poi, ‘n’vece, una delle sacerdotesse sei distrasse perchè stava a dà retta a Marte... er foco se spense, e sta mignotta, rea Silva, se chiamava, rimase puro ‘ncinta... poi je naquero dù Gemelli... ma lei nun li poteva tenè, allora li mise dentro ‘na cesta, e li diede ar tevere...
Er tevere fece fermà la cesta davanti a ‘na grotta... e dentro sta grotta ce viveva ‘na lupa... ma nun era na lupa animale... era ‘na mignotta, le mignotte all’epoca se chiameveno LUPE (da cui, LUPANARE)... che riceveva li clienti dentro ‘sta grotta... sta mignotta ciaveva pure un marito, che faceva er pastore, e arrotonnava cor lavoro della moje... ‘nsomma, pe falla breve... sti due se misero ‘n’casa ‘sti dù trovatelli... je misero nome Romolo e Remo... e la storia ebbe inizio...
Allora, dico io... ma se già PRIMA di Romolo e Remo c’era tutta ‘sta gente... ma che hanno fondato, ‘sti due? E poi... ma può essere che noi romani dobbiamo per forza discendere da mignotte, sia naturali che adottive... poi va a finire che ha ragione Calderoli.... non sia mai!
Lungotevere, Portico d’Ottavia, Giggetto, la Sinagoga, L’isola Tiberina...
“.... si nun sei praticoooooooo, d’aregge i moccoliiiiiiii, ppe lungotevere...... nun ce passààààààà....” Gabriella Ferri, coppie che si baciano nel buio dei platani che vestono il lungotevere....
Via Via...
Eccoci, lo vedete? È Castel Sant’Angelo... ma... ma... quello lassù... è l’Angelo... allora chi c’è dietro di me?
Pss... pss sono un Angelo, posso stare lassù e posso stare qui... però non parlarmi a voce così alta, o i tuoi amici penseranno che sei matto...
Vabbè, tanto, che non lo pensano già?
Piuttosto, Angelo... ma con quella spada, che stai facendo? La stai riponendo, o la stai tirando fuori... è vero che la stai riponendo perchè è finita la Peste che avevi mandato tu per punirci?
Con la spada sto facendo quel che tu meriti che io faccia....
MI corre un brivido per la schiena...
Vabbè dai...
Via della Conciliazione... San Pietro...
Un poliziotto sdraiato, si è sentito male... una ambulanza, niente di grave...
Regà, lasciate qui gli scooter... guardate... ecco... qui, da questi punti, vi trovate ESATTAMENTE al centro della prospettiva del colonnato... e invece di vedere tutte le file di colonne, per ogni fila ne vedete solo una, la prima.... questi invece sono le meridiane dello zodiaco, e l’obelisco segna con la sua ombra data dalla luna, il segno zodiacale del mese... lo sapete che quando tirarono su l’obelisco, le corde si stavano spezzando... allora, un operaio genovese, contravvenendo gli ordini del Papa, urlò “Bagna le FUNIIIIIIII”... capirai, lo arrestarono subito e lo volevano ammazzare... ma il Papà invece lo fece ricco... perchè con quel grido, bagnando le funi, riuscirono a tirare su l’obelisco...
“a Nasò, ma quante ne sai?”
E tre... SEMPRE più di Voi...
Piuttosto; quanto tempo è, brutti Atei sconsacrati, che non venite più all’Angelus, la domenica mattina? Io saranno 30 anni... che all’epoca la piazza era piena piena piena... adesso, se per caso la domenica lo fanno vedere in televisione... è quasi vuota... io ci sono tornato a fare la Veglia per Papa Karol... che io non sono mica religioso, anzi... ma che Vi devo dire... a non venirci ci stavo male... e quel giorno la Piazza era più piena che mai..
Via via... ecco Porta Cavalleggeri... dai, una infrazione piccola piccola... saliamo su, verso il Gianicolo...
Il Vascello... eccoci...
Madonna... è pieno di gente... troppa, andiamo avanti dai... arriviamo fino al faro... Come? Un Faro? A Roma???
Si, che non lo sapete? È dove si andava a fare le voci...
Le voci? Che voci?
Ma come, “che voci”? ma di dove siete voi? Di Frosinone?
Qui ci venivano Amici e Parenti, le mogli, gli avvocati dei carcerati di Regina Coeli... strillavano e parlavano con i carcerati... gli davano le notizie, quelle belle e quelle brutte... “Marioooooooo.... a Marioooo... tu moje è scappata cor cravattaro de Via Giulia”......
