mercoledì 3 marzo 2010

Sopravvissuti e Sopravviventi

La cosa più difficile da fare è sempre stato gestire i successi ed accettare le sconfitte. In una parola: ricercare l'equilibrio. In tutte le cose. Ma da uno che vive con l'acceleratore a tavoletta da una vita non ti puoi aspettare che di punto in bianco diventi "equilibrista" delle sue emozioni.
Sono così. Non è una giustificazione, è la realtà. Cerco, combatto, resisto alla tentazione di esaltarmi quando una cosa si infila bene in un'altra e di deprimermi quando invece non ne infilo una.
Ma se escludiamo chi proprio per carattere continua a fregarsene, allora la maggior parte delle persone mi somiglia. Poi magari le mie manifestazioni sono più rumorose, più eclatanti, più fragorose, più sceniche di quelle di altre persone, ma questo fa parte del personaggio.
Ci sono volte in cui vorrei solo scappare e perdermi per il mondo. Ci sono volte in cui i problemi si moltiplicano e vorrei tornare bambino. Tornare a scalare con la mia bicicletta quella maledetta salita. Ecco, arranco, perdo ritmo...fiato grosso, eppure sentire di non voler mollare....alzarmi sui pedali e spingere. Sfidarmi, resistere ed arrivare da te. Da te che mi accoglievi con un sorriso largo. Te che capivi all'istante che qualcosa non andava. Te che non chiedevi. Sapevi già tutto. Te che con un sorrisino sulla faccia che era tutto un programma mi ripetevi sempre: "Simò, un passo alla volta...un passo alla volta si fece Roma!".
Il segreto è tutto li. Mettere un piede dopo l'altro, non fermarsi mai...anche quando tutto sembra remare contro e si perde velocità.
Sopravvissuto o sopravvivente perchè... perso o no SONO ANCORA IN PIEDI!