mercoledì 3 marzo 2010

Sopravvissuti e Sopravviventi

La cosa più difficile da fare è sempre stato gestire i successi ed accettare le sconfitte. In una parola: ricercare l'equilibrio. In tutte le cose. Ma da uno che vive con l'acceleratore a tavoletta da una vita non ti puoi aspettare che di punto in bianco diventi "equilibrista" delle sue emozioni.
Sono così. Non è una giustificazione, è la realtà. Cerco, combatto, resisto alla tentazione di esaltarmi quando una cosa si infila bene in un'altra e di deprimermi quando invece non ne infilo una.
Ma se escludiamo chi proprio per carattere continua a fregarsene, allora la maggior parte delle persone mi somiglia. Poi magari le mie manifestazioni sono più rumorose, più eclatanti, più fragorose, più sceniche di quelle di altre persone, ma questo fa parte del personaggio.
Ci sono volte in cui vorrei solo scappare e perdermi per il mondo. Ci sono volte in cui i problemi si moltiplicano e vorrei tornare bambino. Tornare a scalare con la mia bicicletta quella maledetta salita. Ecco, arranco, perdo ritmo...fiato grosso, eppure sentire di non voler mollare....alzarmi sui pedali e spingere. Sfidarmi, resistere ed arrivare da te. Da te che mi accoglievi con un sorriso largo. Te che capivi all'istante che qualcosa non andava. Te che non chiedevi. Sapevi già tutto. Te che con un sorrisino sulla faccia che era tutto un programma mi ripetevi sempre: "Simò, un passo alla volta...un passo alla volta si fece Roma!".
Il segreto è tutto li. Mettere un piede dopo l'altro, non fermarsi mai...anche quando tutto sembra remare contro e si perde velocità.
Sopravvissuto o sopravvivente perchè... perso o no SONO ANCORA IN PIEDI!

giovedì 18 febbraio 2010

Grida!

Sono giorni che ti osservo
ho contato con le dita
quante volte hai riso
mi è bastata una mano

Sono giorni che guardo
non so quello che hai là dentro
a giudicare da quello che vedo
niente di buono, niente di buono

Di che cosa hai paura
ridi e poi piangi
rompi il cielo
che copre il tuo silenzio

Liberati allora e raccontami
che stiamo qui per questo
sia per le cose buone che per quelle cattive
ridi ora e piangi dopo.


Se esco di corsa, tu mi prendi per il collo
e se non ascolto, grida!
Ti tendo la mano, tu prendi il braccio
e se vuoi di più, grida!

Mi hanno detto qualche tempo fa
quale era il rimedio migliore
quando senza nessun motivo
ti sentivi a terra
e se vuoi te lo spiego
in cosa consiste il mistero
che non c'è cielo, mare nè terra
che la vita è un sogno

sabato 6 febbraio 2010

Angeli Maleducati

Che ne faro' di me
dell'inquietudine
che prende in braccio questi miei anni di ferro
e li trsforma in ruggine
Della mia rabbia io
che cosa ne faro'
se vivo come un giocattolo che si ricarica...
Tra le onde altissime
tra facce che al mattino presto
non sono piu' bellissime...
Eppure siamo qui
a raccontarci scuse
a spacciare per stelle
le luci delle case...

Angeli Maleducati
strappati a forza dalle mani di Dio
siamo i rigori sbagliati
i bimbi violentati
Tu mi hai tradito?...Anche io
Con quella curiosita'
che nasce libera
di essere soli
anche se soli non siamo mai
Correrai via con me
perche' la vita e' solo tua
Quel cielo e' libero...
ritorna libero...
se voli tu

Che ne faro' di noi
noi qui a scambiarci la pelle
e tu a dirmi che non crescero' mai
che ho l'anima ribelle
io...No
Pezzi di cielo rubato
...continuiamo cosi...

Angeli Maleducati
tra mille anni appuntamento qui!
Piu' veri e meno incazzati
senza la scimmia sulla spalla
senza morire cosi... Con quella curiosita'
che nasce libera
di essere soli
anche se soli non e' meglio mai
Correrai via con me
perche' la vita e' solo tua
Se manca il fiato ti fermi
e un giorno ti chiedi...

Che ne faro' di me?
Che ne faro' di te?
...una canzone ancora
...o una ragione per ridere
Per non sentire piu' la solitudine
Avrai trovato amore a cento metri da me...

...Angeli Maleducati...