A vorte ce venivano a faje li scherzi, a vorte ‘nvece, erano cose vere...
A Nasò, ma qua...
Ahò, ammollate, che co voi, pure ‘na zucchina, pare ‘n’laureato...
Andiamo, dai... è tardi...
Scendiamo, il Bambin Gesù, Ancora Lungotevere, il ponte, Via Giulia, Corso Vittorio, La Chiesa Nuova, a sinistra Piazza Navona, a destra Campo de’Fiori, Giordano Bruno, Piazza Argentina, a sinistra il Pantheon, Piazza del Gesù, La DC, i massoni, i Gesuiti......
Andiamo andiamo...
Via delle Botteghe Oscure, Liberazione, Il Partito Comunista, l’attico della Loren, la salita del Campidoglio, Il vittoriano... piazza Venezia...
Angelo, che fai, non mi chiedi più niente...?
No, anche per me che sono un Angelo... Roma è troppa... è tanta,,,,
Vabbè, dai, adesso è tardi... la prossima Volta ti porto anche a Trinità dei Monti...
Il balcone di Mussolini, vecchie foto in biancoenero d’epoca, la piazza è piena, chissà mio nonno dove stava?
Via via...
Su, Piazza Santissimi Apostoli, La Provincia, il Parlamento Europeo, la vecchietta con il negozietto che vendeva merceria, il negozio così piccolo che Lei doveva rimanere sulla porta... con la sua sediolina... sarà morta 40 anni fa... chissà, adesso, che ci sarà dietro quella porticina...
Borsalino, il negozio di strumenti musicali... ma ci saranno ancora? Il Rialto, non c’è più....
Le scuderie del Quirinale, il Quirinale, Carabinieri annoiati che girano in un metro, via via... Via Venti Settembre, Largo Sant’Agnese, L’Hotel De Russie, il Grand Hotel, il Planetario
Angeli, quanti Angeli ci sono, a Roma? Ed ogni angelo che incontro, di Marmo, di Bronzo, saluta il mio Arcangelo...
Via via via... cantava Paolo Conte...
Ecco, sono dietro il Ministero delle Finanze, chi è quello della Statua? Ah, Silvio Spaventa? E chicazz’è? Ma come Nasò, questa nun la sai? No... se vede che nun è romano....
Ancora avanti, sempre avanti...
Sempre dritto...
Gira gira... cos’è questa? 'a Nano, e che nun la riconosci? È l’ambasciata ‘nglese....
Ahò, bella però....
Siamo tornati alla Breccia di Porta Pia...
Abbiamo chiuso il giro....
Adesso è tutta Nomentana, fino a Piazza Sempione...
... ecco, siamo quasi arrivati...
A sinistra c’è il Borghetto Nomentano...
Adesso siamo proprio arrivati....
Quando ci rivediamo, regà...?
Boh... io parto... io puro... e tu, Nasò? Io devo annà a Milano, la prossima settimana... e poi me torna mi moje dar mare... ho finito de fà lo scapolo de ritorno...
Vabbè, ma a settembre vedemose, prima che ariva a piove...
Si, vabbè, sentimose, dai...
Ho capito... ci si vede tra un anno....
Bacio gli Amici...
Bacio Roma....
Bacio l’Angelo... e gli Amici pensano che io sia scemo, a baciare l’aria...
Anzi, dai Angelo, prima di volar via, dammi un abbraccio forte...
E poi torno a casa...
Senza parabrezza, l’ho tolto... e gli occhiali da moto non li porto, perchè è notte... ed allora, magari... chi mi incontra pensa che tutte queste lacrime che mi bagnano il volto è perchè è il vento, che mi irrita gli occhi...
Ma io lo so, che non è così...
E’ che piango, semplicemente... e me ne frego, e sono felice, e piango...
E stanotte dormirò insieme ai miei Amici, alla mia Città Mignotta, al mio Arcangelo... e non sarò solo.
Fatene quel che volete; se Vi piace e trovate un posto, pubblicatelo, se non vi piace, potete buttarlo... Insomma, vedete Voi. Io Vi autorizzo in ogni caso.
Ho tolto il parabrezza....
Ho indossato il paraschiena... gli occhiali da moto, il casco ed i mezzi guanti....
Ho messo in moto, ho sbloccato le sospensioni, tolto il freno a mano.
Si parte da Piazza Sempione; un gioiellino, un quadrato incongruo, in mezzo ai palazzoni...
Acceleriamo, si parte...
Via Nomentana... Villa Paganini, l'Ambasciata di Libia, Villa Torlonia, la Casina delle CIvette...
