lunedì 6 settembre 2010

Il circo

“oggi è una giornata strana. e chi mi conosce bene sa perchè. ma non chiedetemi di esserne felice. anzi, non chiedetemi niente. niente, come il tutto che invece ho digerito e taciuto in questi ultimi due anni. e che continuerò a tacere, perchè sono diversa e non amo i riflettori. perchè non occorrono le urla nè le feste nè il circo per essere felice. o per dimostrarlo. non occorre facebook per negare il passato o annunciare il futuro. perchè poi diviene tutto forzatura. e quando si è testimone di certe forzature, forse bisognerebbe cercare di guardare e leggere oltre. ed invece eccoli lì, tutti testimoni inconsapevoli (neanche tanto) del circo. ma non mi interessa neanche più. io ho guardato e letto dentro di me tante di quelle volte, mi sono distrutta e ricostruita che ho perso il conto. ma non ho perso nel confronto con me stessa. e non perdo più quando mi guardo allo specchio. perchè oggi la mia felicità è chéri. perchè oggi la mia felicità è sapere di avere fatto io una scelta due anni fa e di non avere bisogno di un circo per dimostrare il contrario. perchè oggi la mia felicità è sentirmi leggera e di non sapere cosa significa competere per la felicità. perchè io non voglio essere o sembrare più felice di altri. io voglio semplicemente essere felice. e un circo non può regalare un sogno, perchè anche i sogni vanno costruiti. insieme al mio chéri."



Spero che mi perdonerai per aver “rubato” queste righe dalla tua pagina facebook, ma era da quando le ho lette che avevo una gran voglia di scriverci su. Commentandole direttamente su “faccialibro” ti dissi che: “Scegliere in prima persona o subire una decisione....non è questo l'importante credo. Credo invece che in tutte e due le situazioni sia importante il dopo. Il come si reagisce e come si affrontano le cose. E qui torno al tuo ragionamento e dico che TU DECISAMENTE non hai bisogno del circo. Perchè sei migliore? Di chi? di cosa? No, non per quello ma perchè hai capito che non c'è bisogno di sbandierare, perchè hai capito che tra essere e apparire è sempre meglio essere, perchè sei consapevole che se anche avessi subito una decisione ti saresti comportata con lo stesso pudore con cui difendi le tue gioie oggi.....
Il circo dura una settimana, ma poi in città ritorna la normalità.....tu invece sei riuscita a creare IL TOP nella normalità e questo non finirà mai.”

Jè ci sono delle cose che iniziano e finiscono, ci sono delle cose che non dovrebbero mai iniziare e altre che non dovrebbero mai finire, ci sono delle cose che iniziano e finiscono perchè è giusto che ci siano in un particolare momento e tante, tante altre opzioni ancora. Faccio fatica a distinguere quali appartengono a una o l’altra categoria. Faccio fatica addirittura a distinguere le categorie e le cose stesse, ma questo perchè non è semplice per uno che “2+2 fa sempre 4” o che “se mi dici che sta cosa è bianca....per Simone è bianca....”. L’amico te lo sei scelto complicato. E allora vado avanti nel ragionamento.
Pensavo per esempio al titolo che hai dato alla nota. Perfetto. Il circo è qualcosa che dovrebbe portare allegria, spensieratezza, gioia e divertimento, eppure fin da quando ero piccolo per me non è mai stato così. I clown tanto amati dai bambini a me facevano tristezza. Una maschera. Una maschera che nasconde un uomo solo. Un uomo che deve far ridere “per forza”. Che deve fare il “buffone” per la gioia degli altri, ma che alla fine della festa, quando si leva il trucco davanti allo specchio, non può far altro che vedere ciò che c’è sotto.
E allora ripensavo alla situazione. Perfetto anche in questo caso, no? Ma a chi ha giovato tutto questo circo? A nessuno. Non a lui, che nonostante tutto non è riuscito a rovinare il tempo che avete passato insieme e che il giorno che toglierà il trucco forse riuscirà a capire “perchè” e non a te, che nonostante un periodo così, sei riuscita a tirare fuori quello che avevi dentro, a riprendere le fila e a cominciare l’avventura più importante della tua vita. Più di una volta mi hai ringraziato per quel periodo. Ma io ho potuto solo fare due cose: starti a sentire e cercare di illuminare “una delle possibili vie”. I passi li hai fatti da sola. I passi uno li fa sempre da solo. Non c’è nessuno che può portare i mattoni per te. Neanche se volesse. Quante volte mi hai sentito dire:” Guarda che solo Uno si è caricato di tutti i mattoni del mondo...e noi non potremmo mai essere a quel livello...”. La cosa che maggiormente mi è piaciuta però, è stato il fatto che non ti sei mai sentita “vincitrice”. Di che? Di cosa? Non è mica un concorso a premi. Non è un reality show. E’ la vita. E la vita è fatta di uomini e donne, di scelte, giuste e sbagliate, di amori, di lotte anche, ma se vinci o perdi non lo si decide se costruisci un circo oppure fai tutto in segreto. Il Cammino è di tutte le persone. Di tutte le persone Comuni. L’importante, credo, è non mentire a se stessi. E’ ammettere le cose e non opporsi al loro fluire. E' non fare le cose perchè "devi" costretto da chissà quale vincolo o da chissà quale etica. L'importante nella vita è fare ciò che si sente nel cuore. L’importante credo è che la mattina quando ti guardi allo specchio senti di stare almeno pari con te stesso. E magari col mondo.