...senza nessuna pieta'!

domenica 24 gennaio 2010

Riflessioni di un sognatore

Nei giorni scorsi la mia carissima amica S, nel mezzo di una conversazione, mi fa: Simone, l'amore come quello dei film non esiste. Li per li non mi è sembrata una frase da sottolineare e per cui valesse la pena perdere cinque minuti, ma in questa domenica gelida e tersa il pensiero è ritornato a quella conversazione e soprattutto a quella frase. Ma andiamo con ordine.
Mi sveglio intorno alle dieci e mezza con il suono delle campane della cattedrale. Il cielo è sereno anche se la temperatura è proibitiva: il termometro segna -22°C. Un piccione cammina sul davanzale di una finestra del soppalco e sembra quasi che con il becco "bussi" alla finestra chiedendomi di farlo entrare.
Ancora stordito dal sonno, con gli occhi semiaperti scendo le scale del soppalco e apro il frigo. Il latte.....ecco quello che avrei dovuto comprare sabato pomeriggio! Sbuffo, prendo la confettura ai frutti di bosco e le fette biscottate e mi metto seduto al tavolino.
La casa è invasa da un'inconsueta luce che, insieme ad una lunga doccia, riesce a farmi svegliare del tutto. Mi vesto chiedendomi se due pail, una maglietta a collo alto, una calzamaglia e un paio di jeans siano sufficienti per arginare il freddo.
Scendo le scale di casa e come sempre mi meraviglio di come la musica sparata nelle cuffiette del mio i-pod, sappia esattamente come farmi ricordare chi e cosa voglio ricordare. Ma è verso la metà dell'allenamento che il pensiero della conversazione avuta qualche giorno prima mi torna alla mente. E allora, come se mi si accendesse una lampadina nel cervello, rifletto su quella frase che in un primo momento non mi aveva suscitato curiosità. E ci rimango male.
Male come un bambino a cui è stato infranto il sogno di Babbo Natale o della Befana.
No, non può essere. Non ci credo. Non è vero. S sta mentendo.
Finisco l'allenamento e mentre faccio la doccia e mi rivesto continuo a pensarci. Che strana domenica: è dura da mangiar giù, per un milione di motivi. Quasi mi convinco, nonostante tutti i miei sforzi, della bontà della tesi di S.
Eppure alla fine di tanto pensare ecco quali sono le mie conclusioni.

No S, non è come dici tu. O almeno, non per me. Puoi chiamarmi stupido, puoi chiamarmi sognatore, puoi chiamarmi illuso, ma continuerò a vivere con la stessa idea dell'Amore che avevo quando ero alto si è no la metà di adesso. Quando vedevo e sentivo le parole di mio nonno a mia nonna.
E siccome non sono riuscito a trovare esempio migliore eccoti quelle che per me sono le parole più belle che un uomo possa dire alla propria principessa.
Tratte dal film "Se scappi ti sposo..."

Garantisco che ci saranno tempi duri,garantisco che prima o poi uno di noi due o tutti e due vorremo farla finita,ma garantisco anche che se non ti chiedo di essere mia lo rimpiangerò per tutta la vita, perché sento nel mio cuore che sei l' unica per me!....

domenica 17 gennaio 2010

Canzoni

Invece le canzoni non ti tradiscono. Anche chi le fa può tradirti, ma le canzoni, le tue canzoni, quelle che per te hanno voluto dire qualcosa, le trovi sempre lì, quando tu vuoi trovarle. Intatte. Non importa se cambierà chi le ha cantate. Se volete sapere la mia delle canzoni, delle vostre canzoni vi potete fidare.

da Radiofreccia


Se invece volete sapere la mia: beh, oltre al fatto che delle canzoni, delle tue canzoni, ti puoi fidare, aggiungerei che le tue canzoni ti conoscono molto meglio di quanto tu conosca te stesso. La musica ha questo grande potere. Con la musica si può comunicare ciò che si è, si può dire quello che si pensa.Una canzone può rappresentarti molto meglio di mille parole. La musica può essere la cornice di un momento esaltante. La musica può farti respirare in un momento in cui i tuoi polmoni sembrano proprio non volerne sapere. La musica è li, pronta a farti sognare e a portarti lontano. E' li quando proprio non finisci di lasciarti stare e vivere leggero sembra proprio impossibile.
Ci sono momenti in cui accendi la radio e magicamente il pezzo giusto è li per te. Potrei raccontarvene di belle. E probabilmente non mi credereste.
La musica mi è entrata dentro che non avevo neanche finito di mettere su tutti i denti da latte. Barcollavo in giro per casa come il peggior ubriaco scanticchiando tra una stanza e l'altra "Mi vendo" di Renato Zero. Mio padre mi ha iniziato, come del resto un pò tutti quelli della mia generazione, alle canzoni degli anni '60, ai Beatles, a Dylan, Ella Fitzgerald e Arethra Franklin, Mina e Battisti. Mio nonno invece a Domenico Modugno e Renato Carosone. Per i Doors devo ringraziare mia sorella. Così come per i Litfiba. Quante differenze eh.
Amo tutta la musica. E non mi piacciono le categorie mentali che ne escludono tipi rispetto ad altri.
La buona musica è LA BUONA MUSICA. E per me questo equivale a "sentire" qualcosa ogni volta che sento un brano. Poco importa se la canzone è rock, pop, classica, leggera.....o se è di questo o di quel'altro. Certo sarei ipocrita se non ammettessi di avere i miei autori preferiti. Di avere un genere musicale che approccio più spesso e più volentieri. Ma questo non mi impedisce di sentire veramente qualsiasi cosa.
La musica è la mia compagna fedele qui in Polonia. E' con me al mattino appena mi sveglio, quando lavoro, quando torno a casa la sera e mi faccio la doccia, quando cucino.
Mi scorre nelle vene. La fortuna è quella di poter imbracciare la mia chitarra e continuare, a 34 anni suonati, a fare sogni di rock ‘n roll. Continuare a vivere ad orecchio anche se si stona di brutto.