Già, ma Voi, che ne potete sapere...
Non si corre, non si supera scavalcando le macchine, non si passa sulla riga di mezzeria, non ho fretta, non abbiamo fretta, possiamo metterci tutto il tempo che vogliamo....
Porta Pia, sembra che il Bersagliere di bronzo si volti verso di noi e ci saluti, ma non può essere, lui sta li, immobile nella sua pelle marrone, da più di cent'anni... un'apparizione incongrua, un bersagliere che non corre...
Corso d'Italia; "cosa sono quelle mura, scusi?"... "Quelle? Quelle sono le Mura Aureliane, la cinta di Roma..."... "Ma come... sono spezzate per farci le strade, tagliate per farci dei varchi...."... "Che le devo dire, signora?"....
Acacie Selvatiche grandi ed alte che sembrano querce, Piazza Fiume, la RInascente, Via Salaria...
C'è traffico... ma che importa... io sto in sella al mio scooter, intorno a me ci sono gli amici... mi sento come se portassi un Angelo, dietro di me... magari sto dando un passaggio all'Arcangelo di Castel Sant'Angelo... speriamo tenga la spada nel fodero...
Porta Pinciana, Villa Borghese... Pini Alti come giganti... Pini alti come Gru su una gamba sola, una gamba sottile sottile che sembra perdersi nel cielo, e poi, improvvisa... una chioma... la testa di un rasta...
Giù per il muro torto, sempre andando piano... prendersi il gusto di sentire le ruote che rotolano sull'asfalto, assecondare le curve piegandosi dolcemente....
Piazzale Flaminio... siete mai riusciti a passarci, senza almeno guardare, anche solo per una sguardo veloce, Piazza del Popolo?
Che il Popolo non c'entra niente... la Piazza si chiama così perchè anticamente lì c'era un bosco di Popli... il nome che la gente dava ai Pioppi... e ce n'era uno gigantesco... il Poplo... ecco, perchè si chiama piazza del Popolo
Adesso di gigantesco c’è l’obelisco... “è vero che le due chiese sono identiche?”... Oddio! Chi ha parlato? L’Angelo? Ah no... è una voce nella mia testa... il ricordo di me bambino che passeggia con il suo enorme papà, che lo tiene per mano, e gli fa domande domande domande....
No... mi risponde papà... è come il gioco della Settimana Enigmistica “Aguzzate la Vista”... Tra le due chiese ci sono delle differenze, riuscite ad indovinare quali? Tra 7 anni e 47 anni... in 40 anni non sono riuscito a trovarle....
Lungotevere Arnaldo da Brescia, lo Scalo De Pinedo, il Barcone ristorante.... È rosso... che inchiodata...
Enorme, il Ministero della Marina... anche qui, si può passare, senza guardare in alto, quelle Ancore che non esiste una barca così grande da poterle usare?
Via, si gira... Piazzale delle Belle Arti, Valle Giulia....
Vedi, Angelo? Qui ci vengono degli Angeli come te... però loro si sporcano ogni sera... vendono il loro culo in cambio di un panino o poco più....
Si, Angelo, proprio qui, di fronte al Museo Etrusco... Pare che anche per gli Estruschi non fosse un problema, fare certe cose... ma certo, non lo facevano per una birra... A proposito, Angelo... qui un mio Amico di gioventù una sera c’è venuto, ha raccolto un Angelo... sai, voleva offrirgli una Pizza, una birra... ed in cambio, voleva credere di poter essere un Angelo anche lui...
Solo dopo tre giorni l’ha ritrovato la figlia... la testa era sotto al letto, spaccata da due colpi di accetta...
Perchè a Roma ci sono anche Angeli assassini, sai?
Piazza De Thorvaldsen, La Facoltà di Architettura, La GNAM...
Mi sembra ancora di veder volare i lacrimogeni, di sentire la puzza acre e le sirene acute, che violentano le orecchie... Mi sembra di leggere le parole di Pasolini “tra Voi, figli di Papà, ed i poliziotti, io scelgo questi, che sono la vera espressione del popolo...”
Avevo 7 anni... era il 1968...
L’ingresso di Villa Borghese... eccolo, di fronte a me... ogni volta, troppo poche volte, mi sembra di attraversare i cancelli del Cielo...
Largo Pablo Picasso... e via, adesso accelero... voglio sbigarmi, tra poco chiudono i cancelli...
La puzza mi colpisce forte, i rumori sono nell’aria...
Appena in tempo... le tartarughe, le carpe, gli Ara, i penna gialla, è nata la giraffina, e i versi dei leoni, gli ululati dei lupi, i bramiti dei cervi... è questa l’ora che lo zoo si sveglia... sta diventando sera...
Signori, prego, accomodatevi, dobbiamo chiudere i cancelli...
Va bene... quel che volevo l’ho avuto... io non voglio vedere animali prigionieri... ma voglio sentire la puzza del loro sterco, sentire le loro voci... questo National Geographic non me lo dona...
Lasciamo qui gli scooter? Si dai, chi li tocca?
I cingalesi stanno lavando il furgone dei panini.
Ci affacciamo sulla valletta dei Cani? Si... guarda... che meraviglia... s’io fossi cane, scapperei per viver qui...
Via dell’uccelliera, Parco dei Daini, la Meridiana, Viale dei Mascheroni, Viale dei Sarcofaghi, eccola, lì, bianca, grande, fredda e regale... Villa Borghese... si, Villa Borghese, quello intorno è il parco che la circondava... una famigliola, abbastanza ricca da avere un parco immenso dentro la città, ed un giardino alle spalle... il Parco dei Daini...
“Regà, lo sapete che qui dentro ce stà la statua de ‘na mignotta? L’ha fatta er Canova, la stuatua de Paolina Borghese, era la sorella de Napoleone, che l’aveva sposata ppe forza cor principe Camillo Borghese... però se dice che ‘sto principe ce l’aveva piccolo piccolo, e nun l’accontentava mai, allora Lei stava sempre a fasse scopà da tutti, nobbili e plebbei, ufficiali e sordati... e Napoleone se ‘ncazzava, ma je voleva troppo bene e la perdonava sempre...
Puro perchè alla fine era sempre l’unica che je rimaneva sempre vicina...
Pensa, che quanno a Napoleone je nacque er fijo, che lui lo voleva tanto, che aveva puro cacciato de casa quell’artra mignotta creola de Giuseppina, perchè nun je dava er fijo, Lei je fece na festa alle Tuilieries, che sarebbe stato er palazzo ìmperiale de Parigi..., se appresentò de fronte a tutti cò le zinne de fori... perchè era ‘na festa in maschera”
“a Nasò, ma quante ne sai?”
Tante ne so... Amici miei ignoranti...
Torniamo indietro, piano...
Dai, si risale in scooter...
Ecco... Siamo già di nuovo al Tevere, attraversiamolo... Viale Mazzini, vedi? Quello è il cavallo... prima il bersagliere, adesso il cavallo... anche il cavallo della Rai, immobile in un nitrito angosciato e muto...
Finalmente, piazzale Clodio... VIAAAAAAAAA...... appena in tempo, giallo, rosso, saliamo su, dai, la Panoramica... come? Ah, si, Viale Dei Cavalieri di Vittorio Veneto... come? Ah, scusa... Viale Falcone e Borsellino... ma che vizio... non andava bene, Via La Panoramica?
Su su su su su, subito a destra, secchi, Monte Mario, lo zodiaco.... !
Eccola...
Quante volte l’avrò vista? No.. no... l’Amo, io LA AMO... eccola, questa gran mignotta di Roma... eccola... sdraiata nuda e sporca, di fronte a me... eppure, così, sporca, puzzolente, violentata... io mi sdraierei su di Lei, io non la violenterei, io ci farei L’AMORE... e dovessi morire mentre le sto dentro... morirei felice...
Qui vedo esattamente la stessa prospettiva della terrazza di casa mia..., domani invito due amici a mangiare a casa mia, in terrazza....
A sinistra... il reatino, il Terminillo... giro la testa e lo sguardo, come se accarezzassi da sinistra a destra, i monti prenestini, Monte Gennaro, Monte Celio, Guidonia, Tivoli... poi, lontani, i Simbruini... in fondo alla vallata... e poi i castelli romani, Rocca Priora, Montecompatri, MontePorzio, Frascati... se c’era vento, giù giù in fondo, a destra... vedevi il mare che rifletteva nel cielo la sua schiuma...
Sotto, Ponte Milvio, la Farnesina, L’olimpico, le piscine, l’aula bunker, la curva fangosa del Tevere, di là del Tevere, Villa Ada, l’auditorium, lo stadio Flaminio, la Moschea, ecco, ecco, uh... il Colosseo, il Vittoriano...