mercoledì 13 gennaio 2010

14 Gennaio - AUGURI MAMMA

Funzionava ancora la radiosveglia in cucina che per anni ha segnato le due. Musica italiana gracchiava leggera in una mattinata di giugno dal sapore magico. Il cielo era più azzurro che mai e il sole ubriacava di luce tutto l'interno. Credo di non aver più rivisto in vita mia un sole così giallo.
Avevo tre anni e tu "aspettavi" Francesca. Bellissima nel tuo vestitino a fiori violetto, mentre canticchiando un pò sopra la radio preparavi il pranzo...
Questo il ricordo più dolce e più vivo che porterò sempre con me. Ovunque andrò, ovunque starò. E che mi farà sentire come quella mattina ogni volta che cercherò un pò di casa.
Oggi è il tuo compleanno, AUGURI MAMMA!
Ed oggi più che mai vorrei sentire la tua voce. Parlami ancora di te: di quello che sognavi, di come ti vestivi, di come ti pettinavi, del tuo lavoro, di via Nazionale.
Raccontami se all'epoca ero già nei tuoi pensieri e se era proprio questo il figlio che volevi...
Mi hai insegnato tutto. Tutto quello che so. Tu e papà.
A te devo la sensibilità, la gentilezza, la capacità di ascoltare senza interrompere. A te devo l'equilibrio e la capacità di razionalizzare ogni cosa. A te devo la capacità di capire gli altri.
A te devo la voglia di aiutare chi ha bisogno e il senso del dovere.
A te devo chi sono ora. A te e a tutti i tuoi sacrifici.

Stasera non potrò essere fisicamente a festeggiare con te. Ricordo la mattina della mia partenza. Ricordo e conservo il tuo sms. So che comprendi le mie scelte, d'altronde l'hai sempre fatto. Sappi che sei sempre con me.
Se potessi avere la bacchetta magica per regalarti qualcosa non avrei dubbi: ti regalerei un pò di leggerezza. Troppo tempo ti ho visto un'ombra sul viso. Troppo tempo "non ti sei lasciata stare". Vorrei tanto rivederti sorridere come quella mattina di giugno di tanto, troppo, tempo fa.

Sei una gran Donna mamma! Goditela tutta! Alla faccia di chi NON ha compreso, alla faccia di chi NON sa, alla faccia di chi una sua vita NON ce l'ha e tenta di aggrapparsi alla tua, ma soprattutto PER me! Soprattutto PER te!

E allora non mi rimane che mandarti un bacio. A te. Alla mia mamma: tanti auguri di Buon Compleanno!!
Ti voglio bene

Simone

sabato 21 novembre 2009

E' solo un uomo

E' solo un uomo quello di cui parlo
del suo interno come del suo intorno
di quando scivola su stesso
di quando scrive come adesso
sulle sue guance ha il vento fresco
della vetta della conquista
sotto le unghie ha la terra quando striscia

le sue serate le sue ferite
le donne amate e poi dimenticate
dell'ambizione della speranza
le ragnatele della sua stanza
di quando ha paura di morire
e un orgasmo la fa tremare
di quando la vita non è così come appare

e' solo un uomo quello di cui parlo
quando inciampa nella sua ombra
quando cammina sull'acqua e non affonda
e' solo un uomo quello di cui canto
di quando sbaglia e non si perdona
il furore e il disincanto di quell'universo
a forma di persona

parlo di quando spara a suo fratello
e s'inginocchia a un portafoglio
quando osserva l'infinito
attraverso il suo ombelico
quando sventola una bandiera
o ci si nasconde dietro per paura
una menzogna è più cattiva
nascosta dentro una preghiera

e' solo un uomo quello di cui parlo
di una doccia dopo un tradimento
del sorriso che ritorna dopo che ha pianto
è solo un uomo quello di cui scrivo
la notte prima di un lungo viaggio
quando non sa se poi partire e' solo partire
o è anche scappare

è solo un uomo quello che mi commuove
che vorrei uccidere e salvare amare e abbandonare
è solo un uomo ma lo voglio raccontare
perché la gioia come il dolore si deve conservare
si deve trasformare


P.S. La trovo STUPENDA