Ma guarda, pure qui si sta riempiendo di lucchetti... di scritte... ah no, c’è anche una coppia che ha attaccato l’ode di Dante a Beatrice... però! Basta non guardare per terra nel vialetto, tra merde e bottiglie, cartacce e sporco... ma perchè, perchè, cazzo, perchè? Ragazzini troppo rumorosi si avvicinano, le ragazze peggio nei maschi nel loro esibizionismo, nella volgarità... iniziano a graffiare la balaustra con le chiavi per scrivere le loro banalità stupide inutili da libro di Moccia...
Torniamo giù?
Si, dai... Via Trionfale... ecco Villa Miani... lo sapete che Totti qui ci ha fatto la festa del matrimonio? 400 invitati? Boh, ma ce ne frega qualcosa? A me no...
Ecco, via Cipro, Piazzale degli Eroi, L’Olimpica, per meglio dire... si passa sotto il trenino che entra al Vaticano, eccolo lassù, Stato nella Città, con le sue mura imponenti, con i suoi riti chiusi, protetti e segreti....
Il Viadotto, la curva, da ragazzo si contavano le foto ed i mazzi di fiori per i motociclisti che qui venivano a fare le gare di accelerazione, senza casco, i Suzuki z80 e i Kawasaki... ogni tanto qualcuno non si fermava in tempo...
Ecco, siamo in mezzo a Villa Pamphili... certo, oggi, in un giorno, in poche ore, Villa Borghese, Villa Ada da lontano, Villa Pamphili...
Scoiattoli, Nutrie, Volpi... Marmott... no, le marmotte no, e che caspita, mica stiamo in montagna, qui... a che gli serve uno zoo, a Roma? Non gli bastano tutti ‘st’animali?
Si scende veloci giù per circonvallazione Gianicolense, via, via, davanti al San Camillo, poi a destra, Ponte Bianco... Via Oderisi da Gubbio...
Angelo, lo vedi quel Bar? Io sono cresciuto tra lì e lì... lo sai quando ero ragazzo io, chi ci stava a quel bar, nel gruppo accanto a noi? Quelli della Banda della Magliana... Carminati, Er negro... e tutti gli altri...
Mangiamo? Si dai? Dove? Alla Città del Gusto?....
In fondo a quella strada c’è la casa di mia zia... adesso sta sul letto, non sta bene....
“Ecco, Ponte Marconi, le mignotte ed i trans... regà, annamo a vedè la scola media? Si, ecchela... aspettate regà, devo guardà la finestra de mi padre... “
Angelo, la vedi quella finestra, quer terrazzo lissù? Ecco, lì dentro ce dorme mi padre... è vecchio, Angelo, è tanto vecchio... senti, io posso solo provacce, a daje ‘na mano... me ce dai ‘na mano puro tu? Come? Ah... nun poi fa gnente... ho capito, Angelo mio.. è destino... quanno sarà sarà... vabbè, armeno metti ‘na parola bona cor principale... che sia più tardi possibbile....
Annamo? Andiamo.
Via Ostiense, I mercati generali, Ozpetek, Accorsi e Margherita Buy, le Fate Ignoranti, il Gasometro, cos’è Papà? Un circo vuoto e senza telo...
Saturno Contro.
La Piramide... Ubriachi, questi Amici miei... lo sapete che cos’è la Piramide... no? E ti pareva... è la tomba di un macellaio dell’antica Roma, che barattò con l’imperatore ed i senato il diritto di avere un mausoleo dentro Roma, in cambio di fornire gratis di carne l’esercito... ma Voi lo sapete che i romani erano come gli Americani, oggi? Dovevano stare sempre in guerra... non era un fatto politico, era una cosa economica...
Ma quante ne sai, Nasò? Più di Voi sicuramente, ignorantoni...
Andiamo... Viale Aventino, San Saba, il giardino degli Aranci, la Fao... che lusso... certo, pure a quartieri, oggi, mica male... dal nomentano ai Parioli, a Prati, a Trionfale, a Monteverde... ed adesso, addirittura, l’Aventino...
Mannaggia ai SanPietrini....
Via via via via...
A sinistra il Circo Massimo, a destra il Palatino, vorrei avere due teste e quattro occhi, ma quante volte li hai visti? Non importa, non basta mai... che è lassù? Come, che è... è il monumento a Mazzini, che NON sta a Viale Mazzini... ma a Piazzale Ugo La Malfa... e che c’entra, una piazza a La Malfa a Roma? Niente, c’entra... pure perchè quella, prima... era Piazza Romolo e Remo... e loro si, che una piazza a Roma se la meritavano...
Via dei Cerchi, via Dell’Ara Massima... via via via... dai, Angelo, promesso... la prossima volta, monte Caprino e Via di San Teodoro te li faccio vedere... stai tranquillo Angelo, ti proteggo io, come da chi? Dagli stessi Angeli che stanno a Valle Giulia, a Monte Caprino ci stanno da 2000 anni...
Il Tempio di Vesta; qui c’era ‘nfoco, che doveva da sta sempre acceso... e poi, ‘n’vece, una delle sacerdotesse sei distrasse perchè stava a dà retta a Marte... er foco se spense, e sta mignotta, rea Silva, se chiamava, rimase puro ‘ncinta... poi je naquero dù Gemelli... ma lei nun li poteva tenè, allora li mise dentro ‘na cesta, e li diede ar tevere...
Er tevere fece fermà la cesta davanti a ‘na grotta... e dentro sta grotta ce viveva ‘na lupa... ma nun era na lupa animale... era ‘na mignotta, le mignotte all’epoca se chiameveno LUPE (da cui, LUPANARE)... che riceveva li clienti dentro ‘sta grotta... sta mignotta ciaveva pure un marito, che faceva er pastore, e arrotonnava cor lavoro della moje... ‘nsomma, pe falla breve... sti due se misero ‘n’casa ‘sti dù trovatelli... je misero nome Romolo e Remo... e la storia ebbe inizio...
Allora, dico io... ma se già PRIMA di Romolo e Remo c’era tutta ‘sta gente... ma che hanno fondato, ‘sti due? E poi... ma può essere che noi romani dobbiamo per forza discendere da mignotte, sia naturali che adottive... poi va a finire che ha ragione Calderoli.... non sia mai!
Lungotevere, Portico d’Ottavia, Giggetto, la Sinagoga, L’isola Tiberina...
“.... si nun sei praticoooooooo, d’aregge i moccoliiiiiiii, ppe lungotevere...... nun ce passààààààà....” Gabriella Ferri, coppie che si baciano nel buio dei platani che vestono il lungotevere....
Via Via...
Eccoci, lo vedete? È Castel Sant’Angelo... ma... ma... quello lassù... è l’Angelo... allora chi c’è dietro di me?
Pss... pss sono un Angelo, posso stare lassù e posso stare qui... però non parlarmi a voce così alta, o i tuoi amici penseranno che sei matto...
Vabbè, tanto, che non lo pensano già?
Piuttosto, Angelo... ma con quella spada, che stai facendo? La stai riponendo, o la stai tirando fuori... è vero che la stai riponendo perchè è finita la Peste che avevi mandato tu per punirci?
Con la spada sto facendo quel che tu meriti che io faccia....
MI corre un brivido per la schiena...
Vabbè dai...
Via della Conciliazione... San Pietro...
Un poliziotto sdraiato, si è sentito male... una ambulanza, niente di grave...
Regà, lasciate qui gli scooter... guardate... ecco... qui, da questi punti, vi trovate ESATTAMENTE al centro della prospettiva del colonnato... e invece di vedere tutte le file di colonne, per ogni fila ne vedete solo una, la prima.... questi invece sono le meridiane dello zodiaco, e l’obelisco segna con la sua ombra data dalla luna, il segno zodiacale del mese... lo sapete che quando tirarono su l’obelisco, le corde si stavano spezzando... allora, un operaio genovese, contravvenendo gli ordini del Papa, urlò “Bagna le FUNIIIIIIII”... capirai, lo arrestarono subito e lo volevano ammazzare... ma il Papà invece lo fece ricco... perchè con quel grido, bagnando le funi, riuscirono a tirare su l’obelisco...
“a Nasò, ma quante ne sai?”
E tre... SEMPRE più di Voi...
Piuttosto; quanto tempo è, brutti Atei sconsacrati, che non venite più all’Angelus, la domenica mattina? Io saranno 30 anni... che all’epoca la piazza era piena piena piena... adesso, se per caso la domenica lo fanno vedere in televisione... è quasi vuota... io ci sono tornato a fare la Veglia per Papa Karol... che io non sono mica religioso, anzi... ma che Vi devo dire... a non venirci ci stavo male... e quel giorno la Piazza era più piena che mai..
Via via... ecco Porta Cavalleggeri... dai, una infrazione piccola piccola... saliamo su, verso il Gianicolo...
Il Vascello... eccoci...
Madonna... è pieno di gente... troppa, andiamo avanti dai... arriviamo fino al faro... Come? Un Faro? A Roma???
Si, che non lo sapete? È dove si andava a fare le voci...
Le voci? Che voci?
Ma come, “che voci”? ma di dove siete voi? Di Frosinone?
Qui ci venivano Amici e Parenti, le mogli, gli avvocati dei carcerati di Regina Coeli... strillavano e parlavano con i carcerati... gli davano le notizie, quelle belle e quelle brutte... “Marioooooooo.... a Marioooo... tu moje è scappata cor cravattaro de Via Giulia”......
A vorte ce venivano a faje li scherzi, a vorte ‘nvece, erano cose vere...
A Nasò, ma qua...
Ahò, ammollate, che co voi, pure ‘na zucchina, pare ‘n’laureato...
Andiamo, dai... è tardi...
Scendiamo, il Bambin Gesù, Ancora Lungotevere, il ponte, Via Giulia, Corso Vittorio, La Chiesa Nuova, a sinistra Piazza Navona, a destra Campo de’Fiori, Giordano Bruno, Piazza Argentina, a sinistra il Pantheon, Piazza del Gesù, La DC, i massoni, i Gesuiti......
Andiamo andiamo...
Via delle Botteghe Oscure, Liberazione, Il Partito Comunista, l’attico della Loren, la salita del Campidoglio, Il vittoriano... piazza Venezia...
Angelo, che fai, non mi chiedi più niente...?
No, anche per me che sono un Angelo... Roma è troppa... è tanta,,,,
Vabbè, dai, adesso è tardi... la prossima Volta ti porto anche a Trinità dei Monti...
Il balcone di Mussolini, vecchie foto in biancoenero d’epoca, la piazza è piena, chissà mio nonno dove stava?
Via via...
Su, Piazza Santissimi Apostoli, La Provincia, il Parlamento Europeo, la vecchietta con il negozietto che vendeva merceria, il negozio così piccolo che Lei doveva rimanere sulla porta... con la sua sediolina... sarà morta 40 anni fa... chissà, adesso, che ci sarà dietro quella porticina...
Borsalino, il negozio di strumenti musicali... ma ci saranno ancora? Il Rialto, non c’è più....
Le scuderie del Quirinale, il Quirinale, Carabinieri annoiati che girano in un metro, via via... Via Venti Settembre, Largo Sant’Agnese, L’Hotel De Russie, il Grand Hotel, il Planetario
Angeli, quanti Angeli ci sono, a Roma? Ed ogni angelo che incontro, di Marmo, di Bronzo, saluta il mio Arcangelo...
Via via via... cantava Paolo Conte...
Ecco, sono dietro il Ministero delle Finanze, chi è quello della Statua? Ah, Silvio Spaventa? E chicazz’è? Ma come Nasò, questa nun la sai? No... se vede che nun è romano....
Ancora avanti, sempre avanti...
Sempre dritto...
Gira gira... cos’è questa? 'a Nano, e che nun la riconosci? È l’ambasciata ‘nglese....
Ahò, bella però....
Siamo tornati alla Breccia di Porta Pia...
Abbiamo chiuso il giro....
Adesso è tutta Nomentana, fino a Piazza Sempione...
... ecco, siamo quasi arrivati...
A sinistra c’è il Borghetto Nomentano...
Adesso siamo proprio arrivati....
Quando ci rivediamo, regà...?
Boh... io parto... io puro... e tu, Nasò? Io devo annà a Milano, la prossima settimana... e poi me torna mi moje dar mare... ho finito de fà lo scapolo de ritorno...
Vabbè, ma a settembre vedemose, prima che ariva a piove...
Si, vabbè, sentimose, dai...
Ho capito... ci si vede tra un anno....
Bacio gli Amici...
Bacio Roma....
Bacio l’Angelo... e gli Amici pensano che io sia scemo, a baciare l’aria...
Anzi, dai Angelo, prima di volar via, dammi un abbraccio forte...
E poi torno a casa...
Senza parabrezza, l’ho tolto... e gli occhiali da moto non li porto, perchè è notte... ed allora, magari... chi mi incontra pensa che tutte queste lacrime che mi bagnano il volto è perchè è il vento, che mi irrita gli occhi...
Ma io lo so, che non è così...
E’ che piango, semplicemente... e me ne frego, e sono felice, e piango...
E stanotte dormirò insieme ai miei Amici, alla mia Città Mignotta, al mio Arcangelo... e non sarò solo.
martedì 30 novembre 2010
Lentamente muore
Lentamente muore
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicità.
chi diventa schiavo dell’abitudine,
ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco
e i puntini sulle “i”
piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno
di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore
davanti all’errore e ai sentimenti.
Lentamente muore
chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro,
chi non rischia la certezza
per l’incertezza per inseguire un sogno,
chi non si permette almeno una volta nella vita
di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge, chi non ascolta musica,
chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente
chi distrugge l’amor proprio,
chi passa i giorni a lamentarsi
della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore
chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,
chi non fa domande
sugli argomenti che non conosce,
chi non risponde
quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi,
ricordando sempre che essere vivo
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore
del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà
al raggiungimento
di una
splendida felicità.
lunedì 22 novembre 2010
Pensare troppo
Forse alcune persone pensano troppo. Forse alcune persone non pensano affatto. La via di mezzo sarebbe l'ideale, ma si sa la virtù e la saggezza sono tesori difficili da trovare. Provo ad essere un uomo "evoluto". Provo, cammino, inciampo, cado, mi rialzo, mi pulisco un pò e riparto. Spesso mi faccio rabbia. Mi domando: ma che cavolo vuoi? Cosa pretendi di più dalla vita? Guardati attorno e rifletti...spesso non riesco a darmi una risposta convincente. La perfezione non esiste, ma non è quella che cerco. Io cerco la mia perfezione. La perfezione nella nostra imperfezione. Quel grottesco paradosso che ci fa star bene anche quando sbraitiamo che le cose non sono come vogliamo noi, ma che, in fondo al tuo cuore, sai di aver scelto anche quello. Che guardi dentro di te e trovi una serenità mai vissuta prima. Quella serenità che ti fa dimenticare lo stress, i mal di pancia, gli impegni, la fame, la sete...quella serenità che ti spinge a fare cose che mai avevi pensato di poter e saper fare.
E' l'ora di affrontare i miei fantasmi. La campanella che segna la fine della ricreazione ha suonato. Gli altri sono entrati in classe e io sono ancora fuori. Perso forse in situazioni ed errori già commessi. La vita ci ripropone sempre le stesse situazioni. Solo quando finalmente abbiamo il coraggio di affrontarle, guardandole dritte in faccia, urlandogli contro: No, stavolta no...stavolta E' la volta che ti batterò per sempre, solo quando avremo superato il tutto, solo allora potremo ripartire e voltare pagine. Vincere o perdere con i propri fantasmi? Non ha importanza, come sempre. L'importante è non restare bloccati dalla paura.
La paura di sbagliare, di fare la scelta errata, la paura di conservare "lo status quo". Questo è il vero peccato. Perchè quando una persona sente una cosa dentro, una cosa travolgente, una cascata di emozioni, non importa dove sei arrivato e cosa hai fatto fino a quel momento. Importa solo che la Vita ci sta parlando. Sta a noi decidere di ascoltarla oppure no. Potete chiamarlo, Dio, Allah, Buddha, Jahvè, destino, fato, essere panteisti o agnostici...noi non siamo soli.
Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando non vedi una via di uscita e ti incarti in mille ragionamenti. La soluzione è sempre davanti ai tuoi occhi. Ed è li semplice e chiara, anche se inizialmente può sembrare la più assurda e improbabile.
Dicevo: c'è chi pensa troppo e chi non lo fa per niente.......dicevo.
E' l'ora di affrontare i miei fantasmi. La campanella che segna la fine della ricreazione ha suonato. Gli altri sono entrati in classe e io sono ancora fuori. Perso forse in situazioni ed errori già commessi. La vita ci ripropone sempre le stesse situazioni. Solo quando finalmente abbiamo il coraggio di affrontarle, guardandole dritte in faccia, urlandogli contro: No, stavolta no...stavolta E' la volta che ti batterò per sempre, solo quando avremo superato il tutto, solo allora potremo ripartire e voltare pagine. Vincere o perdere con i propri fantasmi? Non ha importanza, come sempre. L'importante è non restare bloccati dalla paura.
La paura di sbagliare, di fare la scelta errata, la paura di conservare "lo status quo". Questo è il vero peccato. Perchè quando una persona sente una cosa dentro, una cosa travolgente, una cascata di emozioni, non importa dove sei arrivato e cosa hai fatto fino a quel momento. Importa solo che la Vita ci sta parlando. Sta a noi decidere di ascoltarla oppure no. Potete chiamarlo, Dio, Allah, Buddha, Jahvè, destino, fato, essere panteisti o agnostici...noi non siamo soli.
Anche quando tutto sembra perduto. Anche quando non vedi una via di uscita e ti incarti in mille ragionamenti. La soluzione è sempre davanti ai tuoi occhi. Ed è li semplice e chiara, anche se inizialmente può sembrare la più assurda e improbabile.
Dicevo: c'è chi pensa troppo e chi non lo fa per niente.......dicevo.
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